Non si lascia attendere la risposta della consigliera di maggioranza e presidentessa del circolo dem sulmonese, Roberta Salvati, dopo le dichiarazioni del collega Pd in opposizione Bruno Di Masci.
La Salvati esordisce con un “Stai sereno” puntando il dito e sottolineando come dietro la parola imbarazzante ci sia solo la pretesa di Di Masci “di considerare il Pd come cosa propria”, “c’è solo il suo maschilismo e “l’autogol con cui Bruno, con la sua risposta, delegittima il segretario cittadino, rivelandosi come l’ispiratore delle sue posizioni”. La consigliera invita Di Masci alla riflessione “anziché fare la caricatura delle mie posizioni, evidentemente per mancanza di argomenti”
Sul suo isolamento nella sezione dei democratici, avanzato ieri da Di Masci, spiega “Quanto al fatto che io sia isolata, si sbaglia. É il Pd di Sulmona ad esserlo per colpa delle scelte sbagliate che da anni lui impone. Il Pd deve essere il partito di tutti non di qualcuno” e aggiunge “Ci tengo a sottolineare che io, come anche lui, siamo già in Consiglio Comunale rappresentanti di movimenti civici”.
Un Di Masci che per la consigliera-presidentessa Pd,“perde colpi”. “Non ho mai detto che il Pd deve entrare in maggioranza” ma specifica “ribadisco che bisogna costruire ponti e dialogo per fare in modo che in prospettiva ci sia un interazione tra la maggioranza politica regionale e quella locale e che questo non si fa con gli ultimatum e con i diktat”. Insomma per la Salvati non si può costituire un gruppo Pd in opposizione all’amministrazione Comunale senza un confronto con la segreteria regionale Pd, “Sono certa che il Pd regionale non potrà mai avallare la nascita di un gruppo di opposizione dopo ciò che è accaduto nelle ultime elezioni comunali, soprattutto se questo gruppo come si legge nei comunicati, si contrappone anche alla Giunta Regionale”. Sulla questione ex sindaco Ranalli ribatte “a differenza di ciò che lui dice, è molto più grave la posizione del figlio e di Fabio Ranalli in quanto iscritti al Pd, allora, furono determinanti, incoerenti, ed eticamente non corretti nella vicenda della caduta della passata amministrazione”.
Dritta per la sua strada la Salvati sentenzia “Non sarà lui a decidere ciò che devo fare”. A guidarla spiega sarà solo il rispetto verso gli elettori che mi hanno dato fiducia e “la coerenza con le mie idee”. La Salvati non fa mancare una stoccata finale in cui lascia capire che sono agli sgoccioli i tempi del Di Masci che decide le sorti del Pd locale e conlude “il solo modo che ha di governarlo è cercare di allontanare tutti coloro che non la pensano come lui”.
A.S.
Una risposta deludente, priva di contenuti politici e di una bassezza unica!
… che però, comunque la si giudichi, era dovuta oltre che attesa. La politica di conservazione del potere senza intenzioni e meccanismi di ricambio, crea la contrapposizione. Che, per colpa di chi ne è responsabile, diventa contrapposizione generazionale e sessista che coinvolge tutti, compresi i più adulti che quel potere e quelle intenzioni non l’hanno mai nemmeno sfiorati. Chi semina vento fa raccogliere tempesta a tutti gli altri e ne paga, per circolarità del destino, il prezzo. Lo stesso destino che rende, per natura stessa, Di Masci più debole e la giovane rivale, più forte
Siamo ai titoli di coda.
MA QUANDO SE NE ANDRA’ A CASA UN ELEMENTO COME DI MASCI? UN BURATTINAIO CHE ALLONTANA COLORO CHE VORREBBERO IMPEGNARSI E FA EMARGINARE SULMONA DAL CONCERTO REGIONALE
Quanti voti alle regionali?
Ci auguriamo tutti che Di Masci se ne vada a casa e lasci spazio a persone volenterose e aperte alla partecipazione di tutti. C’è da sperare che in sezione soffi un vento di rinnovamento rispetto alla dittatura personale di Di Masci.
bene,questi sono i nostri politicialtroni,devono andare a casa tutti,nessuno escluso,compresa l’incapace inconcludente bandiera del nulla, il venticello… la guida,o no?
Ma è un articolo di ben 2 anni e fa ancora notizia?
Con tutti gli stravolgimenti che vi sono stati in questo periodo nel PD sulmonese?
Si tratta forse del solito troll della visibilità a tutti i costi?
O è collegato forse alla mancata candidatura per le elezioni provinciali dell’Aquila 2019?