Megacava da 830.000 metri cubi al valico di Olmo di Bobbi, nel Comune di Cocullo. La Stazione Ornitologica Abruzzese scrive al Ministero e agli altri enti per fermare il progetto autorizzato nel 2010, in un’area fondamentale per l’Orso bruno marsicano e per uccelli rapaci rari come Aquila reale, Biancone e falco grillaio. Un progetto, che se realizzato rischierebbe, secondo la Soa, di interrompere l’unico corridoio ecologico usato dagli orsi tra il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e Parco del Sirente – Velino. “La connessione tra queste aree è fondamentale per il Patom – si legge nella nota – l’accordo per l’orso, in quanto per la conservazione della specie nell’Appennino è necessario assicurare l’idoneità a vaste aree che devono risultare raggiungibili appunto attraverso questi ‘corridoi’, attualmente sgombri da autostrade, centri abitati e altre attività umane impattanti”. La Stazione Ornitologica Abruzzese avrebbe scoperto la questione facendo un accesso agli atti in Regione, da cui sarebbe emerso che esiste questo progetto, suddiviso in due lotti. Il primo, attualmente in fase realizzativa, riguarda il recupero con nuove escavazioni, di una vecchia cava, Aia Catino, sopra al paese. Una volta terminato quello, si passerebbe all’apertura della nuova cava di Olmo di Bobbi, su una superficie di 6,5 ettari, pari a 8 campi di calcio, per 830.000 mc di materiale estratto. Il progetto fu presentato nel 2007 e autorizzato nel 2010. “Dopo 12 anni è rispuntato fuori, con una richiesta di proroga della scadenza dell’autorizzazione avanzata dalla ditta alla regione – dichiara Massimo Pellegrini, presidente della Soa – ho scritto al ministero della Transizione Ecologica, alla Regione, ai Parchi d’Abruzzo e Sirente e alla Riserva delle Gole del Sagittario per sollevare il problema evidenziando una serie di criticità del procedimento seguito allora e della richiesta di proroga delle attività che, se dovessero continuare, sfocerebbero tra poco tempo in questa megacava a Olmo di Bobbi. Si tratta chiaramente di un errore fatto oltre oltre dieci anni or sono che bisogna risolvere oggi, in quanto abbiamo conoscenze chiare sulla rilevanza dell’area per la fauna e la flora”. Augusto De Sanctis, consigliere della Soa considera disarmante scoprire che un’area fondamentale per tantissime specie di animali, dove la stessa Regione Abruzzo ha speso soldi comunitari per il progetto Life Econet, possa essere presto stravolta per cavare. “Lì l’orso bruno è di casa-continua De Sanctis- così come il lupo. C’è una delle più alte densità in Europa di specie protette a livello continentale come il Calandro, la Tottavilla e l’Averla piccola. Le coppia di aquila reale e di biancone, l’aquila dei serpenti, che nidificano nei pressi la usano come fondamentale area di caccia. In migrazione è presente una specie rarissima, il Falco grillaio. Quest’area ha un valore naturalistico e paesaggistico enorme: deve rimanere così”.
[…] “deve rimanere così”
Il riassunto dello sfacelo economico in una frase.
*apriamo gli orizzonti, con cognizione, ma apriamoli*
… ecco, appunto… e con “ cognizione”… questo non solo è un progetto scellerato, ma devastante per un territorio di straordinaria bellezza paesaggistica e distruttivo per la flora e la fauna pregiata ivi presente… e l’hanno anche Autorizzato…
Non mi stupisce chi ha presentato il progetto… resto basito dagli Enti che hanno rilasciato i pareri favorevoli alla sua realizzazione… tutti “ asseverati”… nessuno con la “ schiena diritta”… sarebbe interessante leggere i pareri rilasciati per i Vincoli presenti sul territorio, ad esempio quello idrogeologico e paesaggistico… è facile fare i forti con i … “ deboli”.