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Era stato giudicato incandidabile perché su una sedia a rotelle: una storia che non fa onore allo sport e ai suoi principi, quella che si è chiusa oggi al Consiglio di Stato dove il maestro di sci Pietro Trozzi, originario di Pescocostanzo, è stato costretto a presentarsi per difendere un diritto che, hanno stabilito i giudici, è inviolabile.
Il maestro, costretto su una sedia a rotelle a causa di un incidente, era infatti stato escluso dal direttivo del Collegio regionale dei maestri di sci alle elezioni per il rinnovo del Collegio stesso. Registrato su un elenco speciale gli era stata negata la possibilità di candidarsi, nonostante fosse regolarmente iscritto all’Albo.
Trozzi aveva fatto ricorso al Tar per questa esclusione e i giudici gli avevano dato ragione. Il Collegio, però, ha ricorso in secondo grado chiedendo al Consiglio di Stato di annullare la sentenza del Tar.
Oggi è arrivata la risposta: ricorso respinto e maestro che dalla sua sedia a rotelle potrà, nel caso venisse eletto, regolarmente svolgere attività amministrativa per i maestri di sci abruzzesi.
L’elezione per il rinnovo del direttivo delle tute blu, però, resta al momento bloccato, perché sui tavoli della giustizia amministrativa c’è un altro ricorso, fatto da un’altra esclusa: una maestra di sci che non si è potuta candidare perché incinta. L’obiezione, in questo caso, è che la stessa pagando, come da regolamento, metà quota di iscrizione, non sarebbe candidabile.
“A questo punto, la domanda che ciascun maestro di sci dovrebbe porsi è perché? – commenta il gruppo della categoria ‘Siamo sempre soli’ -. Perché questo accanimento da parte del consiglio direttivo nel voler sostenere l’insostenibile? È questo il ruolo di un presidente e di un consiglio direttivo che dovrebbero rappresentare e tutelare tutti i membri del Collegio? È giusto impiegare (per non dire altro…) le risorse finanziarie dei maestri di sci abruzzesi in spese legali per una battaglia giudiziaria senza senso, persa già in partenza? Una battaglia condotta contro sé stessi e che non trova altra motivazione se non la soddisfazione di un capriccio di parte! Alla luce di tale sconcertante situazione ciascuno dei maestri di sci abruzzesi avrebbe il diritto ed il dovere di informarsi sulle attività del proprio Collegio, di chiedere conto dell’ammontare delle spese legali sostenute e del perché in sede di udienza dinanzi al Consiglio di Stato l’avvocato incaricato dal Collegio non si sia neppure presentato”.
Perche in tanti, purtroppo, profondono le loro misere energie per affermare e confermare la loro stupidità.
Pietro Trozzi vi si beve a tutti con la cannuccia …..mai vista una persona così tosta e tenace in vita mia !!!!
Mito
In questa vicenda l’unico che merita fregiarsi del titolo di Maestro è Pietro Trozzi che ha insegnato a tutti che con la voglia di vivere e la forza di lottare si possono superare e battere tanti limiti, persino quelli morali che affliggono tante persone.
Chapeau
Spero che Pietro si proponga per contrastare anche l attuale amministrazione del borgo salvaguardandolo dal cemento sull ingresso del paese, difendendo la non deturpazione del bosco e della pineta.