Il nuovo anno giudiziario della regione Abruzzo è stato inaugurato, ma il 2022 potrebbe essere segnato dalla soppressione dei quattro palazzi di giustizia di Sulmona, Avezzano, Vasto e Lanciano. Un’ombra che incombe con tutto il suo peso. Un destino in realtà segnato, con la clessidra che si fermerà a settembre. Il tempo di affilare la scure che darà il colpo di grazia ai tribunali minori.
Difficile un colpo di scena finale, nonostante le parole del Presidente della Regione, Marco Marsilio, il quale ha espresso apprezzamento per le misurate e sagge riflessioni offerte dalla Presidente della Corte di Appello de L’Aquila, Fabrizia Francabandera. “In particolare – spiega Marsilio – il passaggio dedicato alle difficoltà e alle incertezze legate alla soppressione dei tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto, espresse con la prudenza e l’equilibrio suggerito dal ruolo e dal contesto, dovrebbero far riflettere il Ministero della Giustizia, finora tetragono nella sua determinazione nell’applicare la prevista soppressione”.
“Mi auguro – prosegue il Presidente della Regione – che le parole espresse in una occasione così solenne, possano finalmente scardinare tanta testardaggine, aprendo la strada all’approvazione in Parlamento dell’emendamento da me sollecitato e sostenuto dai parlamentari abruzzesi (e non solo) di tutti i partiti che prevede la proroga di due anni, utile anche a rivedere la geografia giudiziaria nel suo complesso. Rilevanti anche i passaggi sui nuovi criteri ‘filtro’ per il rinvio a giudizio, per non disperdere più energie a coltivare processi-spettacolo che si risolvono in assoluzioni seriali, ma che comportano un carico di sofferenza e di pene per gli imputati, in favore del criterio del ragionevole pronostico positivo, che permette di concentrare l’azione giudiziaria sui casi di più evidente e certa colpevolezza; e quello sulla necessità di recuperare la credibilità della Magistratura e delle Istituzioni dello Stato presso i cittadini seguendo la strada dell’efficienza, dell’efficacia, dell’imparzialità e della serietà dei comportamenti, invece di alimentare polemiche distruttive tra i diversi Organi dello Stato”.
Sull’inaugurazione dell’anno giudiziario e, inevitabilmente, sulle vicende riguardanti il tribunale di Sulmona, è intervenuto anche l’Ordine degli Avvocati sulmonesi con una nota a firma del Presidente Luca Tirabassi: “All’inaugurazione dell’Anno Giudiziario – si legge nella nota tenutasi questa mattina a L’Aquila, l’Avv. Silvana Vassalli, Presidente del COA di Lanciano, in rappresentanza di tutti gli Ordini Forensi d’Abruzzo, e alla presenza dei rispettivi Presidenti, ha illustrato, in modo puntuale ed efficace, le molteplici ragioni che impongono, a nostro avviso, la Salvaguardia dei Tribunali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto e, in particolare, la necessità che venga approvata, al più presto, la richiesta proroga del termine di chiusura. Al riguardo, la Presidente della Corte d’Appello di L’Aquila, Dott.ssa Francabandera, sottolineando l’imminenza del 14 settembre, da un lato, ha precisato che il previsto accorpamento potrà realizzarsi solo attraverso l’utilizzo, per un periodo transitorio, degli uffici giudiziari soppressi, stante l’attuale carenza di spazi nelle sedi accorpanti e, dall’altro, ha espresso il proprio disappunto per la mancata interlocuzione, da parte del Ministro Cartabia, sia con l’Avvocatura e sia con la stessa Magistratura”.
“Ciò nonostante – prosegue Tirabassi – il rappresentante del Ministro, nel proprio successivo intervento, non ha espresso alcuna posizione sulla questione, sicché, alla fine della cerimonia, unitamente al Presidente del COA di Avezzano, ho ribadito al delegato del Ministro l’esigenza che, anche in ragione della perdurante emergenza pandemica, restino in piena ed autonoma funzione ed operatività i nostri 4 Tribunali, rinnovando la richiesta di un incontro urgente con la Cartabia. Ci è stato promesso che tutto sarebbe stato riferito tempestivamente al Ministro con il relativo impegno a favorire il richiesto incontro, condividendosene l’assoluta e improcrastinabile necessità”.
Si parla tanto di decentramento, di salvaguardare e valorizzare le zone interne, ma nei fatti si continua con la desertificazione dei territori più svantaggiati..boh!!