La Linea Adriatica made in Snam diventa, improvvisamente, un’opera inutile per il Paese. A dichiararlo, implicitamente, è la stessa Snam per bocca di Elio Ruggeri, amministratore delegato di Snam Fsru (la controllata di Snam che gestisce il settore del gas naturale liquefatto). Ruggeri, tra le colonne del settimanale Milano Finanza, ha dichiarato che “il contributo delle due navi rigassificatrici sarà determinante per affrancarci dal gas russo”. I due rigassificatori sono quelli di Piombino e di Ravenna, che complessivamente dovrebbero fornire 10 miliardi di metri cubi di metano, la stessa quantità attribuita alla Linea Adriatica. Nello stesso pezzo si legge un virgolettato: “Snam, col gnl addio al gas russo”.
Uno scenario che stravolge, nei fatti, la strategicità dell’intera Linea Adriatica, la quale comprende anche i 430 chilometri di gasdotto tra Sulmona e Minerbio.
L’analisi di inutilità dell’opera era stata svolta dai comitati per l’ambiente della Valle Peligna, e successivamente inoltrata ad Arera durante la consultazione pubblica imposta dalla stessa Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente.
“La nostra valutazione mette in evidenza che anche i due nuovi rigassificatori sono inutili – commentano i comitati – perché da sud l’attuale rete dei gasdotti è in grado di fornire quantitativi di gas che, insieme a quelli della Norvegia e dei tre rigassificatori esistenti, soddisfano ampiamente le esigenze del nord Italia. Tanto più che i consumi sono in calo e lo saranno sempre di più da qui al 2030. In realtà l’anacronistico “piano Mattei”, lanciato dal governo Meloni, punta a fare dell’Italia un hub del gas per rivendere il metano ad altri Paesi europei. E in questo disegno rientra la Linea Adriatica, insieme ad altri nuovi rigassificatori e nuovi gasdotti di importazione. Si tratta, però, di un progetto che non sta in piedi, come dimostrano diversi studi. L’ultimo in ordine di tempo è una ricerca condotta dall’Istituto statunitense per l’economia dell’energia e l’analisi finanziaria (Ieefa) secondo il quale la realizzazione in Europa di nuove infrastrutture per il gas naturale liquefatto (GNL) può superare la domanda entro la fine del decennio”.
Lo studio dimostra che la capacità dei terminali del continente europeo supererà i 400 miliardi di metri cubi entro il 2030. A quella data la domanda di GNL in Europa sarà tra i 150 e i 190 miliardi di metri cubi. Dunque c’è un forte squilibrio tra domanda e offerta negli impianti di importazione, che potrebbe portare a 200-250 miliardi di metri cubi di capacità inutilizzata entro i prossimi sette anni, e cioè quelli in cui dovrebbe entrare in funzione il metanodotto Linea Adriatica.
“Ciò nonostante il governo italiano continua ad andare avanti per la sua strada – incalzano i comitati -, esponendo il Paese al rischio di un enorme danno economico (ricordiamo che il costo della Linea Adriatica è di 2 miliardi e 400 milioni di euro e che saranno i cittadini italiani a pagarlo), alla devastazione ambientale dell’Appennino e all’accentuazione della crisi climatica come conseguenza del persistente utilizzo dei combustibili fossili. Per queste ragioni continueremo a contrastare fino alla fine questa folle scelta del governo, che dimostra ogni giorno di più la sua totale sudditanza agli interessi delle grandi compagnie del settore fossile”.
Si, così il gas che importano dal TAP, dall’Algeria e dalla Libia lo trasporteranno con le cerbottane…
Perché, prima della guerra in Ucraina come veniva trasportato il gas? Le attuali infrastrutture metanifere interne sono più che sufficienti per il trasporto e la distribuzione del gas dal sud Italia. Anzi, sono sovradimensionate. Nel 2005 l’Italia ha consumato 86,3 miliardi di metri cubi. Lo scorso anno 68,5 miliardi di mc. Quasi 18 miliardi in meno. E per il 2030 le previsioni dicono che i consumi di metano, in Italia e in Europa diminuiranno del 40 per cento. Anziché continuare a costruire nuovi impianti del tutto inutili e costosissimi (che pagheranno i cittadini italiani attraverso le bollette) dobbiamo cominciare a dismettere una parte di quelli esistenti.
