Il Cup del presidio ospedaliero dell’Aquila rimane paralizzato. Il centro di prenotazione, infatti, risulta ancora in stallo dopo l’attacco hacker subito dalla Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila due settimane fa. Una situazione che di fatto smentisce le dichiarazioni del Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Locale, Ferdinando Romano, che proprio in mattinata aveva annunciato che tutti i centri di prenotazione dei presidi ospedalieri provinciali sono attivi.
Operano a pieno regime, invece, le sale operatorie e la diagnostica per immagini. Da domenica sono ripartiti anche i servizi di radioterapia, con 6 pazienti, e continuerà a ritmi serrati, al di là del normale orario di servizio.
Nonostante la provenienza degli attacchi sia nota, l’azienda, per bocca di Romano, tiene a sottolineare come “non vi sia stato contatto alcuno né il Gruppo di hacker, né con chiunque abbia rivendicato la penetrazione nei sistemi di gestione sanitaria. A tal proposito, risulta quantomai bizzarro che, in assenza di un qualsivoglia canale di comunicazione instaurato con gli hacker, Asl1 possa aver appreso l’importo di un presunto riscatto richiesto dai trafugatori”.
“La Asl1 ha scelto sin da subito di non instaurare alcun tipo di contatto o trattativa con i criminali, bensì di avviare, nel riserbo più assoluto, le attività di indagine, bonifica e ripristino dei sistemi, nel comune interesse delle strutture coinvolte e dei cittadini stessi”, continua Romano.
Al momento una task force sta lavorando al ripristino dei server che entro un mese dovrebbero tornare a disposizione dell’Azienda Sanitaria. Migliaia di dati sull’utenza sono finiti in mano agli hacker e, successivamente, sono stati pubblicati nel dark web.
“Ricordiamo ai cittadini – conclude il direttore generale – che la divulgazione dei dati trafugati costituisce un reato e chiunque scarichi dal dark web file rubati commette un illecito, quindi ribadiamo l’invito a non aprire documenti rilasciati illegalmente in rete”.
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