Non si capisce se all’ufficio sisma difettino in matematica o in comunicazione, fatto è che la nota diramata ieri dal Comune di Sulmona, con tanto di toni entusiastici del primo cittadino Annamaria Casini, qualche perplessità la insinua.
Dopo una “riunione operativa per il monitoraggio delle attività finora svolte – fa sapere il sindaco – il nuovo assetto dell’ufficio sisma (dove sono arrivati quattro addetti di Abruzzo Engineering, ndr) sta dando i primi frutti e fa ben sperare per un reale rilancio del settore edilizio e per la messa in sicurezza di molti edifici privati”.
Bene, finalmente una buona notizia, dopo mesi ed anni di lassismo. Poi però arrivano i numeri: “Sono già (proprio già è scritto, ndr) una trentina le pratiche A istruite, con relativa richiesta di integrazione di tecnici”. Che in oltre un mese di lavoro, da quando cioè a fine agosto venne annunciato l’arrivo dei rinforzi, fa meno di una pratica al giorno. Pratiche di tipo A, quelle per intendersi il cui importo non supera i 10mila euro: meno di 300mila euro messi in moto, insomma. Che se anche venissero evase tutte in due mesi queste pratiche (300 circa ancora) produrrebbero lavori per circa 3 milioni di euro. Parlare di rilancio del settore edilizio è quantomeno eccessivo.
Tanto più che la ricostruzione pesante, quella dove sono i soldi veri, continua a non muoversi. Il sindaco ha però annunciato a breve un incontro con l’ufficio di Fossa e l’Utr di Goriano “al fine di stringere i tempi per le pratiche istruttorie B,C,E, che saranno lavorate da 2 tecnici professionisti affiancando i 4 tecnici di Abruzzo Engeneering già operativi a palazzo san Francesco”.
Si tratta di oltre 200 progetti sostanziosi (specie negli aggregati) che dovranno essere lavorati in questi tre mesi (la convenzione con Abruzzo Engeeniring scadrà a dicembre), insieme alle 300 pratiche di tipo A e insieme anche alle 71 di mitigazione del rischio sismico che, con oltre 2 milioni di euro in cassa, attendono di essere evase da anni (e delle quali non si fa menzione).
Un passo avanti, se non altro, è stato fatto nella rendicontazione, con la chiusura delle spese relative al 2016, utili a reintegrare le casse quando si cominceranno a presentare gli stati di avanzamento lavori, si cominceranno a vedere i cantieri e a mettere in moto la ricostruzione. Veramente, però.
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