L’Abruzzo nella morsa dell’influenza: incidenza doppia rispetto al resto d’Italia

Non è il Covid, ma ha sintomi simili, fino a poter procurare polmoniti interstiziali. Febbre alta per più di tre giorni e problemi respiratori. L’influenza Australiana sta colpendo in particolar modo l’Abruzzo, dove i casi registrati sono quasi il doppio della media nazionale: 16,9 ogni mille assistiti, rispetto agli 8,9 del resto d’Italia. La regione in assoluto più colpita nella Penisola.

Secondo gli esperti molto è dovuto alle basse temperature che hanno caratterizzato l’Abruzzo nelle ultime tre settimane, periodo preso a campione per lo studio condotto da InfluNet, la rete di sorveglianza cioè dell’Istituto superiore di sanità.

Sono i bambini, in particolare, ad essere i più colpiti, quelli che poi riportano a casa l’influenza.

Fino a 4 anni di età rappresentano infatti in Abruzzo il 44,9 per mille dei casi, che si abbassa al 25,21 per mille nella fascia tra i 5 e i 14 anni di età. Sotto la media regionale tutti gli altri: 11,7 per mille per la popolazione tra i 15 e i 64 anni e 7,5 per mille per gli over 65.

L’incidenza nei bambini è dovuta in particolare alle poche vaccinazioni, ma anche al fatto che i tre anni di pandemia, il distanziamento e l’uso delle mascherine, hanno ridotto le capacità immunitarie dei più piccoli, molti di loro per la prima volta di fronte ad un virus stagionale respiratorio.

Il picco, tuttavia, dovrebbe ora essere passato, anche perché ormai è inutile, e sconsigliato, vaccinarsi, immunità, spiegano gli addetti ai lavori, che doveva essere fatta prima e non durante il periodo di massima diffusione del virus.

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