Non poteva certamente passare inosservata la scelta di nominare Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia, a nuovo commissario straordinario per la ricostruzione post sisma 2016-2017, ovvero quegli eventi sismici che hanno interessato il Centro Italia.
La scelta, secondo quanto trapelato dalle fonti di Governo, arriva da Giorgia Meloni, che ha già firmato il Dpcm per il post Legnini. Ora la palla passa alla Corte dei Conti, pronta a vagliare la nomina.
Una decisione che di certo non ha reso felici i dem abruzzesi, così come gli esponenti in Consiglio Regionale del Gruppo Misto e Abruzzo in Comune.
“Una scelta di potere – incalzano i consiglieri d’opposizione – quella di sostituire con un nome di Fratelli d’Italia quello del commissario Giovanni Legnini e discutibile perché di fatto il Governo così ha scelto di rilanciare l’Ente commissariale della ricostruzione, alla vigilia dell’uscita dal commissariamento a cui stava portando proprio il lavoro straordinario compiuto da Legnini in questi tre anni. Un obiettivo quasi centrato, che presto avrebbe potuto vedere riconsegnate alle municipalità azioni e scelte e che con la nomina di Guido Castelli siamo certi non si realizzerà a breve. Ringraziamo Legnini che con la sua competenza in questi tre anni ha saputo riattivare il dialogo istituzionale oltre ai cantieri più delicati e difficili, tanto da ricevere apprezzamenti trasversali dalle comunità e dalle varie Amministrazioni, nonché dall’attuale Governo, che lo ha indicato come commissario dell’emergenza a Ischia”.
“A fronte di tutto ciò non comprendiamo le ragioni della sua sostituzione, che se risponde a logiche politiche, di fatto sospende un processo efficace ed efficiente a favore di aree che solo oggi stanno conoscendo una vera rinascita – riprendono i consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Marianna Scoccia e Sandro Mariani – Un impegno che, partendo da una situazione difficile e piena di problemi, ha portato risultati concreti e tangibili anche alla luce delle maggiori possibilità arrivate con il fondo complementare del PNRR di cui è stato promotore e che renderanno di certo più facile e meno complesso il lavoro di chi oggi prenderà il suo posto, avendo a disposizione il metodo costruito da Legnini sul campo, insieme alla comunità istituzionale delle realtà distrutte, colpite e interessate dal sisma”.
Quando comincia a funzionare qualcosa… e “almeno” questo a Legnini va riconosciuto per la ricostruzione post terremoto, va tutto bloccato per sfamare lo staff (male comune, sia ben inteso).
Lotte intestine di potere economico più che di partito e le prossime scadenze dei cda nazionali creeranno altrettanti malumori.