I respiri profondi, le telefonate allarmate, le smentite spocchiose, le testimonianze del dopo, dei sopravvissuti: l’audio arriva direttamente alla memoria, senza bisogno di immagini. Che quelle sono stampate nelle maratone televisive di quei giorni. Indelebili nella memoria collettiva. Con il fiato sospeso, come tra le macerie dell’Aquila e ancor prima come il pozzo di Alfredino. Sei anni fa, nell’inferno freddo e di neve di Rigopiano. A Farindola, 18 gennaio 2017: 29 morti sotto la valanga sull’hotel di lusso.
Raitre Abruzzo ha messo online da oggi il primo podcast prodotto dalla sede di Pescara: tre puntate per circa un’ora totale di durata, che raccontano e scavano in quel terrore, nell’angoscia, nel sentire di vittime, familiari e testimoni. Con gli stessi colleghi giornalisti a farsi pezzi di racconto.
Il primo “1.90 secondi” che in poco meno di 20 minuti ricostruisce la vicenda di cronaca: i primi soccorsi, i nomi delle vittime, le loro storie.
Il secondo “Silenzio nella neve” che scava oltre la montagna, per cercare negli atti giudiziari, la ricerca della verità e della giustizia. Il non fatto: le inchieste della TgR Abruzzo mettono in luce il mancato utilizzo degli elicotteri militari per liberare l’Hotel prima e dopo la valanga.
Il terzo “Trappola di carte. Il caso D’Angelo” fa un salto temporale di quasi due anni, quando a novembre 2018 si riaprono le indagini proprio a seguito delle inchieste giornalistiche: il presunto depistaggio, la telefonata del cameriere Gabriele D’Angelo occultata e nella quale cinque ore prima della tragedia si chiedeva aiuto, anzi l’evacuazione del resort. Cinque parole inviate alla Croce Rossa di Penne e che scompaiono nel brogliaccio dell’inchiesta.
Una storia e una ferita ancora aperte, mentre proprio domani si torna in aula.
Ci sarà un racconto, il lavoro egregio del servizio pubblico.
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