Una solidarietà che non lascia spazio a fraintendimenti: chiara e netta. Arriva dall’Abruzzo l’abbraccio e il sostegno ad Annalisa Savino, la dirigente del liceo di Firenze redarguita dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara per essersi schierata contro le aggressioni squadriste e fasciste perpetrate sugli studenti.
Con una lettera inviata alla collega preside, infatti, il responsabile dei dirigenti scolastici abruzzesi della Cgil, Antonio Lattanzi, preside a sua volta dell’istituto comprensivo Fiori di San Demetrio Ne’ Vestini, elogia il coraggio della sua collega, condividendone posizioni, espressioni e richiami storico-letterari, a partire dalla citazione su Antonio Gramsci “uno dei più importanti pensatori italiani, tenuto in carcere e di fatto assassinato dalla furia ideologica fascista”.
“Non spetta al ministro dare giudizi sulle iniziative che ognuno di noi vuole intraprendere nei confronti dei nostri studenti – scrive Lattanzi – e sul nostro ruolo di responsabili del processo educativo messo in atto all’interno dell’istituto scolastico che siamo chiamati a dirigere. Chiunque si trovi al governo, legittimato dal voto popolare, può fare tutto, Leggi, Decreti, Riforme, ma c’è una cosa che nessuno può fare, non tenere conto dei principi sanciti dalla Costituzione che nasce dall’antifascismo e dalla Resistenza”.
I consiglieri regionali di opposizione, Pierpaolo Pietrucci, Silvio Paolucci, Dino Pepe e Antonio Blasioli, hanno intanto annunciato che presenteranno una risoluzione da portare in consiglio per esprimere solidarietà alla preside di Firenze. Un documento che certo sarà di imbarazzo per la maggioranza di centrodestra all’Emiciclo: “Crediamo che non sia mai troppo l’impegno civico e la passione morale che le istituzioni a tutti i livelli – scrivono i consiglieri regionali – devono esprimere per non solo difendere, ma per promuovere i principi costituzionali di libertà, dignità della persona, rispetto dei diritti e dei doveri di tutti, giustizia sociale, emancipazione e solidarietà”.
Ma come sono pronti a “comportarsi da fascisti” questi dirigenti!!!! Per loro il problema non è abbassare i toni e dare l’esempio, no, loro devono strumentalizzare politicamente ogni cosa. Quando gli studenti hanno occupato perché la sinistra non ha vinto( ma quando mai….!) le elezioni non hanno fatto un fiato.
Ma cercate di dare il buon esempio se ci riuscite e lasciate la politica fuori dalle scuole.
Graxie
La politica È nelle scuole,nella nostra vita,dappertutto e c’è(ancora) libertà di pensiero e di parola..e comunque se dall’altro lato non è arrivato neanchè un cenno di condanna per i fatti accaduti a Firenze, al contrario c’è chi invece vuole farlo..
Qualcosa in contrario?
Carla, pienamente d’accordo con lei. Il Fascimo, nonostante la Costituzione, è ancora tra noi interpretato pienamente da chi scrive di tener fuori la politica dalla scuola. Tenerla “fuori” intanto c’è chi da “fuori” la porta dentro con brutte scene che evocano un passato che tutti mi, da dentro, abbiamo tentato di cancellare, attuando quello che la Costituzione ci ha detto fare.
Brava
Ma lo sapete almeno che la signora preside è impegnata in prima persona in politica? Nessuno contesta le sue idee, ma nessuno può approfittare del posto di lavoro per fare politica.La signora si è candidata alle primarie del PD alle regionali: mi pare nel 2009.
La Storia è una cosa seria e io spero che il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” fornisca ai suoi studenti insegnanti con una conoscenza della storia migliore di quella che ha la Preside così come spero che i presidi della CGIL aldilà della la parte non cadano nella trappola della ignoranza.
I fatti e le opinioni, infatti, non sono la stessa cosa: le seconde possono nascere solo se si conoscono, bene, i primi: altrimenti è solo propaganda.
La preside mette due fatti a fondamento delle sue opinioni.
a) Scrive, testualmente: “Antonio Gramsci che i fascisti chiusero in carcere fino alla morte”. Antonio Gramsci (grande intellettuale comunista trasformato in icona pop come Che Guevara) fu rinchiuso a in carcere ma non è morto in carcere. Gramsci morì in clinica essendo stato liberato dal carcere tre anni prima. Questo rende meno afflittiva e ingiusta la sua detenzione? No. È grave che una professoressa/preside citi Gramsci ma non conosca la sua vita né il suo pensiero. Gramsci non è un’icona pop che puoi usare senza conoscerlo.
b) scrive inoltre che il “fascismo è nato ai bordi di un marciapiede con un pestaggio”. Ovviamente quintali di libri che dicono che il fascismo è nato nelle trincee della prima guerra mondiale, nel mito della vittoria mutilata, nella risposta alla violenza del biennio rosso etc…sono dimenticate.
La professoressa, questo è certo,confonde Mussolini con Eros Ramazzotti “nato ai bordi di periferia dove i tram non vanno avanti più… ”
Poi, cari presidi della CGIL, ci sono le opinioni.