Beh dire prima della guerra in Ucraina come
Veniva trasportato è affermazione quanto meno curiosa visto che dopo quella guerra qualcosa è cambiato sia come forniture sia come trasporto. Ora senza entrare nel merito della questione ma banalizzare la fornitura di gas non lo vedo proprio utile al dibattito perché i consumi sono diminuiti anche per via del prezzo che diminuiranno vedremo, anche le emissioni dovevano diminuire eppure siamo sempre lì. Quindi va capito cosa è utile al paese Italia e non solo al paesello perché se si fosse ragionato così ovunque andavamo in giro ancora con Calessi cavalli
In questo momento il governo sta nella direzione giusta
ma il TAP non trasporta il gas russo !
Appunto ma quello che lo sostituisce visto che il nostro più grande fornitore è venuto meno. E non tenerne conto mi pare quantomeno singolare
Tap: (Trans Adriatic Pipeline), terminato a fine 2020 che collega l’Azerbaijan con l’Italia…
approda a monte di Melendugno nel Salento… cosa c’entra con il gas Russo?
Poi io sarei del parere di finanziare almeno 3/4 milioni di tetti solari su altrettante case familiari con relativo accumulo tramite batterie e il surplus prodotto con cessione gratuita alla rete nazionale.
Ma cosa non riuscite a capire? Nessuno dice che la Tap porta gas russo ma porta il gas che sostituisce quello russo. Devo farvi lo spelling? Dopodiché dire che pre e post guerra in Ucraina è uguale mi pare quanto meno azzardato
No , Azero.
Se scoreggiaste tutti un po’meno……è stato calcolato che nel solo mese di novembre sono state sparate solo in Italia, causa un consumo smodato di castagne, circa 50 miliardi di tra loffe e puzzette. Circa 800 milardi di mc di calore puzzolente generato invano. O meglio sul divano.
Quanti esperti nel campo energetico. Dati a gogò,futuri consumi, costi energetici, rigassificatori e metanodotti: tutti sanno di tutto. Leggo che il costo della linea Adriatica ammonterà a 2,4MM, come fosse un investimento che la Nazione non potrebbe mai sopportare. Eppure le sole truffe del 110 per cento hanno superato ad oggi i 4,4MM. Ma quelli non se li piange nessuno, mi pare, o no?
Battute tipo “calesse coi cavalli” vanno bene per le chiacchiere da bar dello sport ma non servono per un confronto serio. Occorre stare ai fatti: e i fatti ci dicono che l’Italia può importare da sud, attraverso gli attuali metanodotti (Algeria, Libia e Azerbaijan) più di 60 miliardi di metri cubi di gas. Dal nord, attraverso la Norvegia e i tre rigassificatori esistenti altri 30 miliardi di mc. E siamo a 90 miliardi. Aggiungendo i due nuovi rigassificatori di Piombino e Ravenna si arriva a 100 miliardi di mc annui. Questo chiudendo completamente le importazioni dalla Russia (cosa peraltro non ancora avvenuta). Siccome i consumi interni sono stati nel 2022 di 68,5 miliardi di metri cubi, abbiamo un surplus di capacità di oltre 30 miliardi di mc. E tutte le previsioni ci dicono che entro il 2030 i consumi di metano continueranno a scendere. Il PNIEC (Piano nazionale energia e clima), comunque da aggiornare, prevede al 2030 60 miliardi di mc. La stessa cifra prevede la Snam. Va aggiunto che l’attuale rete interna ha una capacità di trasporto e di distribuzione del gas che supera i 100 miliardi di mc. Perciò non serve costruire nuove infrastrutture quali gasdotti, centrali di compressione e stoccaggi. Costruirle significa buttare all’aria risorse preziose, e nel caso della Linea Adriatica significa bruciare per un’opera del tutto inutile 2 miliardi e 400 milioni di euro. In un Paese come l’Italia che ha la sanità in ginocchio, scuole fatiscenti, servizi sociali che mancano buttare via una somma così rilevante significa compiere un vero e proprio crimine economico. E verrebbe fatto solo per favorire gli interessi (e i profitti) di ENI e SNAM.
