Amministrazione e mafia, quella Carta ancora senza firma

“Assumersi delle responsabilità e non nascondere che l’economia si fonda anche su aspetti criminali che vanno decisamente combattuti. Con la vigilanza, ma anche impegnando l’amministrazione su iniziative culturali e di informazione”. A navigare sul sito dell’associazione Avviso Pubblico ci si imbatte in una bella pagina in cui i sindaci che hanno formalizzato la loro adesione ne spiegano i motivi. Quella riportata è una delle tante, la dichiarazione di Mirco Corrado Frapporti, sindaco di Fumane.

Durante la scorsa campagna elettorale a Sulmona tutti i candidati sindaci si erano impegnati a sottoscrivere, durante un incontro pubblico, “La Carta di Avviso Pubblico. Codice etico per la buona politica”. A distanza di un anno l’amministrazione Casini deve ancora formalizzare questo atto che, tra le altre cose, comprende diverse attività volte alla formazione degli amministratori e all’educazione dei cittadini. “Perchè la mafia ci riguarda” lo ha sottolineato il sindacalista antimafia Cgil, Emanuele Verrocchi, in una intervista a Il Germe. Ed è proprio lui che ha chiesto un maggior coinvolgimento di sindaci e amministrazioni varie perchè le infiltrazioni ci sono e se non si interviene nel tempo aumenteranno.

Un percorso che l’amministrazione Casini sembra voler portare avanti: “Abbiamo avuto un primo incontro con l’associazione- dichiara il sindaco Annamaria Casini- certo non è troppo recente, ma esistono diversi piani sui quali abbiamo espresso la nostra intenzione di operare”. Ci sono l’affiancamento degli amministratori appunto, le iniziative culturali, il monitoraggio delle pratiche, solo per fare un esempio.

Trasparenza, imparzialità, disciplina ed onore. Sono questi i capisaldi della Carta composta da 23 articoli che in generale prevedono: “Contrasto al conflitto di interessi, al clientelismo, alle pressioni indebite, trasparenza degli interessi finanziari e del finanziamento dell’attività politica, scelte pubbliche e meritocratiche per le nomine interne ed esterne alle amministrazioni, piena collaborazione con l’autorità giudiziaria in caso di indagini e obbligo a rinunciare alla prescrizione ovvero obbligo di dimissioni in caso di rinvio a giudizio per gravi reati (es. mafia e corruzione)”. Non solo belle parole perchè tra le tante cose la Carta prevede di non ricevere regali superiori ai cento euro in un anno con sanzioni che vanno dalle dimissioni alla censura.

Non si tratta di uno scherzo, insomma. Un input che non è aperto solo ai Comuni, ma anche ad altri enti pubblici. Un impegno che all’indomani degli incendi che hanno colpito il Morrone, e che hanno aperto uno squarcio verso la probabile presenza della criminalità organizzata nella nostra terra, questo potrebbe essere l’impegno da cui le diverse amministrazioni possono partire e dare un segnale forte.

Simona Pace

 

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