Dal tribunale più grande al più piccolo d’Italia: Luciano D’Angelo ha giurato questa mattina come capo della procura della Repubblica di Sulmona, incarico dato già da mesi e diventato ufficiale oggi con la presa di ruolo.
Proveniente dalla procura di Napoli, dove è entrato nel 1987, il magistrato si è insediato formalmente oggi non senza nascondere una certa emozione. Nel suo discorso di saluto ha citato Capograssi e Ovidio, il primo come maestro per il suo lavoro, il secondo come sintesi della sua idea di giustizia: “E’ reale ciò che è leale” ha detto, riferendosi ai diritti degli imputati e delle parti offese. Azione, esperienza ed individuo sono le tre parole che ha imparato, sin da studente, da Capograssi e a cui, ha detto, ispirerà il suo operato: “Azione perché il tribunale svolga la sua funzione e salvi se stesso; esperienza che porto da un grande tribunale, il più grande d’Italia e che mi auguro di mettere al servizio di questa procura; individuo perché va rispettato, assicurando una giustizia rapida e non scomoda” ha detto riferendosi alle distanze che contraddistinguono la giurisdizione di Sulmona.
A fare gli onori di casa il presidente dell’Ordine forense, Luca Tirabassi, che ha salutato come un “segnale incoraggiante l’arrivo del capo della procura – ha spiegato Tirabassi – che completa, uno forse dei pochissimi casi in Italia, l’organico dei magistrati e che ci convince che non ci sia la volontà di chiudere Sulmona” e il presidente del tribunale, Pierfilippo Mazzagreco: “D’Angelo ha un curriculum eccellente – ha detto il responsabile di palazzo Capograssi – e questo ci impone il dovere di fare meglio, anche se dobbiamo registrare ancora una forte carenza di giudici di Pace che assorbono i nostri giudici onorari”.
Più che OVIDIO, noto soprattutto per “Le Metamorfosi” e per “l’Ars Amatoria”, in pratica per la poesia erotica, il dott. D’Angelo avrebbe dovuto citare, nel suo discorso sulla Giustizia, SALLUSTIO, eccelso autore latino di Amiternum, dato che quest’ultimo – per quanto Wikipedia stessa riporta – “punta il dito impietosamente contro i demagoghi, che aizzavano il popolo con false promesse, e contro i nobili, che si facevano velo della dignità senatoria per consolidare ed estendere ricchezze e domini”.
Però capisco benissimo la difficoltà di insediarsi a Sulmona come nuovo Procuratore della Repubblica e dover citare un autore latino di Amiternum, in pratica un Aquilano di duemila anni fa.
E che fai: potrai mai insediarti a Sulmona e citare come esempio di integrità proprio un Aquilano? Certo che no!
Deve sempre criticare tutti e tutto se è così in ambito familiare immagino…
Il nuovo capo della procura della repubblica di Sulmona, anche volendo, non avrebbe mai potuto citare Sallustio, uno gnomo di stirpe plebea noto per essere stato cacciato dal senato per indegnità morale. Un losco individuo che nel corso del suo mandato di governatore poté arricchirsi a dismisura impadronendosi delle ricchezze del re di Numidia ed incassando tangenti sugli appalti pubblici beccandosi l’accusa “de repetundis”.
Fu lo stesso Cesare ad imporgli di ritirarsi a vita privata. Anche come politico è stato un fallito.
Altro che esempio di integrità morale!
Nulla a che vedere, ovviamente, con il nostro gigante Ovidio, ispiratore di altri giganti come Dante Alighieri,Petrarca, Boccaccio, William Shakespeare, Gabriele D’Annunzio, Giambattista Marino per fare degli esempi.
Povero Mingaver, le suggerisco di evitare di paragonare la lana con la seta(tanto per essere educato).
Povero Mingaver, che figuraccia!!
Sallustio mortificato….che pena!
Ennesima dimostrazione che da L’Aquila e dagli aquilani non arriva mai niente di buono.
Eh eh eh! Hi hi hi! Hu hu hu!!
De repetundis, cioè accusato di concussione.
Bella roba! Mingaver dovrebbe suggerire al sindaco del suo paese di rimuovere il monumento a….come si chiama? Ah, Sallustio non è che ne esca molto bene..
Mingaver, studia prima di scrivere minghiate.
Gente colta nel paesello, però stando ai contenuti dei commenti penso che l’immenso Ovidio si starà rivoltando nella sua tomba, in attesa di essere trasferito a piazza Salotto.
In effetti non conoscevo quei particolari di Sallustio che ci ha illustrato il lettore “Sulmonafirst”.
Al liceo mi appassionavano soprattutto i poeti latini (Orazio, Catullo, Ovidio, Virgilio e soprattutto Lucrezio) mentre in effetti avevo qualche difficoltà con Sallustio e anche con Tacito, talvolta.
Comunque, a ben guardare, cari amici Peligni, non si può dire che Sallustio fosse propriamente Aquilano poiché, come ben sapete, il vostro capoluogo è sorto soltanto nel XIII per orgogliosa unione di 99 castelli.
In ogni caso va bene così: auguriamo tanto buon lavoro al nuovo Procuratore di Sulmona.
Mingaver e paesano, non avete proprio più nulla da dire. Colpiti e affondati.
Leggevo una sua frase in cui diceva “Le porte del mio ufficio sono aperte a tutti”. Spero servirà a mettere fine a questa mafia del selvaggio affarismo dell’edilizia che regna a Pratola e dintorni facente capo a noti personaggi politici, imprese, ingeneri architetyi e tecnici servi di partito.
Avanguardia Civica ringrazia…!