Infatti era una battuta da bar dello sport perché io non ho la,presunzione di avere la verità in tasca ne, come detto di dire che il metanodotto serve o non serve.
Quindi andando oltre le inutili polemiche, inutili perché non ho detto che è giusto fare il metonodorto, la metafora serviva solo per esprimere il concetto che bisogna valutare quanto effettivamente l’opera sia utile al,sistema paese o meno, e ribadisco non sto dicendo che serve. Avere scuole fatiscenti servizi sociali che mancano non rende meno urgente l’approvoggionamento di gas, perché ogni cosa ha la sua importanza anche fare ciclabili potrebbe essere inutile con questa logica anche la velocizzazione Roma Pescara potrebbe suonare inutile e potrei continuare. La politica ha il compito di individuare priorità la discussione è quelle individuate sono vere priorità? Secondo lei no. Bene ne prendo atto. Ma sicuro il mondo pre e post Ucraina non è più lo stesso che non è giustificare il metanodotto ma affermare una cosa ovvia, da bar delll sport. Ps Eni e snam sono aziende pubbliche i loro interessi e profitti sono interessi e profitti italiani non di multinazionali o fondi internazionali che magari investono in pannelli solari o batterie elettriche delle auto
Certo che è singolare dire che i rigassificatori sopperiranno ai fabbisogni quando prima si fanno carte false per non averli. E poi scusa.. Dove sarebbe tutta questa diminuzione del fabbisogno di gas? Se adesso tutte le auto dovranno andare a batteria e quindi non avremo più il petrolio, come la farai l’elettricità? Abbiamo fatto regole senza avere una soluzione.. È come tagliarsi gli zebedei per fare il dispetto alla moglie. Ci stiamo infilando in un vicolo cieco consegnandoci agli strozzini di turno, come sempre. E per cosa? Per l’ambiente? Quando ci saranno miliardi di nuovi consumatori nei brics che consumerà no a più non posso con i soldi che verseremo loro staremo a vedere l’ambiente che fine farà
le ho portato dei dati che dimostrano che la Linea Adriatica è inutile. Dati che non sono inventati ma tratti dai siti del governo e della Snam. Lei ha tutto il diritto di non essere d’accordo, ma se oltre a lei vuole convincere altri deve portare dati e argomenti che dimostrino la validità della sua opinione. Altrimenti sono solo chiacchiere. Quanto all’ENI e alla SNAM “aziende pubbliche” lei si sbaglia, perché sono due società quotate in borsa , partecipate dallo Stato al 30%. Quindi i soci privati (al 70%) si spartiscono gli utili, e lo scorso anno, grazie alla guerra in Ucraina, si sono spartiti enormi super profitti.
Io onestamente non devo portare alcun dato a sostegno di nulla perché non ho detto di essere d’accordo ne contrario, cerco di capire e penso sia lecito è doveroso. E tanto meno ho ambizioni di capo popolo o pifferaio magico, nel mio piccolo cerco di formarmi una mia idea sollecitando opinioni su mie curiosità. Dividere il mondo in pro e contro a prescindere non penso sia utile a nessuno. Ho solo detto e ribadisco che per molte cose in Italia si è gridato al cataclisma, alta velocità Roma Milano, che non si è verificato, e se avessimo dato retta a quegli allarmi saremmo un paese molto più arretrato è inquinato visto che grazie all’alta velocità si è ridotto il traffico aereo e auto. E per non generare ulteriori equivoci e polemiche ribadisco che non sto dicendo che il metanodotto sia utile.
… “ La crisi del gas riporta allo scandalo delle privatizzazioni: l’unica soluzione è nazionalizzare”…
“ Lo scandalo delle privatizzazioni dei beni appartenenti in proprietà pubblica al popolo italiano, per darli a privati soprattutto stranieri, sta dando i suoi nocivi effetti più visibili con la crisi del gas, i cui prezzi sono passati in un solo anno dai 20 euro al chilowattora agli oltre 330 euro di oggi.
