Era attesa da anni ed è arrivata in zona Cesarini, quando cioè, ormai, alla discarica di Noce Mattei restano sì e no due mesi di vita. La Regione ha rilasciato l’autorizzazione integrata ambientale che permetterà a Cogesa di dare seguito al programma di investimenti che aveva in canna da tempo.
Tre azioni strategiche che consentiranno di uscire almeno dall’emergenza e di proiettarsi in una nuova fase che passa dal principio di smaltimento dei rifiuti a quello di riuso. L’autorizzazione dà il via nei fatti a quasi 5 milioni di euro di investimenti (tra contributi regionali e mutui accesi) che consentiranno di realizzare il revamping della piattaforma carta-plastica, di attivare nell’impianto di Tmb il Css, ovvero recupero di materia e produzione di combustibile energetico e, infine, di ampliare per 155mila metri cubi la discarica di Noce Mattei, attraverso il ricongiungimento con quella vecchia e la sopraelevazione di circa due metri di quella esistente. Il tutto tra giugno e settembre prossimi.
A conti fatti il nuovo impianto, che avrà un potenziale di lavorazione di 62.400 tonnellate annue (circa il 20% in più rispetto a prima), produrrà circa 14mila tonnellate di rifiuto da conferire in discarica (circa il 70% in meno) con una prospettiva di autonomia di circa dieci anni.
“Ora possiamo guardare al futuro anche in prospettiva del nuovo sistema di gestione dei rifiuti con l’attivazione dell’Agir – ha detto il presidente del Cda Nicola Guerra oggi – Cogesa si pone come attore qualificato nel panorama regionale e contiamo di chiudere il ciclo dello smaltimento con la realizzazione di uno o due impianti per il trattamento dell’organico”. Le piazze interessate sono quella di Castel di Sangro (con demolizione e ricostruzione dell’impianto di proprietà) e Sulmona (da realizzare al nucleo industriale nei terreni vicini agli uffici) con un costo di circa 14 milioni di euro ciascuno, soldi che saranno richiesti al Pnrr “sempre che la Regione reputi strategica l’operazione”.
Poi il centro di raccolta, chiuso ormai da un anno e mezzo: “Abbiamo chiesto l’autorizzazione al Comune a gennaio – spiega Guerra – non ancora ci rispondono. Noi siamo pronti a riaprire, ma il Comune attende una risposta al quesito fatto alla Regione”.
Di soldi e debiti, per il momento, il Cda non vuole parlare: il bilancio consuntivo 2021 e quello di previsione 2022 sono ancora allo studio, ma sembra inevitabile, come già annunciato dal Germe, che ci sarà un aumento tariffario che si aggirerà intorno all’8%, nonostante i debiti finora fatti saranno probabilmente trascinati negli anni.
“Bisogna mettere alcune cose in chiaro con i Comuni-soci con cui abbiamo contenziosi per oltre 2 milioni di euro – continua Guerra – a partire dal Comune di Sulmona che ci deve ancora 400mila euro che non ci ha riconosciuto quest’anno, noi crediamo senza fondati motivi”.
Per chiarirsi le idee, anche per questo, Guerra invita i diversi Comuni e i loro tecnici a partecipare all’incontro programmato lunedì prossimo, mentre mercoledì (ore 10 presso l’auditorium diocesano) si terrà il convegno “Investire sul Creato per un futuro migliore”. Un incontro organizzato insieme alla Diocesi di Sulmona-Valva, che una preghiera per salvare la partecipata non guasta.
va spiegato anche che il CSS viene prodotto da rifiuto organico per cui entrerà ancora più rifiuto nella Valle Peligna. se la discarica è satura facciamocene una ragione , queste trasformazioni servono solo a far rimanere in vita la società che altrimenti non reggerebbe il libero mercato dovendo trovare posto altrove per allocare rifiuti. Cogesa va ridimensionata e ripensata come semplice attore di gestione dei rifiuti della vallata e non di tutto il centro abruzzo. Spero che il nuovo corso politico porti consiglio.
insomma… dall organico proprio NO, il CSS (un nuovo CDR combustibile da rifiuti) è un combustibile con caratteristiche specifiche dettate da una norma italiana approvata dal parlamento che si interfaccia con una norma europea (UNI EN ISO 21640:2021) già utilizzata da tantissimi stati (pensiamo che alcuni stati del nord Europa comprano i ns rifiuti per produrre CSS, bruciarlo in appositi inceneritori e rivederci l energia elettrica che ne hanno prodotto!!!)
la sua principale composizione e plastica e carta.
