E’ una querelle che si fa davvero fatica a comprendere, mentre le montagne e la città bruciano. Un tira e molla, un gioco al rimpiazzo, alla dilazione, che non fa bene a nessuno, soprattutto alla città. Il consiglio comunale dedicato all’emergenza del Morrone, per il momento non si fa: questa mattina la riunione dell’ufficio di presidenza, convocata dal vice Fabio Ranalli in assenza del presidente Katia Di Marzio, è stata sconvocata ad un’ora dall’appuntamento dalla stessa Di Marzio. Tornata nella pienezza dei poteri ha annullato l’incontro che doveva stabilire tempi e modi dell’assise e ha convocato una riunione dei capigruppo per il 4 settembre. E poi si vedrà.
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Annamaria Casini sembra insomma non sentirsela di affrontare “l’arena” come l’ha definita il presidente Di Marzio, che accusa l’opposizione di voler strumentalizzare l’emergenza. Dà del “mendace e falso” al suo vice (che per questo non esclude di ricorrere alle vie legali) e chiede che “tutte le forze politiche dimostrino maturità in una simile calamità. Oggi tutti insieme – dice la Di Marzio – dobbiamo fronteggiare l’emergenza”. Neanche ci fosse l’intero consiglio comunale a spalare cenere e fuoco, che anzi, a parte l’assidua presenza sul fronte del consigliere Andrea Ramunno, davanti al “caminetto” del Morrone si è vista poco e di rado.
“Nessuna strumentalizzazione – hanno spiegato oggi le opposizioni in una conferenza stampa – volevamo solo avere qualche notizia, visto che la comunicazione su questa emergenza non è stata carente da parte dell’amministrazione, ma semplicemente assente. E poi volevamo condividere con la maggioranza un ordine del giorno per richiedere il riconoscimento dell’emergenza nazionale e quello di calamità naturale”.
Toccherà aspettare.
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