Due anni di pandemia valli a spiegare alla mente umana. Restrizioni, negazioni e proibizioni. Un continuo “no” che riecheggia nelle disposizioni impartite dall’alto. Tutte misure necessarie, probabile. Non è un caso che il modello italiano nel fronteggiare il Covid sia stato tra i più efficienti in Europa. Resta il fatto però che dopo l’ultimo biennio abbiamo liberato i visi dalle mascherine (per ora), ma non ancora la testa da tutto ciò che è stato e che probabilmente sarà anche una volta che tutto ciò finirà.
Un sostegno dovrebbe arrivare dal Bonus Psicologo 2022, inserito nel decreto Milleproroghe e confermato dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Il comma 6-bis dell’articolo 33 prevede nello stato di previsione del ministero della Salute l’istituzione di un fondo con una dotazione di 10 milioni di euro per promuovere il benessere e la persona, favorendo l’accesso ai servizi psicologici.
Il bonus psicologico spetterà alle fasce più deboli della popolazione, con priorità per i pazienti affetti da patologie oncologiche; i bambini e agli adolescenti in età scolare. Con l’emendamento in manovra la platea di beneficiari si estende, prevedendo due tipi di sostegno: uno in base all’Isee, l’altro senza vincoli di reddito. L’idea, però, è quella di allargare il bonus a più persone possibili con un tetto fissato a 500 euro.
Un aiuto necessario se si pensa che in Abruzzo il 56% degli psicologi, con l’arrivo della pandemia, ha registrato un aumento della sua attività professionale di circa un terzo. C’è però chi, a causa delle spese eccessive, rinuncia all’aiuto psicologico. Proprio lo scorso gennaio il candidato alla presidenza dell’Ordine abruzzese, Giovanni Pendenza, ha annunciato che il 27,5% di un campione di popolazione ha dichiarato non aver potuto iniziare un trattamento per problemi economici, e un altro 21% ha dichiarato di essere stato costretto all’interruzione delle cure a causa della propria condizione economica.
Purtroppo, però, pesa l’assenza di personale, specie nel servizio pubblico dove sono presenti le maggiori carenze. Insomma, si danno soldi per accedere a servizi che non ci sono o sono ridotti all’osso. Un problema non solo abruzzese, ma a livello nazionale, con pochissime assunzioni nel pubblico. Ecco perché David Lazzari, presidente nazionale dell’Ordine degli psicologi, ritiene comunque insoddisfacenti non i fondi, non tanto per gli psicologi quanto per i cittadini. “Per troppo tempo ci è stato detto dalla politica che le nostre proposte erano dettate solo dal trovare lavoro agli psicologi. È importante che capiscano che noi vogliamo correttamente interpretare i bisogni dei cittadini, essere al loro fianco anche se il lavoro privato degli psicologi è aumentato”. Lo stesso Lazzari parla di una forte domanda che si rivolge ai centri privati di psicologia, con un aumento di oltre il 40%. Ecco perché il problema non riguarda tanto i professionisti quanto i cittadini che non possono accedere al privato per motivi economici e che aumentano ogni giorno. Il settore pubblico, in attesa delle assunzioni, resta a guardare.
“Visto dall’ottica di una misura emergenziale può andare bene – spiega la dottoressa Sandra Cottone – In realtà, come già spiegato dal presidente dell’Ordine Nazionale Psicologi, ciò che andrebbe fatto sarebbe implementare i servizi. In gran parte dell’Italia siamo scoperti. Anche qui nel Centro Abruzzo e a Sulmona. Siamo diventati una professione sanitaria e per noi questo è un riconoscimento importante. Ma i nostri sono servizi LEA (Livelli essenziali d’assistenza) e le nostre sono prestazioni che obbligatoriamente il sistema sanitario deve erogare ai cittadini. Il problema, però, è che c’è carenza di personale nelle strutture pubbliche che dovrebbero assumere ancor più psicologi”.
Ci sono, poi, i più giovani, letteralmente investiti dall’onda anomala del Covid. Loro, più di altri, hanno dovuto reggere l’impatto di qualcosa mai visto. Una generazione cresciuta in piena pandemia. Giusto per snocciolare qualche dato sulla prima fase, quella del 2020, nel 65% e nel 71% dei bambini con età rispettivamente minore o maggiore di 6 anni sono insorte problematiche comportamentali e sintomi di regressione mentre nei bambini al di sotto dei 6 anni i disturbi più frequenti sono stati l’aumento dell’irritabilità, disturbi del sonno e disturbi d’ansia (inquietudine, ansia da separazione). Nei bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni i disturbi più frequenti hanno interessato la “componente somatica” (disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria) e i disturbi del sonno (difficoltà di addormentamento, difficoltà di risveglio per iniziare le lezioni per via telematica a casa).
“Sono aumentati i casi di disagi psicologici, come ad esempio l’ansia – prosegue la dottoressa Cottone – Bisogna tener d’occhio soprattutto bambini e adolescenti. Loro sono stati penalizzati non dal Covid in quanto tale, bensì dalle restrizioni che esso ha portato negando la normale socializzazione. Ci sono poi delle contraddizioni. Una su tutte la limitazione all’attività fisica per i più giovani, proprio mentre l’OMS scriveva le linee guida per lo sport giovanile. Non dobbiamo dimenticare che questa generazione ha perso due anni di vita. Gli adolescenti ne sono più consapevoli. Hanno perso due anni nei quali, solitamente, si costruisce la propria identità attraverso la socializzazione e il confronto con l’altro. I bambini, invece, hanno meno strumenti per capire cosa hanno perso, e quindi esprimono in modi diversi il proprio disagio”.
Valerio Di Fonso
Quando la cura e’ peggio della malattia !
Credo che si siano sottovalutati questi aspetti ….e che i danni creati dalle severe restrizioni a volte anche senza senso siano irreversibili specie negli adolescenti !
Ma sicuro che tutte queste problematiche nelle varie fasce di età siano provocate dalla Pandemia? Siamo veramente certi che non sia il bombardamento mediatico che sta “‘rincoglionendo'” l’essere umano?
Tra Facebook, le stronzate su tik tok e la megalomania di apparire su Instagram sta rovinando giovani e meno giovani
Quello che sta succedendo all’intera umanità in psicologia si chiama ipnosi sociale. Stare lontani dai media è il primo passo per uscirne. Riprendiamo il contatto con il nostro vero Io, cammina scalzo nell’erba, saluta e ama gli animali e soprattutto sii grato alla vita .. anche se ti senti schiacciato e oppresso dalle condizioni attuali. Dott.ssa Catalina Croitoru
… finalmente… siamo tutti ipnotizzati e rincoglioniti… mi piace anche l’idea di stare lontano dai social e di essere grato alla vita… che vale sempre la pena viverla.
Ho qualche dubbio su come salutare gli animali, se dirgli semplicemente Ciao o differenziare il saluto: Bau ad un cane, miaoo al gatto, beeee alle pecore, Muuuu alle mucche…
Devo studiare da Heidi, quelle che le caprette gli facevano “ciao”
Io li saluto sempre, non scherzo! Un “ciao merlo” oppure “ciao cane” non lo nego a nessuno!
Ciao Cane soprattutto dopo 2 doppio malto targate lidl.
Ma siamo sicuri che uno psicologo abbia gli strumenti per essere un terapeuta. La terapia è solo squisitamente del medico