Eravamo rimasti all’11 maggio, a quella riunione che il MISE derubricò come “interlocutoria”, al quale avrebbe dovuto partecipare anche Sulmona e la Regione Abruzzo per capire la fattibilità del metanodotto SNAM che dovrebbe passare per la città di Ovidio e arrivare fino a Foligno. Mancava, però, l’elaborazione di studio sismico di dettaglio dell’intero tracciato, lungo quasi 168 chilometri, che proprio il Ministero dello Sviluppo Economico ha commissionato all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
In assenza di questo studio, infatti, l’opera di SNAM rimane ancora congelata come ribadito sia dal Direttore Generale del MISE Gilberto Dialuce che dal Presidente dell’INGV Carlo Doglioni. Anche perché, nel verbale della riunione del 4 aprile 2018 è scritto chiaramente che la Presidenza del Consiglio “provvederà a convocare la seconda prevista riunione di coordinamento” una volta acquisita “la richiesta documentazione”, ovvero lo studio dell’INGV.
Di questa documentazione, ad oggi, non vi è traccia e probabilmente anche la prossima riunione con al centro il metanodotto, che si terrà mercoledì 15 giugno, finirà con un nulla di fatto. Certo, la Regione Abruzzo è chiamata a recitare un ruolo primario a dispetto dell’esistenza o meno dello studio di INGV, per far capire che questo metanodotto in Abruzzo non dovrà passare. E per questo serve una figura di un certo peso politico, come richiedono i consiglieri regionali Scoccia, Paolucci e Pietrucci. Anche perché, lo scorso 11 maggio, a presenziare per la Regione vi era un funzionario del Genio Civile, di certo non il profilo giusto per battere i pugni sul tavolo e urlare che il metanodotto “non s’ha da fare”. Magari, se al tavolo si sedesse in prima persona lo stesso Marsilio il segnale che arriverebbe sarebbe forte, ovvero di un concreto interesse nel fermare l’opera.
“È inoltre fondamentale, alla luce della guerra in Ucraina e dei problemi di approvvigionamento energetico, accelerare la transizione ecologica verso fonti rinnovabili – scrivono in una nota congiunta Scoccia, Paolucci e Pietrucci – Lo stesso amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, pochi giorni fa ha affermato che investire nelle rinnovabili è economicamente più conveniente e che in 4 anni l’Italia può dimezzare il fabbisogno di metano, con indiscutibile beneficio per la nostra bilancia dei pagamenti. Inoltre l’associazione Elettricità Futura di Confindustria da mesi chiede al Governo di sbloccare 60 gigawatt di rinnovabili, il che consentirebbe di investire 85 miliardi di euro di risorse private con la creazione di 80.000 nuovi posti di lavoro e un risparmio di 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Lo stesso ministro Cingolani ha annunciato di aver già trovato 25 miliardi di metri cubi di gas e l’attivazione di un piano di risparmio energetico per portare in equilibrio il nostro fabbisogno (dalla Russia importiamo 29 miliardi di metri cubi l’anno).
“Insomma, non si può considerare “strategica” un’opera come il metanodotto Linea Adriatica che, secondo le previsioni Snam, dovrebbe entrare in funzione nel 2034 – conclude la nota – Per tutti questi motivi siamo a chiederle di confermare con fermezza, coerenza e responsabilità la posizione della Regione Abruzzo attraverso una presenza politica qualificata e autorevole alla riunione del 15 per ribadire, prima di ogni decisione, la preliminare elaborazione dello studio sismico dell’INGV e, più in generale, l’impegno dell’Abruzzo per una strategia energetica nazionale innovativa, sostenibile e duratura”.
Sul tema è intervenuta duramente anche la senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo: “Mai avrei pensato di dovermi ripetere a distanza di un mese sulla questione gasdotto Linea Adriatica con le stesse identiche argomentazioni di quattro settimane fa – commenta la Di Girolamo – Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha convocato una nuova riunione per mercoledì 15 giugno, dico che è inutile insistere. In mancanza dello studio sulla sismicità dell’intero tracciato commissionato all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia dal Ministero dello Sviluppo Economico, non è possibile procedere con le procedure autorizzative. Ribadisco che la necessità dello studio sismico mi fu ufficialmente comunicata dall’allora Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli il 3 luglio 2020, in risposta ad una mia interrogazione depositata il 2 dicembre 2019”.
“L’opposizione netta a questa infrastruttura inutile, costosa e dannosa che condivido con la città di Sulmona e l’intero territorio, si fa ancora più convinta alla luce dello scenario internazionale – prosegue la Di Girolamo – Guerra in Ucraina e crisi energetica ci dicono che dobbiamo renderci il più possibile indipendenti dalle fonti fossili anche per motivi economici e strategici, oltre che ecologici visto che il metano è il più potente tra i gas a effetto serra. L’indipendenza si ottiene razionalizzando i consumi e alimentando con fonti rinnovabili il nostro fabbisogno depurato da sprechi e inefficienze: in pratica, superbonus 110% e comunità energetiche che significano una drastica riduzione dei consumi di gas. Anche l’Unione Europea ha recentemente sposato questa linea dirottando i propri sforzi e investimenti in modo ancora più deciso sulle energie rinnovabili. Solo la Snam continua a insistere su un metanodotto che risulta inutile già oggi, ben prima della sua entrata in funzione nel 2034. Il Governo ci ripensi, rimandi la riunione e procedendo con una nuova procedura di Valutazione di impatto ambientale dell’opera nella sua interezza – invece che per singoli tratti – fino a prendere in considerazione l’opzione zero, come già chiesto in Senato con una mia mozione. La Giunta Marsilio, invece, se la riunione dovesse aver luogo, ci metta la faccia e ribadisca la contrarietà espressa dall’Abruzzo con il precedente governo regionale”.
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