Franco Gerardini si è dimesso dalla carica di Amministratore unico di Cogesa. Decisiva la sentenza odierna della Sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale Ordinario dell’Aquila. Una sentenza che non ha considerato illegittima la nomina di Gerardini dello scorso 4 gennaio, bensì non ha riconosciuto la giusta causa per il “licenziamento” dell’ex consiglio di amministrazione.
Così come è entrato, in punta di piedi, Gerardini va via senza sbattere la porta. Anche se ne avrebbe avuto tutto il diritto, visto quanto è riuscito a far emergere in appena tre mesi sulla malagestione della partecipata. Tra gli ultimi dati thriller svelati dall’ex numero uno della partecipata, vi sarebbe l’utilizzo di almeno un terzo dei dipendenti di Cogesa per mansioni superiori al loro inquadramento all’interno dell’azienda.
Gerardini lascia così una nave su cui gran parte dei marinai già da tempo si era ammutinata. Lo rispecchiano le tre convocazioni del controllo analogo andate pressoché deserte, con una manciata di sindaci dei Comuni soci a prenderne parte. Come se non fosse affar loro la gestione del rifiuto dei propri cittadini. Come se non fosse loro interesse il destino dei dipendenti di Cogesa, con 43 vertenze in atto che, a quanto pare, non sono state sufficienti per partecipare all’incontro con le sigle sindacali (a cui hanno preso parte solo Sulmona e Pettorano sul Gizio).
Il futuro, sia immediato e sia a lungo termine, si dovrà scrivere a breve. Ma la spaccatura rimane netta e difficilmente sanabile. Da una parte i sindaci soci che non vogliono tornare al passato. Non vogliono vedere nuovamente la partecipata come un “votificio”. Un luogo governato dalla legge del do ut des. Dall’altra, invece, chi a parole vuole cambiare rotta, ma nei fatti non propone soluzioni.
Undicii Comuni dei sessantaquattro soci (Sulmona, Pratola Peligna, Tornimparte, Pescocostanzo, Castiglione a Casauria, Pettorano sul Gizio, Pacentro, Roccapia, Vittorito, Acciano e Cansano), hanno già fatto sapere di voler rompere con il passato, inaugurando una nuova e diversa politica dei rifiuti, con particolare riferimento ai disagi arrecati al territorio che ospita l’impianto e alla popolazione che vi risiede.
“La trasmissione degli atti alla competente Procura della Repubblica da parte del Tribunale di L’Aquila – si legge nella nota congiunta dei 10 Comuni -, oltre alle richieste già avanzate dalla Corte dei Conti, suona quale ulteriore campanello di allarme e conferma le critiche e i rilievi da noi mossi durante la gestione degli ultimi anni. I sottoscritti esprimono sentita e non convenevole gratitudine al Dott. Franco Gerardini che, con sensibilità, dedizione ed intelligenza, in poche settimane di lavoro prestato in termini di assoluta gratuità, ha posto in essere atti fondamentali per il risanamento finanziario della Società attraverso il recupero di crediti, la stipula di convenzioni scadute da tempo e non rinnovate e la conclusione di progetti da lungo tempo seppelliti nei cassetti della Società. Lo stesso ha agito a tutela dell’impianto e della salute dei cittadini, contestando la pessima qualità dei rifiuti conferiti dalla Città capoluogo”.
“La sentenza del Tribunale dell’Aquila – scrivono i 35 sindaci richiedenti convocazione assemblea – cui seguite le dimissioni dell’amministratore unico del Cogesa Franco Gerardini e il reintegro del Consiglio d’amministrazione, ripristina la legittimità in seno alla società. L’attività dei sindaci, che hanno messo in discussione la correttezza della revoca del cda, è stata confermata dai giudici e anche dai numeri, visto che nell’assemblea di questa sera, prima convocata e poi disdetta, rappresentavano la maggioranza relativa delle quote e quella assoluta dei soci. Le dimissioni di Gerardini, tardive e superflue, sono solo l’esito scontato di una situazione che i primi cittadini avevano dimostrato di aver chiara sin da subito. Adesso procediamo con la serietà che ci ha caratterizzato fino ad oggi, con la richiesta già formalizzata di una nuova assemblea che procederà in tempi rapidi all’individuazione della nuova governance”. che avrà l’unico obbiettivo di inaugurare una nuova stagione per la Societa, per le maestranze e per il territorio”.
Cioè fatemi capire. Un tribunale ha stabilito che x sindaci hanno commesso … diciamo … una leggerezza. E adesso rivendicano anche la ragione. Ma su quale libro hanno scoperto questa summa veritas di cui sono portatori e che noi comuni mortali non riusciamo a comprendere ???
Il passo dalla linea editoriale del castigat mores a quella del mettiamo una pezza …. è breve
Purtroppo da noi, la INCAPACITA’ oramai conclamata dei POLITICI di turno fa si che a sedere sulle poltrone ci siano solo NOMINATI , pseudo ABUSIVI che si fanno chiamare AMMINISTRATORI senza uno straccio di curriculum che ne certifichi le competenze e capacità , senza nessuno che democraticamnente gli abbia eletti, ABUSIVI di POLTRONE RETRIBUITE CON DENARO DI TUTTI , ABUSIVI che NON debbano attestare capacita’ imprenditoriali e MANGERIALI ma solo conoscenze, parentele o convivenze con il POTENTE di TURNO .
