Dieci mesi persi, salari ridotti, pratiche congelate, pareri dell’Anac, consulenze esterne e alla fine si torna da dove si era partiti. Il Comune di Sulmona, insomma, ci ripensa e affida con procedura diretta di nuovo il servizio dell’ufficio sisma alla cooperativa Satic. Da questa mattina, infatti, negli uffici, spostati all’ex caserma Pace, ci sono nuovamente le due dipendenti storiche della Satic che per anni si sono occupate dell’ufficio sisma. Troppo preziosa la loro collaborazione, la loro memoria storica, per poterne fare a meno. Così con un affidamento a sei mesi di 30mila euro il Comune ha deciso di riprenderle in servizio dopo che a gennaio le aveva messe alla porta. Si occuperanno solo del back office, cioè del supporto all’ufficio sisma composto dagli ingegneri e i tecnici del Comune e di Abruzzo Engineering, ma comunque saranno di nuovo operative per la gioia di chi, ad otto anni dal sisma, continua a rimanere fuori casa e in attesa che qualche pratica della ricostruzione venga sbloccata.
Decisione inevitabile, in fondo, visto che la consulenza da 8mila euro, la famosa gara per fare la gara, sembra sia stata bloccata dopo gli articoli del Germe e le proteste delle opposizioni e visto, soprattutto, che anche volendo la gara il Comune di Sulmona non potrà farla per i prossimi tre mesi.
L’importo del servizio, infatti, supera i 40mila euro e per questo deve passare per un bando ad evidenza pubblica che palazzo San Francesco non può fare perché dal primo ottobre non ha più una Centrale unica di committenza.
Tra schizofrenia amministrativa e tanto, troppo, tempo perso.
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