Alla fine è arrivata la pioggia a dare un po’ di tregua alla montagna. Non è stato l’acquazzone sperato ma comunque acqua versata dal cielo per lenire i dolori del Morrone e soprattutto arginare l’avanzamento del fuoco in quel di Roccacasale. Quasi si ha il timore di dirlo che si stia spegnendo, e quindi, riti apotropaici permettendo, possiamo dire che al momento dopo due settimane interminabili di inferno infuocato le fiamme siano rientrate. Si registra una situazione di respiro per squadre e volontari, non ci sono più pennacchi di fumo, insomma il fuoco è fermo e il serpente appare domato.
Roccacasale febbrile nella tre giorni di operazioni, non è più in pericolo e dopo la seconda linea taglia fuoco realizzata grazie alla presenza e al lavoro di centinaia di volontari provenienti da tutta la regione, le braccia e la mente vanno alla concretizzazione della terza prevista per domani, un cordone in protezione dell’abitato. L’incognita resta il vento che non lascia la preda e potrebbe riaccendere e vanificare gli interventi quelli umani e quelli atmosferici.
A decretarne però l’effettiva fine sarà il tempo, le ore e i giorni a seguire in cui la parola d’ordine sarà sicurezza e dunque assicurare condizioni di tutela ai cittadini e in particolar modo ai residenti a ridosso delle zone colpite dall’incendio. La Regione dal suo, dopo la conta delle giornate di attacco delle fiamme su più fronti, ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri il tanto agognato stato di emergenza nazionale. In questo caso si potrà finalmente procedere con le attività e le operazioni di ingegneria ambientale e dunque bonificare l’area, rimuovere legna bruciata e non da poco, limitare il rischio slavine e frane attraverso gradoni-barriere.
Le analisi della colpa quella materiale della mano criminale postulate dai cittadini e dagli umani risentimenti proseguono, come le critiche trasversali alla gestione della cosa. Sulle indagini invece, quelle vere, ad occuparsene sono gli inquirenti che da settimane ascoltano decine di persone. Restano di fatto, sul piatto, sia le ipotesi di una mano sola che quelle legate a logiche di interessi, dagli appalti dei soccorsi al rimboschimento.
Intanto il 13 settembre ci sarà la riunione convocata dal presidente D’Alfonso proprio sulla questione rimboschimento, che ha dato il via già ad una serie di polemiche tra i pro e i contro, soprattutto per i timori di quanti leggono dietro a quel vile attacco la mano della criminalità e di chi propende per il made in natura, ossia la natura che fa da sé vestendosi di nuovo. Intanto la conta che sarà più certa nei prossimi giorni, parlerà anzi urlerà quanti ettari, troppi, siano andati in fumo, la flora così come la fauna persa ed un paesaggio che non basteranno certo pochi anni per rivederlo tal quale a prima.
Anna Spinosa
Sarebbe opportuno che la rinascita delle Nostre Montagne venisse affidata ai Comuni.. abbiamo avuto troppa contezza di come gli enti preposti abbiano una gestione non al passo con i Tempi e non rispettosa del Territorio,, sarebbe opportuno che in questa corsa alla rinascita non si oscurassero i tanti problemi connessi e conseguenti che il nostro territorio si trova a dover fronteggiare con la fauna che scendendo a valle distrugge l’agricoltura, anch’essa Nostro Territorio.. La progettazione di una rinascita dev’essere necessariamente condivisa con i sindaci, basti prendere ad esempio Roccacasale, Territorio che custodisce una flora inestimabile di piante officinali rare e solo il bravo Sindaco sa e può attivare tutte le strategie per la salvaguardia di un patrimonio di rara bellezza con azioni di tutela e prevenzione del Suo territorio. In una attacco alla comunità, la comunità stessa non può essere tagliata fuori dalle scelte.. è un dato di fatto soprattutto perché cittadini tutti sono i diretti interessati dei problemi e delle criticità che ancora più si dovranno fronteggiare .I roghi : hanno aumentato la fauna nei campi .. ergo distruzione dei raccolti già compromessi dai cinghiali ora aumenti nel numero di branchi; hanno fatto si che la cenere, che di certo salubre non è orami sulle nostre tavole e sulla nostra pelle, hanno tolto a tutti noi un ricco patrimonio che dalle montagne scende a valle e ne costituisce un unicum. E’ necessario riguadagnare la nostra eredità.
VIVIAMO in un’era di trasformazioni sempre più veloci, di eventi che mettono in discussione molte certezze del passato e ci danno la sensazione di vivere un vero `cambiamento d’epoca´, In uno scenario così mutevole, tutti noi conserviamo una eredità: un bagaglio di culture, tradizioni, storie ed esperienze che ci contraddistinguono. Immersi nella rapidità dei cambiamenti, abbiamo bisogno di fermarci per cercare, in questo patrimonio, gli strumenti per affrontare le sfide che viviamo. Non disperdere la propria eredità, ma `riguadagnarla´ questo è ciò che il settore agricolo ed in particolare Abruzzo Agricolo chiede da anni, questo è ciò che gli Imprenditori Agricoli garantiscono ogni giorno con il loro lavoro.. non dimentichiamo che sono loro che producono con sapienza e maestria le eccellenze che rendono la nostra Regione, Regina di eccellenze di prodotti autoctoni a livella internazionale! E cosi sarebbe giusto dare il giusto riconoscimento .. in fondo sono le nostre montagne che ci difendo e che rendono unici i nostri VINI con i loro sbalzi termici!! E non solo..
