L’autonomia differenziata spaventa il Mezzogiorno. L’andamento a due, o meglio a venti velocità, verso cui si spinge l’Italia ha messo in allarme la FLC Cgil L’Aquila. La sigla sindacale, infatti, ha espresso tutte le proprie perplessità in merito all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri, del DDL Calderoli, avvenuta il 2 febbraio 2023.
Son 23 le “materie regionalizzate”, ovvero che viaggeranno secondo le disponibilità economiche delle singole regioni. La conclusione è abbastanza semplice, quanto inquietante: la forbice tra regioni ricche e povere continuerà ad allargarsi. Sanità differenziata, così come l’istruzione. E proprio sul tema scuole batte forte e duro la Cgil L’Aquila, con gli istituti della regione Abruzzo (e in particolar modo dell’aquilano) a rischio soppressione.
“Temiamo che la combinazione dell’Autonomia Differenziata e delle novità apportate dalla legge di bilancio 2023 sarà distruttiva per il sistema scolastico della nostra provincia su cui insistono scuole che, già da anni, soffrono di impoverimento dell’utenza per ragioni legate allo spopolamento, alla carenza di servizi della aree interne, in altre parole, all’abbandono della politica – scrive Miriam Anna Del Biondo, Segretaria Generale FLC CGIL L’Aquila – . Se riteniamo che, nell’impianto globale, la legge di stabilità sia deludente e non investa sui settori della conoscenza, confermando una annosa politica di disinvestimento nell’idea che la scuola e l’istruzione dei cittadini e delle cittadine sia una spesa da contenere, le scelte fatte per la riduzione delle Dirigenze Scolastiche e dei DSGA, attraverso l’innalzamento del numero degli iscritti e delle iscritte sancirà definitivamente la morte delle nostre aree interne, toccando anche scuole situate nei 3 comuni più grandi: L’Aquila, Avezzano, Sulmona”.
Secondo una prima stima, nel giro di pochi anni, attraverso un sistema che prevede un media regionale degli iscritti e delle iscritte posta in un range tra 900 e 1000 (attualmente, per mantenere l’autonomia, sono necessarie 600 iscrizioni che scendono a 400 nelle scuole situate nei comuni montani) in Regione Abruzzo nel 2034 (anno in cui si compirà il dimensionamento che partirà dal 2024) avremo 147 istituzioni scolastiche contro le attuali 196. Non è difficile capire che la Provincia dell’Aquila, l’unica interna e la più grande tra le 4 province abruzzesi, sarà quella maggiormente penalizzata. Attualmente in provincia dell’Aquila ci sono 47 istituzioni scolastiche, per un totale di 34.952 iscritti.
In particolar modo, nel distretto peligno si contano 5.287 iscritti, mentre in quello sangrino non si raggiungono le duemila unità.
“Senza alcuna deroga – prosegue la Cgil – e senza alcun riguardo per le particolarità e le complessità del territorio, applicando sul numero totale degli iscritti e delle iscritte una media regionale di 950 avremo 36 istituzioni scolastiche al posto delle attuali 47. Delle attuali 47, ben 29 si situano attualmente al disotto dei/delle 900 iscritti/e previsti/e dalle nuove norme, ma anche al di sotto dell’attuale media regionale di 850. Questo vuol dire che si giungerà ad accorpamenti territoriali che condurranno alla creazione di istituti mostri che, vista la particolarità geo morfologica della nostra provincia, dovranno necessariamente coprire territori ampi, spesso montani, mal serviti e con una pessima viabilità”.
La Cgil, inoltre, ha dato il via a una raccolta firme per una LIP (Legge d’iniziativa popolare), che ha come obiettivo il raggiungimento delle 50.000 sottoscrizioni per poter essere accolta.
E dov’è il problema?
Saremo tutti accorpati al distretto di L’Aquila, d’altronde qualcuno deve pur sopravvivere e per forza di cose qualcuno deve pur soccombere!
Non mi sembra di dire nulla di strano, ormai ci si sta lavorando da lungo tempo al progetto, specialmente in Regione e i risultati si vedono.