Premio Croce, ecco le terne finaliste

Sono state rese note questa mattina le tre terne di finalisti della XVIII edizione del Premio Croce. Nove libri che le quarantacinque giurie popolari degli studenti dovranno leggere e valutare per restituire il 19 maggio, in occasione dell’assemblea che si terrà nel polo scientifico Mattioli di Vasto, la loro valutazione e indicazione.

Durante i due mesi del lavoro di lettura dei libri, tra i ragazzi delle Giurie delle scuole abruzzesi, si terrà una indagine sulla lettura: cosa, quanto, quando, come e dove leggono i ragazzi. L’indagine è svolta in collaborazione con il Cepell, il Centro per il libro e la lettura. I risultati diventeranno oggetto di una pubblicazione che verrà messa a disposizione delle scuole, dei Comuni, della Regione e delle Istituzioni Culturali d’Abruzzo.

Una presentazione quella tenutasi oggi a Pescara, che è stata dedicata anche ai cento anni del Parco nazionale d’Abruzzo: un link inevitabile per un Premio la cui cerimonia finale di consegna ci sarà a Pescasseroli dal 27 al 29 luglio prossimi. Sarà l’occasione anche per assegnare un Premio alla Memoria a Eugenio Scalfari, il direttore scomparso lo scorso anno.

Questi i libri finalisti che dovranno essere divorati dagli studenti della giuria popolare, composta da scuole abruzzesi, italiane, ma anche europee (la francese Castellane).

Per la saggistica competeranno Massimo Ammanniti con “Passoscuro” (Bompiani), Enrico Pedemonte con “Paura della scienza” (Treccani) e Marcelo Flores che insieme a Giovanni Gozzini, hanno scritto “Perché il fascismo è nato in Italia” ((Laterza).

Per la sezione letteratura giornalistica i testi selezionati sono quello di Lorenzo Cremonesi “Guerra infinita” (Solferino), Anna Rizzo con “I paesi invisibili” (Il Saggiatore) e Mirella Serri con “Mussolini ha fatto tanto per le donne” ((Longanesi).

Chiude le terne quella dedicata alla narrativa: Titti Marrone con “Se il cuore fosse pietra” (Feltrinelli), Lorenza Pieri con “Erosione” (E/O) e Valeria Tron con “L’equilibrio delle lucciole” (Salani).