Riguadagnare la nostra eredità che ieri è stata BRUCIATA dall’avversità atmosferica del gelo dell’aprile 2016, oggi 2017 bruciata dalle fiamme – un’ impresa ardua, non senza ostacoli o indifferenza- un impresa da portare avanti per tutelare il Nostro Territorio e le sue eccellenze sotto ogni profilo; un’impresa che vuol dire essere capaci di impostare un rapporto con gli esempi del passato, della nostra storia, che non sia basato sul conformismo ma sulla conoscenza. Significa riuscire a usare questo patrimonio come base dalla quale partire per innovare. Proprio la capacità di valorizzare il meglio della nostra identità, di scommettere su di essa, è una chiave per vincere le sfide proprio come la sfida che oggi si affronta, brucia tutto, con il gelo nel nei nostri cuori e nei nostri sguardi e con le fiamme nel cuore. E’ necessario riguadagnare la genuinità della Nostra Terra, è necessario non chiudersi in un muro di omertà e chi può e deve ,non ometta di guardare oltre le montagne, perché troverebbe la sua terra, quella che noi tutti difendiamo amiamo e valorizziamo, un terra Autoctona e tale deve tornare ad essere e come tale tutelata e valorizzata sotto ogni profilo.. forestazione, agricoltura, storia, arte, non sarà di certo un piano di rimboschimento a ridare giustizia alle tante criticità patite e patendi che affrotiamo ogni giorno.
Sarebbe opportuno che la rinascita delle Nostre Montagne venisse affidata ai Comuni.. abbiamo avuto troppa contezza di come gli enti preposti abbiano una gestione non al passo con i Tempi e non rispettosa del Territorio,, sarebbe opportuno che in questa corsa alla rinascita non si oscurassero i tanti problemi connessi e conseguenti che il nostro territorio si trova a dover fronteggiare con la fauna che scendendo a valle distrugge l’agricoltura, anch’essa Nostro Territorio.. La progettazione di una rinascita dev’essere necessariamente condivisa con i sindaci, basti prendere ad esempio Roccacasale, Territorio che custodisce una flora inestimabile di piante officinali rare e solo il bravo Sindaco sa e può attivare tutte le strategie per la salvaguardia di un patrimonio di rara bellezza con azioni di tutela e prevenzione del Suo territorio. In una attacco alla comunità, la comunità stessa non può essere tagliata fuori dalle scelte.. è un dato di fatto soprattutto perché cittadini tutti sono i diretti interessati dei problemi e delle criticità che ancora più si dovranno fronteggiare .I roghi : hanno aumentato la fauna nei campi .. ergo distruzione dei raccolti già compromessi dai cinghiali ora aumenti nel numero di branchi; hanno fatto si che la cenere, che di certo salubre non è orami sulle nostre tavole e sulla nostra pelle, hanno tolto a tutti noi un ricco patrimonio che dalle montagne scende a valle e ne costituisce un unicum. E’ necessario riguadagnare la nostra eredità.
VIVIAMO in un’era di trasformazioni sempre più veloci, di eventi che mettono in discussione molte certezze del passato e ci danno la sensazione di vivere un vero `cambiamento d’epoca´, In uno scenario così mutevole, tutti noi conserviamo una eredità: un bagaglio di culture, tradizioni, storie ed esperienze che ci contraddistinguono. Immersi nella rapidità dei cambiamenti, abbiamo bisogno di fermarci per cercare, in questo patrimonio, gli strumenti per affrontare le sfide che viviamo. Non disperdere la propria eredità, ma `riguadagnarla´ questo è ciò che il settore agricolo ed in particolare Abruzzo Agricolo chiede da anni, questo è ciò che gli Imprenditori Agricoli garantiscono ogni giorno con il loro lavoro.. non dimentichiamo che sono loro che producono con sapienza e maestria le eccellenze che rendono la nostra Regione, Regina di eccellenze di prodotti autoctoni a livella internazionale! E cosi sarebbe giusto dare il giusto riconoscimento .. in fondo sono le nostre montagne che ci difendo e che rendono unici i nostri VINI con i loro sbalzi termici!! E non solo..
Riguadagnare la nostra eredità che ieri è stata BRUCIATA dall’avversità atmosferica del gelo dell’aprile 2016, oggi 2017 bruciata dalle fiamme – un’ impresa ardua, non senza ostacoli o indifferenza- un impresa da portare avanti per tutelare il Nostro Territorio e le sue eccellenze sotto ogni profilo; un’impresa che vuol dire essere capaci di impostare un rapporto con gli esempi del passato, della nostra storia, che non sia basato sul conformismo ma sulla conoscenza. Significa riuscire a usare questo patrimonio come base dalla quale partire per innovare. Proprio la capacità di valorizzare il meglio della nostra identità, di scommettere su di essa, è una chiave per vincere le sfide proprio come la sfida che oggi si affronta, brucia tutto, con il gelo nel nei nostri cuori e nei nostri sguardi e con le fiamme nel cuore. E’ necessario riguadagnare la genuinità della Nostra Terra, è necessario non chiudersi in un muro di omertà e chi può e deve ,non ometta di guardare oltre le montagne, perché troverebbe la sua terra, quella che noi tutti difendiamo amiamo e valorizziamo, un terra Autoctona e tale deve tornare ad essere e come tale tutelata e valorizzata sotto ogni profilo.. forestazione, agricoltura, storia, arte, non sarà di certo un piano di rimboschimento a ridare giustizia alle tante criticità patite e patendi che affrotiamo ogni giorno.
Un po’ prolissa, ma concordo. Nessun rimboschimento, nessun concime per le mafie