Opporsi con forza al metanodotto Snam. Tornano ad incalzare la difesa del territorio i comitati cittadini per l’ambiente rivolgendosi al sindaco di Sulmona Annamaria Casini, che in un post su Facebook ha palesato la sua contrarietà al progetto, a tutti i sindaci dei comuni interessati dall’attraversamento del tubo (Pratola, Corfinio, Popoli, Roccacasale, L’Aquila, comuni dell’aquilano), nonché ai rappresentanti delle istituzioni regionali. Il 26 ottobre, infatti, i rappresentanti delle istituzioni sono stati convocati a Roma attorno al tavolo in cui si tornerà a discutere dell’iter procedurale del metanodotto, separato da quella della centrale di compressione prevista a Sulmona in località Case Pente.
Il percorso riparte, in pratica, con la remissione degli atti, in data 2 agosto scorso da parte del ministero dello Sviluppo Economico alla Presidenza del consiglio dei ministri che a proposito ha convocato ministeri ed enti coinvolti, Regione Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, i presidenti delle Provincie, le Comunità montane, tutti i sindaci dei territori interessati dall’attraversamento del metanodotto Sulmona-Foligno e la Snam.
Nella sostanza si tratta di un passaggio obbligato, come quello già avutosi con la centrale di Case Pente, ovvero un tentativo, già scontato nel suo esito, di raffreddamento della vertenza, usando un gergo sindacale, nel quale gli attori coinvolti saranno chiamati ad esprimere, confermare o cambiare, il loro parere sull’opera. L’esito, come detto, sembra scontato e cioè un mancato accordo: di qui, come per la centrale, la decisione passerà nelle mani della Presidenza del consiglio dei ministri.
“Questa convocazione- evidenziano gli ambientalisti- segue le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Galletti di una settimana fa con le quali afferma che i lavori per la realizzazione del gasdotto Tap, che porterà il gas azero in Puglia nel 2020, possono partire perché sono state date tutte le autorizzazioni. Pertanto, tra fine ottobre e inizio novembre, le ruspe del consorzio dovrebbero entrare in azione per la costruzione del gasdotto”.
Una accelerazione fortemente preoccupante per i Comitati che chiedono, quindi, alla politica di mantenere la ferma negazione ricordando come la risoluzione presentata dal consigliere regionale Pietrucci, presidente della commissione Ambiente e Territorio, slittata nei fatti per la terza volta, “poteva essere un ulteriore elemento di forza quale atto politico della Regione da presentare alla convocazione del 26 ottobre”. Una mancata approvazione dietro la quale, gli ambientalisti temono, possa celarsi una inversione di tendenza.
Le previsioni dei comitati, però, sono probabilmente inesatte: è improbabile infatti che le ruspe si metteranno in moto entro qualche settimana. Il caso della centrale è sul tavolo della Presidenza del consiglio dei ministri, senza che vi sia stato dato seguito, da quasi due anni. Certo un passaggio fondamentale è quello di approvare prima il metanodotto, per non ritrovarsi poi con la “casa con il tetto, ma senza fondamenta”.
Dall’altra però c’è la possibilità che le pressioni della Snam, che ha già ottenuto il parere favorevole dei ministeri, porti al via libera prima che si torni alle urne; consapevole, la Snam, che centrodestra e centrosinistra sono sostanzialmente (almeno nei veritici) d’accordo con la realizzazione dell’opera e consapevoli che il quadro politico del dopo urne, non sarà così scontato.
S.P.
C’è chi dice che… sia cosa già fatta…
goo.gl/1Z5P2J
Speriamo di no!!!