Le privatizzazioni hanno posto sul mercato libero beni di prima necessità, come quelli energetici, che in Italia erano fuori commercio, e quindi al sicuro da qualsiasi speculazione di mercato. L’errore madornale, ottenuto con le privatizzazioni, è stato proprio quello di porre nel mercato, in modo che chiunque potesse acquistarli, i beni appartenenti allo Stato-Comunità, cioè al popolo.
Inizialmente il governo Ciampi-Amato nel 1990 ha venduto a privati 15 banche pubbliche; nel 1992, su insistenza di Mario Draghi, il governo Amato ha posto sul mercato, cioè ha privatizzato, l’Ina, stracarica di soldi, l’Enel, e cioè l’energia elettrica, l’Eni, e cioè il gas, il petrolio, la benzina ecc. e l’intera Iri, con oltre mille aziende pubbliche e oltre 600mila dipendenti finiti sul lastrico. “
Per Mario Pizzola se afferma che la linea adriatica è inutile come gli azionisti di Eni si sono divisi utili stratosferici, allora posso affermare che lei scrive senza conoscere ma solo per sentito dire. Il dividendo di eni, l’unico modo degli azionisti di prendere i frutti del loro investimenti è rimasto costante quindi nessun arricchimento degli azionisti.
Frutto di investimenti anche
gli extraprofitti di tutti questi benefattori(compresi quelli che investono in rinnovabili)?.
Rileggiamo qualcosa.
Studio Università La Sapienza, investimenti non remunerativi
(ANSA) – SULMONA, 29 NOV – Uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia dell’Università La Sapienza di Roma sottolinea come i grandi investimenti in impianti e infrastrutture del gas potrebbero diventare “stranded assets” (investimenti non remunerativi) e ritardare e ostacolare la diffusione delle tecnologie rinnovabili. A segnalarlo sono i Comitati cittadini per l’ambiente – Coordinamento No Hub del Gas che si battono contro la realizzazione del metanodotto Sulmona-Foligno ritenuto “strategico” dal governo e non confliggente “in alcun modo con i principi della ecosostenibilità e della tutela ambientale”. “E’ una colossale bugia – sostengono i Comitati – un’ affermazione che denota scarsa conoscenza sia del progetto che dell’enorme impatto ambientale che arrecherebbe alle aree attraversate dall’infrastruttura”.
Lo studio cui si fa riferimento è stato pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Cleaner Production e dimostra che, sotto ogni punto di vista, è più conveniente abbandonare da subito le fonti fossili puntando invece sulle rinnovabili e sulla efficienza energetica. Lo studio è stato ripreso dall’edizione italiana di Nature: i nuovi gasdotti e gli impianti di rigassificazione, scrivono gli autori, rappresentano un “investimento a lungo termine che contraddice la necessità di una rapida decarbonizzazione dei sistemi energetici” e possono “sottrarre capitale agli investimenti in tecnologie verdi”.
Inoltre, l’implementazione del gas rappresenta una “barriera per il processo di transizione verso le energie rinnovabili e i sistemi energetici sostenibili”.
Secondo lo studio dell’Università La Sapienza l’investimento di 80 miliardi di euro nel settore delle rinnovabili creerebbe 640 mila posti di lavoro temporanei e 30 mila posti permanenti per il funzionamento, la manutenzione e la produzione. Tali misure consentirebbero di ridurre le emissioni annuali del sistema energetico italiano di 21,5 megatonnellate di C02. Tutto ciò avrebbe l’effetto di “migliorare l’indipendenza energetica e rendere meno soggetti all’alta volatilità dei prezzi del gas. E questo in particolare in Paesi come l’Italia, il cui sistema energetico è largamente basato sulle importazioni di gas”.
“Ma a smentire il governo – proseguono i Comitati cittadini per l’ambiente-Coordinamento No Hub del Gas – non è solo la scienza: dati facilmente consultabili attestano che il 22 novembre scorso Terna, l’operatore che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, ha annunciato che sono state presentate richieste di connessione alla rete per circa 300 Gigawatt di nuova potenza rinnovabile”.
“Se tutte queste richieste ottenessero le relative autorizzazioni – spiegano in una nota – l’Italia disporrebbe di una capacità elettrica 4 volte superiore a quella necessaria per raggiungere i suoi target verdi al 2030 (70 GW di rinnovabili).
