Il loro arrivo è previsto tra oggi e domani: quattro persone, una famiglia, marito, moglie e due bambini di cui uno di appena tre mesi. Da due giorni dormono in un autobus parcheggiato a Roma, dove sono arrivati in fuga dalla guerra. Sono i primi rifugiati in arrivo in Centro Abruzzo e che saranno ospitati dal Comune di Pescocostanzo che ha raccolto la richiesta di un loro parente di origine pescolana che vive in Canada. Una solidarietà senza frontiere, insomma, come sembra essere ormai la guerra ad Est, quella che da quasi una settimana sta colpendo l’Ucraina e minando i rapporti internazionali in modo grave.
“Abbiamo attrezzato una casa di proprietà comunale e dato subito la disponibilità ad accogliere questa famiglia – racconta il sindaco Roberto Sciullo – non sappiamo molto, neanche quali siano le procedure per mettersi in regola, quali permessi richiedere. Manderò al più presto una pec alla prefettura per avvisarli, ma penso che in questo momento la solidarietà, più delle armi, debba essere la prima urgenza. La casa che abbiamo assegnato a questa famiglia è già attrezzata, anche se dobbiamo ancora fare gli allacci di luce e gas. Contiamo di farli entro oggi, ma se ci dovesse volere di più siamo già pronti ad attrezzare in modo provvisorio i locali dell’associazione pensionati che come tutta la popolazione si è subito mobilitata anche con una raccolta di viveri e vestiti”.
Sul balcone del Comune di Pescocostanzo sventola da un paio di giorni una bandiera della pace, un simbolo della convinta adesione del primo cittadino a far tacere le armi, anche quelle che l’Italia e l’Europa si apprestano a fornire alla Resistenza ucraina. Un simbolo che ora diventa un segno concreto di solidarietà.
Sono fiera di essere abruzzese!Complimenti a Pescocostanzo e al suo sindaco,la solidarietà nn ha confini e combatte con l’amore tutte le guerre!!!!