in Italia se ne produce tanto e tanto se ne brucia, tanto ma solo al nord Italia…
IL VERO PROBLEMA PROTREBBE ESSERE CHE, MENTRE LA CARTA E PLASTICA NON SI DOVREBBERO SMALTIRE IN DISCARICA POICHÉ DEVE ESSERE RECUPERATA ANCHE, COME SOLUZIONE FINALE, LA PRODUZIONE DI CSS CHE CESSA DI ESSERE UN RIFIUTO E DIVENTA COMBUSTIBILE (OVVIA PRECISIONE, PER GLI SCARSI AMBIENTALISTI CHE ULTIMAMENTE FANNO SOLO INUTILE POTILICA DI BASSO LIVELLO, CHE IL CSS BRUCIATO BENE IN IDONEI IMPIANTI INQUINA ANCHE MENO DI ALTRI COMBUSTIBILI PRODUCE ENERGIA ELETTRICA E CALORE RIUTILIZZABILE PER TANTI PROCESSI ACCESSORI, TIPO AD ESSEMPIO PRODURRE UN OTTIMO COMPOST ORGANICO PER CONCIMARE IL TERRENO CHE CASOMAI VISTO CHE NON SI USA PER L AGRICOLTURA POTREBBE OSPITARE BELLISSIMI ALBERI CHE AIUTANO L AMBIENTE ASSORBENTO CO2)
CHE SE IL CSS NON SI PRODUCE BENE LA LEGGE PREVEDE DI POTERLO SMALTIRE IN DISCARICA!!!
RIPETO IN SINTESI: IL CSS NON CONFORME SI PUÒ SMALTIRE IN DISCARICA…
SPERIAMO CHE QUEST’ULTIMO MESSAGGIO ENTRI NELLA TESTA DEI CITTADINI ED IN PARTICOLARE ALLA REDAZIONE DI QUESTO GIORNALE
Immagino che aumenteranno gli effluvi profumati per la felicità di chi abita a ridosso della discarica…
Povera Sulmona…che fine !
Concordo in assoluto con il commento sul CSS, MA, ggiungo che il Cogesa di Sulmona DEVE, ripeto DEVE, ESCLUDERE l ingresso dei rifiuti provenienti da città molto più grandi tipo Roma e sopratutto il capoluogo d Abruzzo L’AQUILA.
Questa città non porta risorse, solo rifiuti indifferenziati che finiscono nella nostra discarica, GRAZIE ANCHE AL CONSENSO DELLA Regione che ha autorizzato questi trasferimenti. Soluzione? ognuno si smaltisca i suoi rifiuti! provate a rifare i conti senza i rifiuti dell aquila! ma sai che c’è qualcuno dovrebbe dirlo alla Guardia di Finanza ed al NOÈ dei Carabinieri ma direi anche esposto all Europa che non perdona!
ebbene si NESSUNO, hai ragione, hai colto il punto cardinale del problema Cogesa e dei rifiuti gestiti. I rifiuti di l’aquila non potrebbero, per legge, arrivare qui a Sulmona, salvo uno ‘strano’ accordo per far entrare un capuologo come ‘SOCIO’ del Cogesa. Ma avete mai visto i conti economici dell AMA, azienda municipale aquila, cioè azienda che gestisce i rifiuti del comprensorio aquilano?
milioni e milioni di euro e non hanno una discarica o sistemi di trasformazione dei rifiuti (in questo caso produzione di CSS) e, tra l’altro, hanno un cementificio che, avendo una cava enorme di licenza regione Abruzzo quindi non si sa quanti anni di vita di produzione cemento ancora da fare, non aspetta altro che bruciare CSS (i cementifici sono i migliori forni per ricavare energia dal CSS, per le temperature necessarie per fare cemento, ossia temperature MAGGIORI dei migliori inceneritori di rifiuti)
quindi dall’aquila ci portano la ‘monnezza’ il poco CSS che sarà in grado di produrre il cogesa se lo riprendono a quattro soldi e gli scarti ce li lasciano alla nostra discarica.
INFINE AGGIUNGO CHE la nuova normativa sui rifiuti prevede che anche alcuni rifiuti di provenienza dalle fabbriche e simili siano assimilati a quelli urbani! l’aquila recuperera’ rifiuti plastici ‘ facili’ da riciclare, aumentando le % di recupero previste dalle norme europee e smaltire con il ns impianto Cogesa.
Allora continuiamo ad essere SOCI, solo per i rifiuti con gli aquilani, delocalizziamo l’impianto nuovo per il CSS ed per il TBT e produzione COMPOST nelle loro zone industriali e poi vedremo se saranno ancora d’ accordo!