“Prenota ed effettua la dose di richiamo entro il 30 gennaio, così potrai ottenere la nuova Certificazione che avrà una durata di 6 mesi”. Questo è il corpo di una mail inviata dal ministero della Salute per ricordare di effettuare la seconda vaccinazione ad una donna di Sulmona al fine di proteggersi dal Covid, oltre che per ottenere il green pass. Peccato che l’anziana sia deceduta lo scorso luglio.
A ricevere la mail è stato il figlio della donna che, all’epoca, aveva fornito il suo indirizzo di posta elettronica per ricevere gli aggiornamenti del ciclo vaccinale della madre. Due giorni fa l’inaspettata notifica, con l’incipit del messaggio che ricordava alla defunta della scadenza il 1 febbraio del green pass con tanto di codice fiscale in allegato.
La piattaforma ministeriale, in pratica, richiama all’ordine tutti per le inoculazioni, anche i defunti. Una vicenda che ha dell’incredibile e che si aggiunge ai vari disservizi che si sono accumulati in questi mesi, specie nell’ultimo periodo a causa di un virus sempre più martellante.
La beffa, nel caso dell’anziana defunta, risiede anche nel fatto che per la prima inoculazione fatta ad aprile si sono dovute sudare le canoniche “sette camicie”. La donna, che avrebbe compiuto 86 anni a ottobre, ha infatti atteso più del previsto per ricevere la sua dose poiché, non potendo deambulare per recarsi all’hub vaccinale, ha dovuto far richiesta della vaccinazione domiciliare. Infatti, rispetto a quelli che all’epoca erano suoi coetanei, e che hanno ricevuto la vaccinazione nel mese di febbraio, l’anziana ha dovuto attendere i tempi lunghi della Asl, con la cornetta del telefono sempre in mano pur di avere una risposta da un operatore per conoscere la data del proprio vaccino.
Ora, invece, a richiamarla dal cielo per completare il ciclo vaccinale è il ministero in persona. A conclusione del messaggio, inoltre, si legge che, qualora la donna avesse già ottenuto una certificazione verde di guarigione, di non tener conto dell’avviso. Insomma, il ministero non comunica con le Asl, o viceversa, per spendere tempo a inoltrare avvisi a persone che, purtroppo, non ci sono più.
Ma questa è solo una delle diverse contraddizioni che circolano assieme al virus. Tra le più eclatanti l’ordinanza del presidente della Regione, Marco Marsilio, che in attesa del via libera della Asl per la conclusione dell’isolamento ha stabilito, sostanzialmente “abolendo” il green pass, che basterà esibire due referti: il primo di positività, dal quale si potrà evincere l’inizio della quarantena, e il secondo di negativizzazione. Al controllore o suo delegato il compito di fare i complicati calcoli di quarantena e autoquarantena a seconda del grado di vaccinazione.
Che a quanto pare anche per il paradiso ci vuole il green pass.
Valerio Di Fonso
Glielo permette lo Stato sovrano! Questa è la beffa della politica. Le Regioni che decidono diversamente dallo stato.
Ma é la rubrica di Topolino??!!
Mi sorprende che un articolo del genere venga pubblicato…
É una mail di promemoria inviata da un sistema automatico…
Se non si vogliono ricevere basta cancellare la sottoscrizione… Non fanno verifiche di nessun genere, e non sono tenuti essendo, come ripeto, un sistema automatico.
la mia domanda è una, semplice e pure un pò cretina: descrivere in due righe quanto è stato efficace, dati alla mano, finora il green pass nella guerra contro il virus. A seguire quanto invece ha prodotto in termini di ansia sociale, limitazione alla produzione economica e allo sviluppo, quanto in termini di conflitto sociale. Forse Marsilio, nella sua limitatezza, se ne sta rendendo conto