Marco Marsilio la scorsa settimana è stato abbastanza chiaro nella conferenza di presentazione del piano infrastrutturale che riguarderà l’Abruzzo: “L’alta velocità non passerà per L’Aquila”, e questo non perché il presidente della Regione abbia arbitrariamente deciso di tagliare fuori il capoluogo dal collegamento Roma-Pescara. I motivi, piuttosto, sono dovuti al fatto che un collegamento tra la costa adriatica e la capitale già esiste al momento, e sicuramente sarà meno oneroso, sia in termini di spesa sia di tempistiche, rafforzare quello piuttosto che crearne uno ex novo. Un investimento, quello che potenzierà la Roma-Pescara, sul quale verranno versati oltre 6 miliardi di euro nei prossimi 7 anni, e che ridurrà i tempi permettendo il trasporto dalla costa Adriatica alla capitale in appena 2 ore, interessando anche Sulmona e i suoi pendolari già privati praticamente del trasporto su gomma viste le esigue corse che collegano la città di Ovidio con Roma.
Una porta in faccia che ha fatto arrabbiare non poco i vertici aquilani. Particolare fermento è stato riscontrato sul web, dove all’interno della piattaforma change.org, la petizione per “dirottare” l’alta velocità da Avezzano all’Aquila, tagliando così fuori dai giochi Sulmona e l’intero comprensorio peligno-sangrino, ha raggiunto le 10.054 firme. “L’Aquila – si legge all’interno della petizione – è già penalizzata da un servizio ferroviario molto lento rispetto ad altre forme di trasporto, rendendolo effettivamente utilizzabile solo in direzione Sulmona o Rieti-Terni. Guardando il diagramma degli attuali flussi di trasporto di persone tra la Capitale e le città Abruzzesi, mostrato in più occasioni dai rappresentanti di RFI nelle riunioni preparatorie ai suddetti accordi per la Roma-Pescara, si evince chiaramente un bisogno di collegamento L’Aquila-Roma almeno equivalente a quello Avezzano-Roma, mentre entrambi questi flussi sono notevolmente più intensi di quelli sulla tratta Pescara-Roma”.
“Le motivazioni – concludono gli autori che hanno sottoscritto la petizione – che ci spingono a considerare un potenziamento e una velocizzazione del collegamento ferroviario tra Roma e L’Aquila sono, a nostro modo di vedere, strategiche per uno sviluppo economico armonioso di aree interne e costiere delle Regioni Lazio e Abruzzo”. Molto piccate anche le reazioni del tavolo di confronto “L’Aquila collegamenti ferroviari veloci”, che auspica un incontro con Mara Carfagna, ministro per il Sud, con la portavoce Roberta Gargano, la quale ha dichiarato inammissibile un’esclusione dell’Aquila e ribadisce che non si fermeranno e continueranno ad insistere affinché venga realizzato almeno un primo studio di fattibilità. Addirittura, il fatto di tagliare fuori L’Aquila per potenziare il trasporto ferroviario lì dove c’è ancor più disagio e rischio spopolamento, è stato definito meschino dal consigliere regionale Pd, Pierpaolo Pietrucci.
Insomma, una vera e propria crociata del capoluogo con lo scopo di portar via quella che per il Centro Abruzzo potrebbe essere una chance di sopravvivenza, con qualcuno che potrebbe decidere di tornare da Roma e vivere in Abruzzo, o pendolari non costretti a fare la solite peripezie pur di raggiungere il posto di lavoro. Che poi di collegamenti su gomma l’Aquila ne è piena con ben 15 corse al giorno, a fronte delle 2 offerte da Sangritana ai residenti della Valle Peligna alle quali se ne aggiungerebbero 3 di TUA che, però, hanno una durata media di 4 ore e mezza poiché passano proprio per L’Aquila prima di ripartire alla volta di Roma. Inoltre c’è da ricordare la bretella ferroviaria, prossima ad essere ultimata entro il 2023, dal costo di 11 milioni di euro e lunghezza di 550 metri, che taglierà fuori Sulmona (o almeno la sua stazione principale) solo per accorciare di 10, massimo 15 minuti, il collegamento tra Pescara e L’Aquila. Nonostante la protesta dei peligni, però, l’opera va avanti.
La lamentatio degli aquilani, d’altronde, è capace di cori in grado di sovrastare qualsiasi campanile. Basta che non sia il loro.
Valerio Di Fonso
bene,tutte chiacchiere,i numeri degli utenti/passeggeri/viaggiatori dicono?Nulla e… poi nulla,non ci sono le ragioni,non esistono i potenziali consumatori/beneficiari,i numeri sono sotto gli occhi di tutti,basterebbe chiedere agli investitori veri,seri,saggi,avveduti,lungimiranti, e soprattutto attenti alle possibilita’ di successo ,e basta con queste opere/infrastrutture del nulla,o no?
