“Giustizia per il Morrone” subito esposto e accesso agli atti

Vogliono la verità. Sul martirio del Morrone nulla sarà lasciato al caso, sono pronti a sviscerare in ogni ambito la vicenda che ha tenuto sotto scacco la valle, l’attenzione sarà dunque massima per evitare il pericolo numero uno, le possibili infiltrazioni mafiose.

“Uno scempio, un attentato alla nostra montagna, al territorio” queste le parole che tornano, nell’accorata apertura di Teresa Nannarone “noi tutti ci identifichiamo nel Morrone”.

Un’analisi da più fronti da quella forense, alla medico-scientifica, ambientalista, civica, politica, all’animosità per la propria terra.

  Si presenta così alla città, in piazza XX settembre, il comitato “Giustizia per il Morrone” che vede al suo interno Teresa Nannarone, Cinzia Simonetti, Elisabetta Bianchi, Gianluca Lanciano, Chiara Marinucci, Aldo Di Bacco Maurizio Proietti, Maurizio Cacchioni, Maurizio Balassone, Roberto Ranalli Mimì D’Aurora, Massimo Pellegrini, Augusto De Santi  sostenuto su Fb da oltre mille cittadini nelle ultime ore hanno aderito anche consiglieri comunali, partiti politici, associazioni, giornalisti e testate on -line ( SOA, H2o, Dalla Parte dell’Orso, Sulmona Bene in Comune, Mo Bast, Il Vaschione, il Germe, Sinistra Italiana, AltreMenti Valle Peligna.

 

Al centro della conferenza i tanti quesiti da soddisfare, domande che questa volta non saranno disattese perché formulate, dovute, così come le richieste, gli accessi e le rendicontazioni  già  invocate in consiglio comunale su quella macchina dei soccorsi e dell’emergenza che per il comitato ha avuto il sapore “di ritardi, omissioni, incongruenze, fughe in avanti, “un disastro nel disastro”. Si partirà dall’accesso agli atti degli enti coinvolti nella gestione dell’emergenza e verranno verificate tutte le responsabilità dirette ed indirette.

Gli avvocati supportati dagli ambientalisti stanno lavorando alla formulazione di un esposto dettagliato da consegnare alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sulmona per una catastrofe che ha atteso troppo a lungo il timbro di stato di calamità. Anche il Parco è sotto accusa, per non essersi dotato del piano anti incendio, un tassello che non può non essere considerato.

Trai i primi interrogativi, incalza l’avvocato Gianluca Lanciano, c’è quello del tempo, di quanto  è trascorso dalla chiamata di quella domenica prima che si intervenisse. Quanti soccorsi, mezzi uomini, quanto è stato speso per lo spegnimento. “E’ il momento di svegliare le coscienze,  per incendi che hanno martoriato il nostro territorio, per finalità speculative e criminose”. Perché si vuole  trovare una quadra di questi 20 giorni, la conoscenza dei numeri, oltre i 12 inneschi ritrovati, i 10 milioni impiegati per i voli del Canadair solo a Pratola. I numeri dell’emergenza, quanto  e come è stato messo sul tavolo. C’è chi, come il consigliere Aldo Di Bacco, ricorda un incendio del 1975 sul Morrone nel versante pratolano, lì non ci fu bisogno di tutto questo dispiegamento, nessuno ritardò e la cosa fu risolta in due giorni.

La Bianchi ha spiegato che i dati saranno analizzati da uno staff tecnico di ingegneri dell’emergenza e “ci auguriamo anche di ingegneri delle diamiiche del fuoco” ha poi rammentato la decisone raggiunta ieri in consiglio col “no” al rimboschimento,  su proposta della stessa consigliera di minoranza Bianchi e Balassone. Si andrà dritti in Prefettura e dai Comuni per chiarire l’intera vicenda. Un invito a perseguire la trasparenza quello dell’opposzione consiliare.

Ai medici presenti la doverosa tutela dell’ambiente e della salute. Il dottor Cacchioni, il dottor Proietti, grazie al supporto del dottor Pagliani hanno istallato un apparecchio per monitorare l’aria, le polveri sottili, nelle giornate del 2, 3, e 5 settembre. Attraverso un dosimetro portatile, ora saranno rilevati i valori e i componenti, ma possiamo già parlare di pm10, concentrazioni importanti, il monitoraggio in 9 punti della valle evidenzia invece una buona notizia, una concentrazione bassa delle polvere sottili.

Si continuerà a controllare e monitorare soprattutto di inverno, momento in cui si concentrano maggiormente l’uso delle auto e il riscaldamento in casa. Un’occasione per sottolineare l’importanza di una “Scienza della Cittadinanza”.

“Non dobbiamo tacere, non deleghiamo” le parole di Mimì D’Aurora  “non ci possiamo fidare” rammentando come non ci sia una proprietà o esclusività delle informazioni e procedure, “abbiamo assistito al fallimento della macchina organizzativa e di gestione dell’emergenza”, un incendio boschivo in cui si è sentita da più parti, l’assenza dell’intervento di chi ne ha competenze, la forestale, in molti lamentano lo “sciagurato accorpamento”.

Dunque, prossimo appuntamento sarà l’incontro del 12 settembre che precederà la riunione del 13 del presidente D’Alfonso a Pescara in viale Bovio, tema possibile rimboschimento. Insomma pronti con il sit-in davanti la Regione.

Anna Spinosa

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