Povera Valle Peligna poveri i nostri figli
Onore a Geradini che purtroppo per lui si è fidato di politicanti da strapazzo che oggi ci fanno pagare il conto delle loro incapacità. Una personalità come lui meritava maggior rispetto soprattutto da parte di chi lo ha messo in mezzo.
Sui 10 comuni condannati, perché di questo si parla, non basterà tirare la palla in tribuna cercare di sviare l’attenzione anche con campagne mediatiche pro. Purtroppo per loro parla la sentenza e purtroppo per noi pagheremo noi cittadini. Onestà intellettuale esigerebbe scuse e dimissioni ma capisco che dato il livello è chiedere troppo ma almeno evitino ulteriori pagliacciate tipo questa
Pazzesco. Invece per la saca?
Chi perde rosica… e pure tanto!…. 10 bravi e 55 cattivi?…. ma fatevi un esame di coscienza ogni tanto… scendete da questo pulpito perché siete voi la rovina di Cogesa! Avete da anni esasperato gli animi celandovi dietro finte verità e apparenti risanamenti ma senza alcuna progettualità e rimanendo sempre in 10…. o poco più su 65?…. un bagno di umiltà per favore
Ma cosa ha fatto emergere…la sentenza è chiara. Rileggila e non state sempre da una parte perché non si tratta di chi ha ragione o torto ma di buon senso.
La cosa assurda e penosa in tutto ciò’ e’ che sulla sua bacheca Facebook gioisce
Il BACHETTONE ….come se fosse una sua vittoria politica !
Onore a Gerardini …
una bravissima persona onesta a cui andrebbe detto GRAZIE per aver provato anche se inutilmente a mettere ordine nel COGESA.
Nessuno canti VITTORIA POLITICA in questa squallida vicenda.
Spiazzante o meno la sentenza rimane tale e sentenzia torti e ragioni.
Buon senso vorrebbe che gli sconfitti chiedessero scusa o quanto meno tacessero invece rilanciano incuranti della sconfitta politica e giudiziaria. Avessero un briciolo della dignità di Gerardini si dimetterebbero come ha fatto lui, magari evitando di sindacare il lavoro dei magistrati. E invece. Questa vicenda purtroppo evidenzia il basso livello della nostra classe politica e di certe campagne mediatiche mai pro ma sempre contro. I veri sconfitti sono i cittadini chiamati a pagare questa incapacità e questa faziosità
TUTTI A CASA POLITICANTI E PIFFERAI
Strano, ma forse e’ stata una mia disattenzione, che l’articolo non dica che il COGESA è stato condannato anche alle spese legali per in importo di circa 5 Milà euro….. Le farei pagare ai 10….. Ora finalmente si e’ fatta chiarezza ma dal CDA oggi pretendo e non chiedo che si inizi a fare chiarezza e lavorare per salvare la partecipata. Si rispetti il contratto con l’aquila fino al 31 dicembre per evitare altre sonate giudiziari ma si rinegozzio subito le nuove tariffe. A seguire rispristinare i ruoli dei dipendenti, controllo di mezzi e spese (installando magari GPS ottimo esempio comune dell’Aquila dopo soli due mesi riduzione costi carburante di un terzo). Si chiuda questa vicenda buia magari con un minimo di scuse dei 10 non fosse altro per le spese legali e si riparta con serietà e onestà!
bene,chiacchiere,spot pubblicitari per distogliere l’attenzione,i problemi gestionali rimangono tutti,come prima piu’ di prima,i comuni incassano le imposte e non pagano quanto dovuto,altro che vincitori…il fallimento e’ dietro l’angolo,tutti fanno finta di niente,pagano i Contribuenti creduloni,gli illusionisti raccontano magiche storie di favolosi successi,il carrozzone e’ al capolinea,tra poco si scende,altro che cda,sindaci vincenti/perdenti,amministratore unico,l’aquila/sulmona,ecc,ecc ,i bilanci economici dicono…tutti a casa,o no?
11 comuni contro i sindaci dissidenti … che sono 34. Ahahaahahahahahahahahaha.
Ma che modo è di rappresentare la realtà? La maggioranza dei sindaci viene bollata come dissidenti e la minoranza come eroi. Ma per piacere !!!!
È così diventeremo la discarica del centro Italia !
Povera Sulmona.In questo marasma in cui e’ tutto un j’accuse
e solo una montagna di debiti e di munnezza e’ l’unica a pagarne le spese.Sulmona ed i cittadini “,quelli onesti ” che impotenti davanti a questo disastro continueranno a pagare diligentemente la tari.
Fare ridere e Franco forse un ricovero immediato sarebbe per Voi una soluzione NECESSARIA.
Abbiamo perso,con Gerardini,una persona competente estranea agli imbrogli di politicanti da strapazzo verso i quali esprimo tutto il mio disprezzo.Tutta la vicenda non fa affatto bene a Sulmona e non ce la prendiamo con altri se Sulmona fa una brutta fine..sono solo certi sulmonesi la rovina di Sulmona
… “ Undicii Comuni dei sessantaquattro soci (Sulmona, Pratola Peligna, Tornimparte, Pescocostanzo, Castiglione a Casauria, Pettorano sul Gizio, Pacentro, Roccapia, Vittorito, Acciano e Cansano), hanno già fatto sapere di voler rompere con il passato, inaugurando una nuova e diversa politica dei rifiuti, con particolare riferimento ai disagi arrecati al territorio che ospita l’impianto e alla popolazione che vi risiede“ …
Ecco, giusto, magari TORNIMPARTE può offrire un sito del suo territorio per realizzarne una, di discarica, a valere per l’intero circondario… mamma Aquila compresa…