Elezioni: fantasmi in divisa

Alpha, Beta, Gamma. Non enunciamo l’alfabeto greco. Né tantomeno si elencano diverse tipologie di forma penetranti di radiazioni elettromagnetiche. Mancherebbero solo i raggi x, ma a quello ci abbiamo pensato, mettendo a nudo un’alta vergogna tutta made in Italy. L’elenco riguarda solo alcuni dei nomi delle liste civetta che anche quest’anno hanno infestato la tornata elettorale nelle Amministrative dei Comuni abruzzesi. In totale se ne contano 13 tra tutte e quattro le province regionali, con 31 voti in totale.

Liste fantasma, o meglio fantasmi in divisa. I componenti, infatti, sono in buona parte membri delle forze dell’ordine. Polizia Stradale, Penitenziaria, Guardia di Finanza e chi più ne ha più ne metta. Passione politica. Sicuramente. Non per usufruire dell’aspettativa per campagna elettorale, come stabilito dalla legge, che concede trenta giorni ai candidati per svolgere la propria attività di propaganda al di fuori dell’ufficio. In breve, circa trenta giorni lontano dal lavoro.

Ma noi vogliamo credere nella buona fede dei candidati. In particolar modo dei componenti della lista “L’altra Italia”, presente sia nel Comune di Pietranico, e sia nel Comune di Castelguidone. Liste simili non solo nel nome, ma anche nel simbolo, che è praticamente lo stesso. Sarà frutto di un brainstorming dei due candidati sindaci: Gugliemo De Santis (nato a Gallipoli) e Lorenzo Di Luzio. O forse chissà un nuovo Polo nazionale.

Una strana passione elettorale è scoppiata anche nell’aquilano. A Barete (614 anime) sono state presentate ben 8 liste, di cui 6 “civetta” che hanno racimolato in totale la bellezza di 3 voti. Programmi elettorali copia/incolla, dove spesso non viene nemmeno citato il nome del Comune che si intende amministrare. Tra questi, ad esempio, vi è il programma della lista “Nuova Era”, del candidato Alessandro Marino, copiato da un programma elettorale presentato a Cocullo due anni fa. Un paio di liste hanno anche proposto, all’interno di un programma di meno di mille battute, l’unione dei Comuni confinanti in un unico ente. Forse per gareggiare contro L’Aquila, capoluogo accentratore.

Tra i candidati sindaci nel Comune aquilano c’è anche Mike De Collibus, con la lista “Finalmente Noi”, già candidato nel 2020 con “Lista Beta”, composta da agenti delle forze dell’ordine, nel Comune di Anversa. Nulla di male, se non fosse che De Collibus, ex rappresentante Uil Pa Polizia Penitenziaria, nell’ottobre 2018 lamentava della carenza di personale nel carcere teatino di Madonna del Freddo. “Sulla carta siamo 68 agenti, ma in servizio siamo 58” dichiarava sulle colonne de Il Centro. Chiedere forza lavoro ma, allo stesso tempo, mettersi in aspettativa per la tornata politica. Un paradosso. Per la cronaca: 0 voti conquistati, frutto di una faticosa campagna elettorale. De Collibus, da alcuni anni, non ricopre più alcun incarico negli organismi statutari della UILPA Polizia Penitenziaria. Anche perché, lo statuto della sigla sindacale prevede l’incompatibilità dei delegati con tutte le cariche elettive di livello amministrativo e politico.

A questo gruppo di aggiungono anche Lucoli, Roccamorice e Pizzoferrato. Ovviamente senza candidati a “chilometro zero”. C’è chi viene da Bari, chi da Napoli, chi da Cerignola e Lucera. Uggiano La Chiesa, San Giovanni Rotondo, Minervino Murge e Canosa sono i centri da dove arrivano gran parte dei candidati. C’è anche chi, oltreconfine, ha a cuore il destino di Pietranico come i candidati nati a Charleroi e Mutlangen. Ci sono, poi, gli highlander abruzzesi, presenti in ogni elezioni nelle realtà con meno di mille abitanti, ovvero quelle che per legge non richiedono alcuna sottoscrizione per la presentazione della lista.

Tutto legale, sia chiaro. A permetterlo è la legge ma, facendo i conti della serva, allo Stato Italiano le sole candidature fantasma abruzzesi sono costate a questo giro la bellezza di 170.000 euro. Oltre al danno (economico) la beffa, visto che le sigle sindacali lamentano carenza di personale all’interno delle carceri abruzzesi da mesi.

“Come Uil Pa ci siamo già espressi in merito -commenta il segretario regionale Ruggero Di Giovanni -. La legge è sbagliata, ma deve essere la politica a intervenire. Certo, è un modo furbo di sfruttarla che danneggia anche chi ci crede realmente nella politica. Non condivido affatto chi sfrutta questa aspettativa per farsi delle vacanze, ma capisco chi la utilizza per fuggire da un lavoro in cui non vengono concesse le ferie richieste. Un lavoro in cui puoi essere richiamato in servizio mentre sei in vacanza, dove per goderti le ferie devi spegnere il telefono”.

L’utilizzo scellerato di questo cavillo legislativo l’abbiamo già denunciato in una delle ultime tornate amministrative. Prima un programma elettorale per le elezioni nel Comune di Cocullo che proponeva un campo da calcio a Collarmele. Poi i candidati non autoctoni nei Comuni di Ofena e Sant’Eufemia a Maiella, mai visti in paesi che stentano ad arrivare a 500 abitanti. A fargli compagnia sono arrivati i fantasmi. Quelli in divisa.

Valerio Di Fonso

8 Commenti su "Elezioni: fantasmi in divisa"

  1. Che schifo !

  2. … DURA LEX, SED LEX…
    e questa massima deve valere anche per TUTTE le anime belle, benpensanti e moralizzanti… sempre pronte ad invocare il dettato Costituzionale, ma forse solo a convenienza e per il loro “ particolare”…
    A lor signori, rammento l’articolo 51 della Costituzione:
    “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge…”
    È la Legge che lo prevede… la Legge di uno Stato Democratico… dura lex, sed lex… che appunto non concede agli uomini in divisa il diritto allo SCIOPERO, e questo non scandalizza nessuna anima bella benpensante e moralizzante… che magari per “grazia ricevuta “ forse ha avuto il suo bel posticino pubblico a due passi dai beni ereditati dai nonni… e vicino vicino a mamma e papà…

  3. La cosa peggiore è il commento indegni del sindacalista che finisce per capire chi con una truffa sfrutta una legge dello stato per scappare da un mestiere, a dire del sindacalista, poco piacevole. In generale se non ti piace il tuo lavoro provi a rimetterti in gioco e magari ti dimetti. Questo però non sembra dover valere per la pubblica amministrazione. Mah!!!

  4. Ha senso andare a votare come stanno le cose? Gente candidata a sindaco manco residente. Gente candidata al tricolore con oltre 85 anni. Boh, ditemi voi se hanno ancora senso queste piccole amministrazioni.

  5. Se la legge fosse stata uguale per tutti avrebbe dato un mese di ferie a TUTTI.

  6. Ninco nanco e perche’ dovrebbero scioperare? Per il duro lavoro?

    • … hai ragione…
      e per questo ti auguro di non avere mai la necessità di chiamarli, unitamente ai tuoi cari…

  7. Roberto Ricci | 16 Maggio 2023 at 16:15 | Rispondi

    Si contano 13 liste con 31 voti? Ma se solo a Turrivalignani hanno preso 114 voti e a Pietranico 38 voti Pizzoferrato 48 e mi fermo qui!

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