Per la messa a disposizione della connettività internet agli utenti dell’Apc “Giuseppe Capograssi” di Sulmona bisognerà attendere. Quanto, però, non è dato sapere. Anche perché, dalla risposta data all’attivista Marco Alberico e al Difensore Civico dal dirigente del Dipartimento Risorse Servizio Informatica e Statistica, Luciano Cococcia, sembrerebbe una gentile concessione quella che l’Ente Regione sta tentando di fare ai fruitori della biblioteca. Quasi da ringraziare il Dirigente Cococcia, per essersi sforzata per dare alla struttura un servizio che, fino a prova contraria, è previsto dalla legge. La stessa legge che l’Ente Regione continua a violare da oltre un anno, secondo l’articolo 8 bis del Codice dell’Amministrazione Digitale.
“L’attuale disponibilità di banda è appena sufficiente al funzionamento degli uffici regionali – è il commento di Cococcia a Marco Alberico e all’avvocato Giandonato Morra – non è stato possibile erogare un servizio Wi-Fi ad utenti esterni”. Un alibi alquanto debole, e che certamente non interessa i contribuenti, né tantomeno giustifica la mancanza di un servizio che viene meno ai cittadini. Gli stessi che dovrebbe essere grati del fatto che sia stato messo a disposizione il servizio “305 Wi-Fi Free”, che comunque era previsto nel progetto POR-FESR 2007-2013.
Lo scorso aprile è stata approvata della V Commissione del Consiglio regionale la risoluzione che impegna il Presidente della Regione ed il Governo regionale all’attivazione di una infrastruttura Wi-Fi a servizio delle biblioteche regionali. “Per la realizzazione di tale infrastruttura – scrive Cococcia – è stato incaricato il Servizio Informatico regionale che ha già avviato la fase realizzativa del progetto che, allo stato attuale, risulta essere finanziato solo per 12 mesi”. Per trovare i fondi dovrà mettersi in moto il Dipartimento Sviluppo economico – Turismo.
Insomma, il wi-fi, se mai dovesse arrivare nella sede temporanea (solo in teoria) di via Sardi, sarà finanziato per appena un anno. Né giorno più, né giorno meno.
Sul tema non si sono espresse le due consigliere regionali di marca peligna, Marianna Scoccia e Antonietta La Porta, quest’ultima anche consigliera comunale a Palazzo San Francesco.
“Serve un intervento strutturale, e non uno precario di 12 mesi – commenta Marco Alberico, attivista che si è rivolto al difensore civico per portare avanti la battaglia -, affinché gli studenti possano fare affidamento su una biblioteca funzionante per dispositivi tecnologici connessi e consoni allo studio. Bisogna dire basta a queste toppe, continue, utilizzate per non prendere di petto la situazione.
Se le Consigliere regionali Scoccia e La Porta non rispondono perché le paghiamo noi contribuenti? Parliamo di 12/13 mila € al mese! I cittadini e le cittadine gratuitamente smuovono le acque più di loro!