Sulmona 14.11.2021
Se una delle regioni più belle del mondo non cresce è perché gli aquilani da sempre hanno tolto alle altre parti dell’Abruzzo per prendere solo per loro fregandosene altamente del prossimo, questa storia deve finire una volta per tutte. La regione deve crescere unita e le risorse vanno redistibuite dove vi è più necessità ovvero la Marsica e la Valle Peligna, l’alto Sangro e l’Abruzzo chietino. L’Aquila può attendere per ora.
distinti saluti
Domenico Silla
Sulmona 14.11.2021
È l’asse Tirreno Adriatico che va potenziato, da un punto di vista territoriale geografico è troppo dispendioso e poco percorribile l’inserimento della stazione ferroviaria aquilana nell’alta velocità, proprio perché il capoluogo regionale rimane fuori mano di molti chilometri rispetto all’asse Pescara Roma, non è pensabile che si metta a rischio il potenziamento dei collegamenti tra Pescara e Roma per recuperare una stazione 🚉 che nel contesto geografico è fuori asse di molti chilometri. Per potenziare la stazione ferroviaria aquilana, basta potenziare i collegamenti con San Benedetto del Tronto, Martinsicuro,Giulianova Teramo, Rieti,si potenzia la costa e le aree interne per altre vie già esistenti che vanno potenziate.
distinti saluti
Domenico Silla
… certamente è così… tanto i 6 miliardi di spesa che poi strada facendo raddoppieranno, saranno caricati tutti a debito sulle spalle dei contribuenti…
Con 200 milioni di euro si possono quintuplicare le corse giornaliere andata e ritorno dei pullman per i prossimi 40/50 anni, utilizzando i restanti 5 miliardi e Ottocento milioni di Euro per incentivare aziende serie internazionali a realizzare qualche decina di migliaia di posti di lavoro stabili e altamente formativi a livello professionale.
Le zone interne si salvano solo creando lavoro e senza ripetere gli errori del passato, con finanziamenti a pioggia per progettI strampalati e morti prima della nascita.
Abbiamo già ampiamente dato.
… certamente è così… ecc., in risposta al post di Musichiere…
Se la Petizione risolve il “problema” allora lasciamola anche noi e mettiamo nero su bianco.
I collegamenti ferroviari sono fondamentali per l’Abruzzo. Occorre collegare con l’alta velocità a Roma non solo Pescara /Chieti ma anche Teramo e L’Aquila. I collegamenti su ruota (bus e camion), non fan insediare aziende e tengono lontani i turisti. Sarebbe da ripristinare anche un collegamento ferroviario adeguato per Roccaraso principale area turistica dell’Abruzzo interno.
Confermo in pieno il pensiero di Mi chiamo Antonio, su L Aquila c è da sempre questo atteggiamento. Da Sulmona a Castel di Sangro è ora che si faccia un unica squadra. L Aquila e Pescara non hanno alcun interesse per il resto d Abruzzo. Spero sia chiaro, e i relativi personaggi non bisogna neanche ascoltare.
I politici Aquilani non si sono mai seriamente interessati per il trasporto su rotaia…ma esclusivamente solo per quello su gomma..alcuni di questi non sanno nemmeno che nella nostra città esiste una stazione ferroviaria…
Se avessero voluto avrebbero potuto negli anni ormai passati,fare un unico binario che collegava Sulmoma “stazione principale per la partenza dei treni”con Roma passando sul tracciato già esistente Chieti Pescara fino Teramo e costruendo da Teramo un nuovo tracciato ferroviario per L’Aquila-Carsoli,che permetteva alle aree interne da Sulmona a L’Aquila e Avezzano di collegarsi facilmente con Carsoli attraverso la gia esistente rete ferroviaria e realizzare un unico binario al posto dell’autostrada…
Così facendo non solo venivano collegate tutte le province dell’Abruzzo con la capitale in tempi brevissimi…ma veniva eliminato tutto quello che è trasporto su gomma da tutte le città abbruzzesi e relativo inquinamento atmosferico.
Forse era troppo facile pensarlo e poco redditizio per alcuni…
… eh già, perché no, cosi i viaggiatori potevano vedere il mare e godersi il panorama…
ma poi perché la ferrovia non era molto meno inquinante continuare a viaggiare a cavallo… ancora meglio a piedi, avremmo evitato quasi tutte le malattie cardiovascolari e l’obesità.
Il vero è solo capoluogo d’Abruzzo è Pescara .
L’Aquila e la sua arroganza hanno abbondantemente rotto le balle. Quando si tratta di far prevalere i suoi interessi non perde occasione per umiliare il nostro territorio considerandoci alla stregua di sudditi e pretendendo sfacciatamente di piegare a suo favore le situazioni a danno del nostro territorio come in questo caso.Fino a quando resteremo sotto le sue grinfie per Sulmona ed il suo territorio non ci sarà mai grosse aspettative né una una vera e propria rinascita.
Bisognerebbe riproporre, perseguendolo con tutte le nostre forze,il vecchio obiettivo di dare a Sulmona la tanto aspirata autonomia amministrativa elevandola, una volta per tutte, al rango di capoluogo di provincia, passaggio peraltro previsto dalla nostra Costituzione. Non è utopia, ma bisognerebbe avere una forte motivazione ed una decisa coesione territoriale.
Ma le provincie non andavano soppresse?
..Cosi’si pensava, ma non c’è la volontà di sopprimerle realmente.Evidentemente ci sono troppi interessi in gioco…
Inizialmente, poi si sono accorti che gli interessi in gioco erano tanti e hanno cambiato idea.
Se non ci togliamo questo cappio al collo la vedo dura per Sulmona al netto di tutti i buoni propositi della nuova giunta…
Che il tratto autostradale non rispetta i criteri antsisismici, non significa che non può essere adeguato, con le conoscenze della tecnologia e la scienza attuale si può adeguare di tutto, e sarà meno impattante per il territorio e costoso di “tracciati alternativi”. Migliorare quello che c’è è sicuramente la soluzione migliore, anche se a tanti sembra banale. Potrebbe essere invece l’occasione di un progetto innovativo e pilota, peraltro a consumo zero di altro territorio.
È ora di indire un referendum della valle peligni ed alto sangra per lasciare la provincia de l aquila che sempre ci è ostile e andare con la provincia di Pescara sicuramente ne avremo dei vantaggi anche perché non saremo in competizione in quanto noi zone interne loro costiere e ci integriamo a vantaggio di entrambi i territori