“Mario Setta è stato sempre dalla parte giusta, per tutta la vita. È stato per dirla con Silone, un Cristiano senza Chiesa (o meglio la Chiesa è stata irragionevolmente contro di lui) e ha testimoniato in modo intransigente la sua vicinanza ai poveri, agli operai, alle persone umili. Ha coltivato la memoria storica con una robusta cultura e un impareggiabile rigore etico. Se ne è andato uno dei migliori figli della Valle Peligna e della sinistra vera, quella dei valori politici e morali. Sono vicino al dolore dei familiari e della grande comunità che gli ha voluto bene sempre”.
Queste le parole di Gianni Melilla, presidente emerito del consiglio regionale, rivolte all’ex sacerdote e intellettuale comunista, Mario Setta, deceduto nell’ospedale di Sulmona all’età di 85 anni, a causa delle conseguenze di un intervento chirurgico che si è reso necessario per provare a debellare una malattia che lo aveva colpito. Professore al liceo scientifico, scrittore, ricercatore, uomo di cultura e anima del “Sentiero della libertà”, ha lasciato questa vita rifiutando la celebrazione del rito funebre, in linea con le sue convinzioni filosofiche, prima che religiose. Resta di lui il grande contributo che ha dato alla storia e alla memoria collettiva. Nota la traduzione e pubblicazione di diari e racconti della fuga dei prigionieri dal Campo 78, durante la seconda guerra mondiale, quella “Resistenza umanitaria” su cui aveva costruito il “Freedom Trail” che tornerà, dopo due anni di pausa, proprio il prossimo 3 aprile, con la prima tappa Sulmona-Campo di Giove.
Un cammino che ripartirà dopo due anni di pausa forzata dal Covid, senza di lui.
Oggi la sua salma, che è nella camera ardente allestita presso la Casa funeraria Caliendo e Salutari, sarà traslata ed inumata al cimitero di Sulmona.
La sua scomparsa mi addolora profondamente.
La Valle Peligna ha perso uno dei figli migliori.