
Dallo Zaccheria di Foggia allo stadio Wembley di Londra passano 1.630 km e 25 anni di duro lavoro celebrati ieri sera a Castel di Sangro. Il percorso di Gabriele Gravina da semplice sentiero sterrato si è trasformato in un’autostrada. “Sarei stato presuntuoso a immaginare un percorso così – ha detto Gravina sul palco di piazza plebiscito – L’unica certezza nella mia vita è la costante nel lavoro, e insieme ad essa la progettualità”.

Tanti videomessaggi di congratulazioni e saluti di ex stelle del Castel di Sangro come Osvaldo Jaconi, Antonio Rebesco, Davide Cei e Salvatore D’Angelo. Insieme a loro sono arrivati i saluti dei protagonisti di Euro 2020: Leonardo Bonucci, Ciro Immobile, Lorenzo Insigne e Alessandro Florenzi. I fautori della vittoria play off contro l’Ascoli da un lato, quelli che hanno fatto piangere i sudditi di sua maestà dall’altro. “Ciò che ha rappresentato il Castel di Sangro per il calcio italiano non è solo il risultato sportivo, ma il percorso che fece. Fu una delle prime realtà a realizzare uno stadi da 9.000 posti, il doppio della sua popolazione, e ad introdurre gli steward. Con l’Italia, invece abbiamo conquistato il nostro sogno e l’abbiamo posizionato nel posto più sicuro: sul tetto d’Europa, lì dove nessuno potrà infrangerlo. L’emozione al gol di Bonucci? Chiedetelo al presidente Mattarella, non a me. Quando c’è un gol del genere a Wembley devi esultare per forza”.
Naturalmente le aspettative per i Mondiali 2022 sono alle stelle, come confermato anche dal telecronista Fabio Caressa, collegato in videochiamata. “Speriamo sia Fabio a commentare il nostro cammino – ha detto Gravina -. Prima però qualifichiamoci. Quella è la cosa più importante”.
Gravina ha concluso con un pensiero sul suo secondo mandato come presidente della FIGC. “La rielezione è un attestato di grande stima da parte del mondo del calcio. Una riconferma importante con alto consenso. Così come l’elezione nell’esecutivo Uefa. Non ho mai negoziato nessuna forma di cambiamento. Chi mi conosce sa sempre che sono con i frati e a zappare l’orto. Ho votato la mia vita al sacrificio. Non ho ambizioni smodate. L’unica forma di soddisfazione è di centrare gli obiettivi che mi prefiggo”.
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