Si è tenuto nella Sala consiliare del comune di Sulmona il primo dei sei incontri che attraverseranno l’Abruzzo per elaborare il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici nell’ambito del Progetto PACC Abruzzo. Un processo partecipativo che intende rintracciare in giro per la Regione i comportamenti resilienti e virtuosi in termini di adattamento ai cambiamenti del clima e che porterà al suo termine all’elaborazione di un vero e proprio piano regionale. Ad introdurre è stato il Sottosegretario alla presidenza della giunta regionale con delega all’ambiente Mario Mazzocca che ha portato i saluti della Regione Abruzzo.
Poi è stato il momento del professore Piero Di Carlo, fisico dell’atmosfera all’Università di Chieti che ha illustrato ai presenti gli effetti dei cambiamenti climatici e le criticità ambientali del territorio della Valle Peligna in termini di: riduzione della piovosità, surriscaldamento, inversione termica e rischio incendi. “La CO2 – ha spiegato il professore – è la principale responsabile dei cambiamenti climatici e rappresenta insieme al metano il principale Gas serra. Vi è una correlazione diretta fra l’aumento di queste sostanze nell’atmosfera e l’aumento delle temperature”. Il professore ha studiato le statistiche riguardanti le rilevazioni climatiche dal 1920 ad oggi ed ha evidenziato come l’Abruzzo abbia un aumento delle temperature medie pari a 0.06 gradi l’anno contro lo 0.03 misurato nell’Emisfero boreale. Poi è entrato nello specifico dei dati sulla nostra Regione ed ha mostrato come la Costa e la Valle Peligna, siano le porzioni di territorio regionale maggiormente colpite dal fenomeno del surriscaldamento climatico. Addirittura se si considera l’aumento medio della temperatura massima l’incremento medio annuo in Valle Peligna è di 0.08 gradi Celsius.
In particolare l’aumento medio delle temperature si registra dal 1980 in poi, anni in cui in tutto il mondo occidentale sono andate aumentando le emissioni nell’aria di Anidride carbonica.
A fare sponda al professore Di Carlo è stato Tommaso Pagliari del Centro Documentazione Conflitti Ambientali, che sta seguendo per conto della Regione tutta la parte relativa al processo partecipativo. Pagliari ha evidenziato come nei territori sono già presenti comportamenti resilienti – capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici – ed proprio di questi che andrà alla ricerca il progetto.
Iris Flacco dirigente del settore “Servizio Risorse del Territorio e Attività Estrattive” della Regione Abruzzo ha spiegato come il cambiamento climatico condiziona anche l’attività amministrativa. Oggi è diverso l’approccio che la pubblica amministrazione ha verso il problema e l’attenzione si concentra soprattutto sulle amministrazioni comunali “vere e proprie protagoniste di questo processo, in quanto sono proprio i comuni quelli che conoscono le specificità dei territori”.
Infine è stato lasciato spazio agli interventi del pubblico, più di una persona ha fatto notare come questo progetto cozza con la Strategia energetica nazionale che prevede in Valle Peligna la costruzione di una Centrale di compressione del gas che servirà il gasdotto Rete Adriatica e che come studi hanno già dimostrato rilascerà diverse sostanze inquinanti nell’aria. I cittadini si chiedono dunque se questi progetti di adattamento al cambiamento climatico non risultino velleitari se alla base non viene posto un piano organico che tende al vero obiettivo col quale bisognerebbe combattere l’aumento delle temperature: l’abbandono definitivo delle fonti fossili e la transizione radicale verso le energie rinnovabili e pulite.
Savino Monterisi
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