Terna ha anche reso noto che nei mesi scorsi ha provveduto a rilasciare la soluzione di connessione a circa 22 GW di nuove iniziative di eolico offshore e che entro l’anno in corso si arriverà a rilasciare altri 73 GW, per un totale di 95 GW”.
“Dal canto suo l’associazione Elettricità Futura, aderente a Confindustria e che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico – si legge ancora nella nota -, ha calcolato che installare 60 GW di nuovi impianti di rinnovabili farebbe risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ed inoltre, per i consumatori, significherebbe risparmiare 21 miliardi di euro l’anno in bolletta”.
“Questo significa che nel 2027 quando, secondo le previsioni, il nuovo metanodotto Sulmona-Foligno entrerà in funzione, l’Italia avrà ridotto sensibilmente il fabbisogno di gas; ma gli italiani saranno costretti a pagare in bolletta fino al 2077 il costo di ammortamento di una infrastruttura (gasdotto e centrale) già oggi del tutto inutile, essendo di almeno 50 anni la vita dei due impianti.
Secondo i Comitati “ancora una volta, a prescindere dai governi che si alternano, sentiamo definire ‘strategica’ un’opera inutile e ripetere che essa va realizzata: la centrale di Sulmona e il metanodotto Linea Adriatica sono ‘strategici’, ma non per il nostro Paese, bensì per i profitti della Snam e dell’Eni, alle quali il governo diligentemente tiene il ANSA.it
ULTIMA
La Stampa Economia del 23 febbraio 2023: “Eni chiude l’esercizio 2022 con un utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni di 13,3 miliardi di euro, che è aumentato di 9 miliardi rispetto all’esercizio 2021, mentre l’utile netto di competenza degli azionisti Eni è pari a 13,8 miliardi, evidenziando un notevole incremento rispetto all’esercizio 2021”.
a Stampa Economia del 23 febbraio 2023 bla bla bla. I soldi che vanno agli azionisti è il dividendo punto…… il resto dei soldi rimane in cassa per investimenti, fusioni, altro.
Inutile perdere tempo con voi : Per il momento le energie alternatative sono solo un miraggio, la conversione del energie fossili a quelle alternativi puo’ avere solo utilizzando elettricità. Per il momento la transazione è complicata : auto, aerei, l’industria, ecc. L’energia elettrica, per il momento, non si puo’ stoccare in grandi quantità. Poi c’e’ il problema della produzione quando non c’e’ sole o vento dove si prende ? quando c’e’ un eccedenza di produzione ? Le centrali a combustibile fossile producono a richiesta.
Guadagno di Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni (anno 2021) : 5,85 milioni di euro di cui 1,6 milioni sulla parte fissa.
Lo stipendio di Descalzi non c’entra nulla è un manager che fa bene il suo dovere e viene remunerato di conseguenza, e in proporzione ai risultati. Tra le altre cose nella classifica dei manager per retribuzione è 21esimo. Così giusto per capire di cosa parliamo. Puo piacere o meno ma i manager bisogna pagarli anche Starace di Enel guadagna 4mln e passa. Quindi rispondere con il suo stipendio manco fosse chissà quale scandalo o frutto di extra profitti (250mila euro in più dell’anno precedente) è fuori luogo e non aiuta la vostra battaglia. Non sono francescani sono manager ed Eni è un fiore all’occhiello del nostro paese
Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse come mai la Tap (Trans Adriatic Pipeline) che originariamente doveva passare sotto il Mar Adriatico, “magicamente” 🤔 è stata dirottata sull’appennino.
Forse erroneamente avranno scambiato l’acronimo Tap con Trans Apennines Pipeline?
Descalzi “fa bene il suo dovere…” e guadagna quasi 6 milioni di euro in un anno. E allora, un bravo chirurgo che fa bene il suo dovere, salvando vite umane, quanto dovrebbe guadagnare: miliardi?
E cosa c’entra? Sono attività diverse che paragonare come fa lei è solo qualunquismo.
Questi sono argomenti da bar dello sport, a lei tanto caro, che nulla aggiungono e nulla tolgono alle sue argomentazioni.
