Da istruttori amministrativi a legali dell’ente, il tutto in poco più di una settimana: l’avviso fatto il 2 gennaio, la scadenza per la presentazione delle domande il 9 e la selezione, con curricula comparati e colloquio motivazionale, ieri. Cotto e mangiato.
E’ polemica per la procedura adottata dal Comune di Sulmona per rinforzare l’ufficio legale di palazzo San Francesco alla luce della nuova macro adottata che attribuisce ad esso competenze molto più estese (quali le opposizioni alle multe e il contenzioso tributario). Non che l’ufficio non avesse bisogno di rinforzi (da anni retto dalla responsabile e unica addetta finora, Marina Fracassi), ma la procedura utilizzata è stata, se non altro, diversa da quanto si è fatto per altre posizioni.
Il Comune ha infatti deciso di ricorrere all’interpello interno, anziché ad un concorso; di fatto limitando la possibilità di rispondere all’avviso alle sole categorie D del Comune, quando, al contrario, anche se avesse voluto solo valorizzare le risorse interne, con il concorso avrebbero potuto partecipare alla posizione almeno altre tre persone con i titoli, ovvero la laurea con abilitazione all’esercizio della professione. Di più: con l’interpello fatto, in sostanza, si ritrovano ad essere legali dell’ente persone che in Comune sono entrate con un concorso da istruttore amministrativo, che è tutt’altra cosa dall’aver vinto un concorso per avvocato e alle quali, nei fatti, ora sono state assegnate mansioni (e remunerazioni) superiori.
C’è tra i concorrenti, d’altronde, chi la professione forense non l’ha mai esercitata e che finora in Comune si è occupato perlopiù di ragioneria, trasporti o cultura.
Con gli esclusi, perché magari assunti in categoria C, che reclamano una chance alla quale avrebbero potuto concorrere.
I nomi, infine. Al concorso hanno partecipato in tre: Alessandro Ginnetti, Valeria Palma e Antonio Pecilli, questi ultimi due selezionati per curriculum e colloquio. Saranno loro, oltre alla responsabile dell’ufficio Marina Fracassi, a poter indossare la toga in nome e per conto del Comune.
In effetti una selezione ultra rapida e particolarmente ridotta per un incarico di responsabilità, che lascia dei forti dubbi, proprio per i tempi risicati e le opportunità negate ai potenziali presenti candidati.
L’unica discriminante “sembra” essere l’appartenenza alla categoria D ed è “certamente” la scusante per non pagare l’aumento di categoria.. e qui il “FORSE” è d’obbligo!
Eccovi Il cambiamento
E poi parlano di poltronificio di favoritismi al,Cogesa. Alla fine li faranno la stessa cosa, altro che bene comune
Vero…