La preside (minuscola perché tale si è dimostrata nella sua funzione educatrice) scrive una lettera circolare in cui dice ad alunni, insegnanti, personale ATA che chi la pensa diversamente da lei (alza muri, si richiama agli Avi etc…) va isolato e va combattuto con le armi della cultura.
Tale assioma è, di per se stesso, assurdo e irrazionale. Isolare una persona perché ha idee diverse dalle tue non è esattamente ciò che una scuola dovrebbe insegnare ma, soprattutto, il contrasto con le armi della cultura (se le si possiede! ed alcuni dirigenti dimostrano di non averne affatto, ma tanto l’intenzione è di fare politica di parte e non educazione!) lo si fa confrontandosi con il diverso da sé. Il dialogo necessita di tesi ed antitesi, altrimenti non è dialogo, è un monologo.
In fine, così solo per essere precisi, Antonio Gramsci che non è un icona pop ma un grande intellettuale non si batteva per la democrazia ma per la violenta presa del potere della dittatura del proletariato e della soppressione delle altre classi.
Gramsci voleva che l’Italia fosse come l’Urss, non sognava il modello democratico.
Questo non sminuisce il suo valore né il suo coraggio (a differenza di Napolitano, Iotti etc…fu antifascista durante il fascismo al potere non a fascismo caduto) ma una professoressa/dirigente/scrittrice, tutto ciò dovrebbe saperlo.
Dovrebbe saperlo e dovrebbe insegnarlo e dovrebbe scriverlo all’Italia che legge…altrimenti si è in cattiva fede e si insegnano opinioni e non fatti.
Egregio signore,
quindi è per tutto ciò che lei asserisce che il ministro ha minacciato la Preside?
Però , glielo poteva dire che è una ignorante!
Caro Carlo Maria, il problema principale di quando si vuole fare il maestrino é che poi bisogna dimostrare di poterlo essere. A parte la necessaria osservazione che “aldilà” é un sostantivo e non può essere utilizzato come locuzione avverbiale come fa lei, i fatti che lei oppone a quelli della preside sono altrettanto imprecisi. Gramsci muore fuori dal carcere, ma in regime detentivo. Anche volendo fare finta, come ha fatto lei, che la questione fosse come é morto Gramsci e non il fatto che sia stato una delle vittime del fascismo, ciò che scrive non é corretto, e confuta ciò che la preside scrive con la stessa qualità di ciò che vorrebbe confutare.
Anche in relazione al secondo fatto, non vorrà mica farci credere che leggendo la lettera della preside lei abbia inteso che la preside si stesse riferendo a un fatto specifico, a un particolare pestaggio che avrebbe fatto nascere il fascismo? L’aggettivo qualunque utilizzato smentisce questa interpretazione (la quale francamente sarebbe farneticante comunque, assunto che solo uno studente delle elementari potrebbe credere di identificare in un evento singolo la genesi di un fenomeno complesso come quello in questione). L’argomento della preside é semplicemente questo: l’indifferenza verso questi fenomeni, i pestaggi, i tentativi di zittire con la forza chi ha opinioni diverse, sono l’humus delle culture fasciste e naziste.
La storia é una cosa seria, come giustamente scrive, ma la comprensione del testo lo é ancora di più.
La preside del fascismo sa quanto so io di matematica. Imbarazzante. L’analisi storica di Gramsci del fascismo fa acqua da tutte le parti tanto da essere smentita da Togliatti il quale, con le sue lezioni sul fascismo, intuì lo spirito rivoluzionario del fascismo e l’influenza dell’idealismo così come della prima guerra mondiale sul ribellismo novecentesco. La preside è semplicemente un’asina e il ministro che le risponde in quel modo un pezzente. Una storia di pressappochismo italiano.
Beh, pure il tuo commento, quanto a pressappochismo, non é niente male. Dove farebbe acqua l’analisi della Preside? Inoltre, quando si fa una citazione, si indica una fonte verificabile, poiché spesso chi pensa di aver capito un’argomentazione di un autore, non ci ha in realtà capito una mazza, e così gli si può spiegare.
E comunque quando accadono simili fatti è compito di tutti,presidi e ministri, condannarli con forza invece di nascondersi dietro inutili e ipocriti paraventi,perchè sono i ragazzi che rischiano la vita,mica loro
Ancora!!! La preside è bravissima, è tutto quello che volete, ma,ma ,ma le sue idee belle, giuste etc etc le deve esprimere da casa sua non usando la carta stampata ed altro della scuola.
La presida è un’attivista di un certo partita e; questo, se avete mai fatto qualcosa di serio per campare, vi dovrebbe portare a “condannarla”. Ognuno di noi ha delle idee ma deve esprimerle durante il lavoro.
Grazie
Inutile rispondere a chi per forza vuole portare acqua al suo mulino..intanto la violenza che non viene condannata con forza incoraggia altra violenza
La violenza va sempre stigmatizzata da dovunque essa provenga: magari anche quando colpisce un giornalista (Capezzone) con idee diverse dal mainstream cui viene impedito di parlare alla Sapienza di Roma.
Bisogna essere sempre attenti e solidali con TUTTI.