Più che una preghiera è una richiesta, che di preghiere, gli interessati, ne hanno in abbondanza. Il Comune di Sulmona ha così deciso ieri, nella commissione Bilancio nella quale sono state approvate tariffe e regolamento della Tari, di scrivere direttamente al vescovo e alla Curia, perché così, sostengono i commissari, non si può andare avanti.
Quei rifiuti lasciati davanti alle chiese della città, a volte in un angolo, a volte appesi ai portoni, non si possono proprio vedere, né smaltire, con gli operatori Cogesa che non sono tenuti neanche a raccoglierli, perché non sono negli appositi mastelli. Mastelli che le chiese non hanno, perché non sono utenze Tari.
Un vicolo cieco, in realtà, perché per legge i luoghi di culto sono esentati dall’Imu e quindi non hanno neanche una posizione Tari aperta. A chi in passato ha provato a contestare il pagamento della tassa dei rifiuti alla Casa di Dio, la commissione tributaria ha d’altronde dato torto.
Sicuri, però, che i parroci responsabili delle chiese abbiano uno spiccato senso del bene comune e del senso civico, così, il Comune ha deciso di scrivere agli “operai dello spirito” perché provvedano o a conferire i rifiuti prodotti dalla chiesa alla piattaforma o a portarseli a casa, nelle abitazioni cioè dove risiedono preti e padri, che quelli i mastelli ce li hanno. Ostie nell’organico, cera nell’indifferenziato.
Contro il “sacchetto selvaggio”, in verità, c’era stato nel luglio dello scorso anno anche un ordine del giorno votato in consiglio comunale che prevedeva di “concertare con Cogesa azioni mirate ad eliminare il fenomeno, attraverso la segnalazione in tempo reale dei luoghi in cui sistematicamente i rifiuti vengono abbandonati”. Ordine del giorno di cui, però, seppur approvato, nessuno sapeva niente nella struttura amministrativa.
Sperando nella grazia e nella civiltà dei sacerdoti, intanto, ieri, è stato approvato, come avevamo anticipato, l’aumento della Tari che da quest’anno costerà una media del 9,7% in più. Senza “toscere”, si direbbe in dialetto abruzzese, perché l’aumento e le nuove tariffe saranno portate in consiglio il prossimo 31 maggio senza discussione: la minoranza assente dalla commissione, infatti, non ha espresso neanche un voto contrario per permettere l’apertura del confronto. E chi vuol Cristo se lo preghi.
Signor vescovo prega Gesù per mandare a casa fino abbondio sindaco di Sulmona che ci ha ucciso con un aumento del dieci per cento della monnezza
Poi si contesta il Reddito di Cittadinanza mentre ci sono migliaia di Enti Ecclesiastici che non pagano ne’ Tari ne’ acqua ….ma non preoccupiamoci c’e’ il Signore che ci ASSISTE…
Ma perché l’ufficio Tributi del comune di Sulmona è in via del Cavallaro e non dove sono gli altri uffici? Non sono soldi buttati in un affitto che si potrebbe risparmiare?