
Greta Thumberg e i cambiamenti climatici, c’entrano fino a un certo punto; perché quanto accaduto ieri a Sulmona e non solo, è il frutto di una infrastrutturazione carente, inadeguata e poco e niente manotenuta.
E’ bastata una pioggia, seppur abbondante, infatti, per mettere il territorio in ginocchio e provocare danni ingenti: fiumi esondati, fogne scoppiate, canali straripati, cantine e case allagate.

L’emblema del mix micidiale tra eventi e responsabilità umana è quanto si è verificato nella frazione di Bagnaturo, dove per l’ennesima volta il Velletta è esondato provocando l’allagamento degli ingressi alla frazione, tanto che è stato necessario chiuderli per diverse ore. Qui gli argini del fiume non hanno retto la portata delle incessanti piogge, ma a contribuire e non poco al disastro è stata una rete da letto (già) piazzata davanti al collettore da un agricoltore del posto per deviare le acque sui suoi campi. Il filtro si è trasformato così facilmente in un tappo e il resto lo ha fatto l’acqua. Non è la prima volta, a dire il vero, che l’agricoltore utilizza questi metodi casalinghi per deviare il fiume (in modo del tutto abusivo ovviamente), ma i danni provocati ieri porteranno i vigili urbani di Pratola Peligna a segnalare alle autorità la cosa.
E dove non arriva il rimedio fatto in casa, ci pensano le opere pubbliche e private fatte alla carlona: in via Don Bosco a Sulmona, ad esempio, le fogne hanno invaso per l’ennesima volta il quartiere, entrando fin dentro le case: a causare l’allagamento è stato il fatto che le palazzine sono state costruite senza la separazione delle acque bianche da quelle nere. Il sistema va così in tilt e le conseguenze sono inevitabili. Tant’è che il Comune, ora, dopo dodici anni, ha deciso di metterci una pezza: “Abbiamo acceso un piccolo mutuo da 60mila euro – spiega l’assessore Salvatore Zavarella – per fare i lavori che erano stati progettati già da anni, ma che non sono mai stati completati”.

Non sono solo i privati, però, gli approssimativi: nel piazzale della stazione, per l’ennesima volta, alcuni esercizi commerciali (tra cui un bar-ristorante) si sono trovati immersi nell’acqua. Il problema, anche qui, è la mancata separazione della rete delle acque bianche e di quelle nere, nonostante i lavori salutati qualche anno fa con tanto di taglio del nastro. Lavori che si sono fermati al viale e non sono arrivati al piazzale.
Seri danni li ha provocati poi una fogna esplosa alle Marane, in contrada Santa Lucia: anche qui manutenzione assente e carico eccessivo.
Non si è fatta mancare la sua “sorgente” neanche il centro storico: in piazza Carlo Tresca, per l’ennesima volta, è scoppiata una conduttura fognaria provocando una sorta di lago, mentre a qualche decina di metri le fontane della villa comunale si sono riempite anche negli spazi dedicati alle sedute.

Problemi non solo a Sulmona, in verità, ma anche nel resto del comprensorio: a Prezza, in particolare, dove è esondato un torrente e a Pratola dove ancora una volta la rotonda di ingresso all’autostrada si è trasformata in una piscina. Anche qui, il problema è sempre lo stesso e mal gestito: l’opera (progettata male indubbiamente) risente della mancata pulizia dei canali di scolo che vengono dalla statale da Raiano. E ogni volta che piove meno di quanto predica la Thumberg, ci si ritrova con l’acqua alla gola.
La thumberg? Ma fatemi il piacere, la realtà è che le caditoie sono tutte completamente otturate e alla prima “pisciata” estiva accade tutto ciò. In foto si vede il piazzale della stazione, fatevi un giro lungo quella strada, tombino otturati, altri parzialmente ricoperti dall’asfalto di recente posa. Ma d’altronde chi controlla?
Aggiungiamo che quasi tutta la città ha i tombini otturati ma che veramente vogliamo pulirli? Te sce impazzite? E le toppe di asfalto saltate in aria ? Ora tutta la città è una buca totale..