
L’ultimo trofeo in carriera l’aveva alzato al “Valle Anzuca” di Francavilla, in un’annata con un piede in campo e l’altro nell’area tecnica. Era il 2012, e il Sulmona 1921 metteva in bacheca la Coppa Italia d’Eccellenza, ‘unico titolo della sua storia assieme al “Dante Berretti” conquistato nel 1980. Una stagione strana, con un magiaro che poi avrebbe vestito il giallonero sotto gli ordini di Jürgen Klopp e un leccese del Liechtenstein di belle speranze e altrettanti rimpianti in squadra, con la Serie D rimandata di appena 365 giorni, tra lacrime, disperazione e un Fabrizio Cammarata che alla fine traghettò la squadra tra gol e tattica fino al tremendo pomeriggio di Valfabbrica.
Dieci anni dopo da quel 4-1 alla Rosetana, firmato anche da una sua zampata, 14.381 chilometri di distanza e svariati fusi orari, Fabrizio Cammarata alza il suo primo trofeo oltre i confini italici. Non c’era riuscito in Albania con la Dinamo Tirana e l’Apollonia Fier, ha centrato il bersaglio grosso con il Melbourne Victory, vincendo la FFA Cup grazie anche alla rete dell’ex Lazio Chris Ikonomidis nel 2-1 al CC Mariners. In panchina siede l’ex Crystal Palace Tony Popovic, il quale ha fortemente voluto l’ex Juventus e Pescara come suo viceallenatore. “Più difficile è la vittoria, più grande è la felicità nel vincere” commenta Cammarata su Facebook. Perché un trofeo vale in ogni latitudine, che sia in Abruzzo o che sia nella terra dei canguri.
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