
Trasferta romana domani, giovedì 27 maggio, per i sindaci di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto. Sulle rispettive agende sono in programma gli incontri con i parlamentari di varie estrazioni politiche. L’obiettivo è la proroga per la chiusura dei tribunali al 2024.
Oltre a Gianni Di Pangrazio, coordinatore dell’iniziativa, Mario Pupillo (che è anche presidente della Provincia di Chieti), Anna Maria Casini e Francesco Menna, sarà presente anche il presidente della provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, insieme ai presidenti dell’ordine degli avvocati, Franco Colucci, Silvana Anna Vassalli, Luca Tirabassi e Vittorio Melone. Il primo incontro si terrà alle 11:00, presso Montecitorio, con l’onorevole Federico Conte, (Articolo uno Leu) membro commissione giustizia; alle 11.30 è in agenda il faccia a faccia con l’onorevole Andrea Del Mastro Delle Vedove, responsabile dipartimento giustizia di Fratelli d’Italia. A seguire amministratori e legali abruzzesi peroreranno la causa dei Tribunali abruzzesi con il senatore Ettore Antonio Licheri, capogruppo Movimento 5 Stelle; la senatrice Simona Malpezzi capogruppo Pd; la deputata Maria Elena Boschi, capogruppo di Italia Viva; l’onorevole Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia; Iacopo Morrone, responsabile dipartimento giustizia della Lega e l’onorevole Enrico Costa di Azione, componente della commissione giustizia.
Insomma, non si vuole lasciare nulla al caso e questo è solo il preludio alla manifestazione congiunta che si terrà sabato 29 maggio nelle quattro città interessate alla salvaguardia dei propri Palazzi di Giustizia. “Gli incontri con i responsabili dei vari gruppi parlamentari e le manifestazioni simboliche di fronte ai Tribunali”, spiega Di Pangrazio, in sintonia con la delegazione di amministratori e avvocati, “con modalità concomitanti e in forma squisitamente istituzionale rappresentano un segnale chiaro, unitario e determinato dei territori dell’Abruzzo meridionale, per dare forza politica alla richiesta di proroga della soppressione definitiva dei 4 Tribunali, anche al fine di predisporre le opportune intese e tentare di riaprire sul piano legislativo una riforma generale della geografia giudiziaria, rispondente alle reali esigenze di cittadini, imprese e territori”.
Cioè, queste iniziative, anche contrarie all’ordine pubblico, rappresentano la più coraciea e folle cecità del parassitismo politico abruzzese nel perseguire come stesso intento , malefici obiettivi quando proprio la UE , ha condizionato la concessione di finanziamenti all’Italia con la immediata riforma della Giustizia.Ben sapendo la UE anche da comparazioni statistiche, che la istituzione più corrotta dell’Italia è proprio la magistratura se risulta ormai una grande associazione a delinquere finalizzata all’illecito percepimento di sostanze pubbliche in concorso con avvocati consulenti e forze di polizia, se producono almeno il 300% in più di procedimenti giudiziari rispetto alle altre nazioni europee, soltanto perché lo Stato li paga con denaro pubblico a loro favore ,procedimento per procedimento.Queste faccende sono di dominio pubblico, e la riforma della giustizia è assolutamente necessaria per il progresso della nazione oltre che interrompere gli abusi e le angherie sul popolo italiano che viene ingaggiato a recitare la parte non pagata di imputato nella sceneggiatura dei processi.Mentte i sindaci ed i politici abruzzesi ancora oggi si riuniscono per salvare queste macchiette dei Tribunali come se l’Abruzzo non appartenesse all’Europa. LA COLPA COMUNQUE NON È DEL SINGOLO MAGISTRATO OD AVVOCATO O POLIZIOTTO MA DELLA ENORME POVERTÀ CHE HANNO SUBITO LE FAMIGLIE ITALIANE E CHE PER RISALITA SOCIALE DALLE ANGUSTIE ANCHE DEL MONDO AGRICOLO, HANNO PENSATO ANCHE STORTA MENTE DI CREARE FIGLI MAGISTRATI FUNZIONARI OD AVVOCATI COSÌ PENSANDO CHE DIVENTASSERO RICCHI.
Se il tribunale funzionasse non sarebbe giusto guardare solo l’aspetto economico , ma questo tribunale ha delle criticità enormi oltre a chiudere ci vuole la lente d’ingrandimento sull’operato di alcuni , se le cose iniziano a cambiare saranno le stesse persone oneste a denunciare il malaffare e nel tribunale c’è anche gente onesta.
Sig. Alessandra,ma sono tutti barboni, tutti barboni nella intera amministrazione pubblica in tutta Italia,non creda che sia solo Sulmona.Magari in queste zone più povere di maggiore miseria si patiscono più disagi per l’accanimento e la fame degli addetti, ma il problema è il generale E deve essere risolto a Roma, perché ci troviamo sotto la dittatura dei barboni e dobbiamo andare a lavorare e pagare le tasse,ai barboni.
Nessuno può sconfiggere la fame nel mondo ma tutti possiamo portare un panino a chi ha fame , progressi non perfezione .