Cogesa, i debiti economici e ambientali degli aquilani

La questione del Cogesa è questione complessa, sotto molti punti di vista: societario, amministrativo, finanziario, ambientale, politico. Sono talmente tanti e grandi i problemi che è facile perdercisi dentro, anche per tanti sindaci che sono chiamati a dare gli indirizzi, ma che in molti casi non conoscono neanche l’indirizzo della sede, dove non hanno mai messo piede in assemblea.

Uno dei temi più urgenti, ora, è quello però del rinnovo della convenzione e del contratto con l’Asm (scaduto il 31 dicembre) che gestisce i rifiuti dell’Aquila e da cui dipendono in gran parte, come spiegato da Gerardini, anche i miasmi di Noce Mattei, oltre che la voragine di bilancio.

Per capire cosa sia successo e cosa stia succedendo nei rapporti con il capoluogo, bisogna partire da lontano.

Fino al 2017, infatti, L’Aquila, ovvero Asm, conferiva i rifiuti a Sulmona come “esterno” al costo di 121,50 euro a tonnellata. Detti rifiuti venivano lavorati a Sulmona e poi trasferiti, come da Statuto, in altra discarica (perlopiù Isernia).

Nel febbraio 2018, però, la governance di Vincenzo Margiotta, con il voto dell’assemblea, consente l’ingresso tra i soci di Asm che, con l’acquisto di una quota, al costo di mille euro, dal Comune di Cansano, entra a far parte della “famiglia” Cogesa che, però, con L’Aquila diventa “grande famiglia”, fin troppo. L’operazione viene giustificata principalmente con la necessità di rispettare il cosiddetto principio di prevalenza: una società partecipata, cioè, può ottenere affidamenti in house dai soci (cioè senza l’obbligo di ricorrere ad una gara ad evidenza pubblica) se il servizio svolto è in prevalenza a favore dei soci stessi. L’ingresso di Asm, insomma, permette a Cogesa di ottenere la prevalenza e quindi l’affidamento diretto da parte dei Comuni.

Il prezzo da pagare, però, è enorme per la società e con l’andare del tempo anche e soprattutto per Sulmona che ospita la discarica. L’ingresso come socio permette ad Asm, innanzitutto, di conferire ad un prezzo ridotto, ovvero a 110,32 euro a tonnellata, che moltiplicati per circa 22mila tonnellate l’anno (ovvero oltre la metà dei rifiuti trattati da Cogesa), si traducono in una perdita di cassa di oltre 250mila euro l’anno.

Il capolavoro, si fa per dire, è che ad Asm viene fissata per cinque anni questa tariffa tramite un contratto (essendo un rapporto tra due società), per cui si arriva presto al paradosso che i Comuni soci, più virtuosi come raccolta differenziata, con più quote o anche fondatori della società, si trovano a pagare di più di Asm, che scarica a Sulmona rifiuti non differenziati, di pessima qualità e in quantità spropositate.

Tant’è che ad un certo punto, con il lievitare dei prezzi, trasferire i rifiuti dell’Aquila ad Isernia o in altra discarica, diventa insostenibile. Ecco allora che la governance decide di violare l’obbligo imposto dall’assemblea di mandare in discarica non più di 20mila tonnellate l’anno, sfruttando la clausola per cui Asm in quanto socio, seppure con una sola quota, può conferire a Noce Mattei. La cassaforte. L’effetto è devastante per la discarica di Sulmona che si riempie in brevissimo tempo per la quantità dei rifiuti conferiti (il 57% del totale) e per la loro qualità, tanto che il 67% di quelli che finiscono in discarica sono dell’Aquila. Non solo: la presenza oltre il 30% sopportato dall’impianto di rifiuto organico (che nei rifiuti dell’Aquila è del 40%), accelera, peggiora e rende immediato l’effetto sui miasmi, perché il Tmb non riesce a stabilizzare un prodotto così sporco.

Nel frattempo i costi aumentano e nel 2021 l’assemblea decide di cambiare la tariffa per l’Asm, portandola a 120 euro a tonnellata. Asm, però, ha un contratto firmato da Margiotta e a quello si attiene, per cui nel 2021 sul bilancio c’è una perdita di 212mila euro che diventano 773mila euro (in teoria) con il dovuto (561mila euro) nel 2022, perché le nuove tariffe, non ancora approvate, prevedono un costo per Asm di 136,5 euro a tonnellata.

L’altra sera l’amministratore Gerardini ha inviato una lettera ad Asm nella quale avverte che, pur in assenza di convenzione e contratto, Cogesa continuerà a prendere i rifiuti del capoluogo fino a quando l’assemblea non deciderà il da farsi, ma che la tariffa da mettere in conto, con effetto retroattivo al primo gennaio, è quella attualizzata (136,50 euro) e non quella del vecchio contratto.

A conti fatti, prima di un eventuale uscita di Asm da Cogesa, la società, e quindi L’Aquila, dovrà saldare un debito di circa 1 milione di euro. Ma soprattutto, ha messo nero su bianco il neo amministratore, dovrà immediatamente migliorare la raccolta differenziata (per il 2022 calcolata nel 42,8%) che si trova sotto i parametri imposti dalla legge (65%) e che ha un carico di organico troppo elevato per essere lavorato dall’impianto sulmonese.

Qualcuno lo chiama sentimento anti-aquilano.

9 Commenti su "Cogesa, i debiti economici e ambientali degli aquilani"

  1. L’Aquila si vergogni | 15 Gennaio 2023 at 07:00 | Rispondi

    Qualcuno lo chiama fare le cause perbene! L’Aquila dovrebbe vergognarsi ! Tra ricostruzione post sisma e vari benefit, incassa milioni! Paghi il dovuto, non si sta chiedendo altro.

  2. Quindi dobbiamo ringraziare Margiotta e il solito “Innominato”…. Proviamo solo ad immaginare se fosse diventato sindaco

  3. La domanda e’:come e’ potuto accadere tutto questo e soprattutto perché.

  4. Stai lì caro Gerardini e non ti muovere. Rappresenta l’Abruzzo che cambia.
    Margiotta , ma come hai potuto fare uno sgarbo ai piccoli comuni?

  5. Con tutta questa diatriba in atto, non vorrei che si perdesse di vista il fatto che Sulmona è sporca, la raccolta differenziata non funziona, i mastelli sono rotti e gli operatori non li svuotano, e le tariffe probabilmente aumenteranno.

  6. Quindi il comune di Cansano e il
    Comune di Pacentro hanno il primo venduto la quota a L’Aquila entrambi votato l’ingresso della stessa nel consorzio Cogesa e le tariffe ridotte ma poi contestano al cda la gestione della questione L’Aquila, che però loro stessi hanno contribuito a creare. Qualcuno la chiama incoerenza

  7. E invece di chi conferisce solo?

  8. Ma l’aquila si vanta che:
    Hanno il Maxxi,
    Hanno le 99 cannelle,
    Hanno l’ospedale regionale,
    Hanno la corte d’appello,
    Hanno che il c….o è piu, ma udite popolo udite lor signori non hanno una discarica x i rifiuti non hanno una discaricaaaaaaa ma mi chiedo ma la loro merdaaaaa e il loro piscioooo dove la scaricano.

  9. Chi tace acconsente | 15 Gennaio 2023 at 22:59 | Rispondi

    Ma i Comuni soci come mai hanno acconsentito?

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