Può discutere il suo lavoro, se ne ha le competenze e le ragioni, il resto è fuffa.
Uffa quanta retorica….
Così non la finiamo più, stai a vedere che adesso qualcuno tirerà in ballo i calciatori e poi i cantanti e poi politici e poi e poi e poi e poi magari pure la matrigna, quella è come il prezzemolo, si mette dappertutto.
E basta, siate seri!!!
Esatto, ma si sa aizzare è sempre più facile che argomentare. E poi onestamente non si capisce cosa aggiunge alla sua battaglia
La rete servira’anche per l’idrogeno.
La rete servira’anche per l’idrogeno. In gas non scomparirà’ così presto.
Tutti gli studi, ricerche,pubblicazioni fatte da ricercatori sono come al solito studi fatti da persone che vive in un’altra realtà rispetto a quella in cui viviamo. Tutto è teoria, tutto è proiezioni ipotetiche, miliardi di qua che non vanno di là, se facessimo se investissimo.. Ecc ecc.. La realtà è un’altra. La realtà è fatta di persone, di burocrazia, di cose che Nell’ immediato non si realizzeranno mai, di comitati che si opporranno a qualsiasi trasformazione, di politici che cavalcheranno la protesta, parchi eolici e fotovoltaici che non si faranno ecc ecc.. Ripeto ci stiamo infilando in un vicolo in cui se va bene troveremo una via d’uscita soltanto tra molti anni, senza una scappatoia alternativa. Nel frattempo avremo fatto macerie e chi oggi ha le redini del gioco nel frattempo si arricchirà a dismisura perché stiamo creando le condizioni per speculazioni allucinanti con questa serie di divieti( vedi stati arabi,America, fondi speculativi) e questi stessi, quando saremo dall’altra parte del guado, staranno ad aspettarci dalle loro posizioni di forza avendo nel frattempo comprato tutte le nuove tecnologie. E per giunta senza alcun vantaggio per l’ambiente visto che qualche centinaio di milioni di consumatori europei saranno sostituiti da miliardi di nuovi consumatori asiatici a cui nessuno si sognera’di vietare di usare gas o petrolio o altro. Grazie salvatori dell’ambiente!!!
Certo che è singolare dire che i rigassificatori sopperiranno ai fabbisogni quando prima si fanno carte false per non averli. E poi scusa.. Dove sarebbe tutta questa diminuzione del fabbisogno di gas? Se adesso tutte le auto dovranno andare a batteria e quindi non avremo più il petrolio, come la farai l’elettricità? Abbiamo fatto regole senza avere una soluzione.. È come tagliarsi gli zebedei per fare il dispetto alla moglie. Ci stiamo infilando in un vicolo cieco consegnandoci agli strozzini di turno, come sempre. E per cosa? Per l’ambiente? Quando ci saranno miliardi di nuovi consumatori nei brics che consumerà no a più non posso con i soldi che verseremo loro staremo a vedere l’ambiente che fine farà
Ma poi mi chiedo (e spero): forse la linea sarà fatta in modo da poter essere adatta o facilmente riconvertita per il trasporto di idrogeno
E chi paga? Il popolo italiano, diciamo stop a questi ladri
Come sempre in Italia tutto finisce in polemica senza considerare che fra dieci anni ,con la messa al bando delle attuali fonti di energia,andremo sotto Case Pente a fare scampagnata sotto un inutile manufatto che avra’ solo sventrato la Valle Peligna regalandoci malattie tumorali di cui non avvertiamo proprio necessita’ considerando gli indici sanitari.Dovremo convincerci che le fonti alternative di energia saranno il futuro:ben avrebbe fatto lo Stato italiano ad imporre ,almeno per le nuove costruzioni,l’uso del fotovoltaico sui tetti:si sarebbe ottenuto risparmio energetico imposto da Madre Europa e non avremmo mandato in macerie palazzi che non ne avevano bisogno:cosi abbiamo beneficiato anche chi,con lauti redditi e altre proprieta’,non avrebbe dovuto gravare sui monoredditi che si ritroveranno con abitazioni fuori mercato per cervellotiche manovre europee.