Il Tar Abruzzo rigetta i ricorsi sui presidi di Popoli e Penne relativi ai decreti commissariali di riordino della rete ospedaliera, l’assessore Silvio Paolucci interviene sulle due sentenze prendendosi una rivincita “dimostrano come l’intero processo di riordino della rete ospedaliera nella nostra regione, non si è basato sul rispetto acritico della normativa nazionale, vincolante con due leggi statali, ma sulla necessità di garantire assistenza sanitaria ai nostri cittadini, secondo parametri di sicurezza, qualità ed efficacia delle cure”. “Finalmente prosegue – è stata ristabilita la verità dei fatti e scritta la parola fine su 3 anni di polemiche strumentali, senza alcun fondamento, che agitavano le spettro di tagli che non ci sono mai stati” insomma per Paolucci il pronunciamento del Tar darebbe giustizia dopo critiche di “superficiali, approssimativi e inadeguati” nella elaborazione dei Piani di riqualificazione della rete ospedaliera e della rete emergenza urgenza, sino all’accusa che definisce grave e strumentale “di mettere a rischio, con la nostra programmazione, la sicurezza della vita delle persone”.
“Non ci sono strutture che chiudono – specifica – ma ci sono strutture che vengono riqualificate. Abbiamo portato avanti questa riconversione non per risparmiare, perché ci attendono investimenti importanti in sanità, ma per utilizzare bene il capitale umano, le risorse professionali e le strutture ospedaliere e territoriali” L’altro aspetto che sottolinea Paolucci riguada l’atto programmatorio della rete ospedaliera, che spiega “ci ha consentito di salvare anche presidi a rischio di chiusura, è solo un punto di partenza. Verrà implementato con successivi provvedimenti attuativi e migliorativi, che saranno destinati a regolamentare nel dettaglio le vocazioni specifiche di ogni singolo nodo della rete e l’attuazione di una vera integrazione ospedale territorio per la continuità assistenziale dei nostri pazienti”
L’istruttoria del Tribunale Amministrativo Regionale, per l’assessore ha invece saputo motivare come la Regione sia stata capace di conciliare il necessario adeguamento a obblighi e disposizioni nazionali, con un rinnovato e moderno assetto organizzativo, in grado di rispondere ai nuovi bisogni assistenziali, ai cambiamenti epidemiologici e soprattutto creando le basi, attraverso la concentrazione dei volumi di attività ospedaliera, di un migliore esito e qualità delle cure nei centri di riferimento, dunque i magistrati stabiliscono come non ci sia stato alcun taglio dei posti letto, anzi sarebbero aumentati.
Ristabilita la verità dei fatti, dice l’assessore Paolucci. Mi chiedo quale verità, forse la sua di verità e quella del TAR. “Visto l’art.tot,considerato la circolare ministeriale tot, visto questo e visto quello ,si dichiara conforme alla legge l’operato dell’assessorato regionale etc. Ecco ,giustizia è fatta. Nessuno riesce a considerare che i concorsi ospedalieri sono fermi da anni ed il turn over del personale è bloccato da anni. La direzione dei reparti è affidata a personale dell’equipe esistente, in quanto i concorsi da primario,come si chiamavano una volta ,non si fanno più da quel dì. La nuova figura è il ” dirigente responsabile”,nominato tra quelli dell’equipe esistente . Alcuni reparti chiudono o sono in predicato di chiusura. Il presidio ospedaliero di Sulmona sta in bilico. Mentre Avezzano ha acquisito la chirurgia vascolare, la neurochirurgia e la cardiologia interventistica, Sulmona sta per perdere ostetricia e ginecologia, pare oculistica e forse urologia. Per non parlare di Popoli che non ha più niente. Credo che là, si voglia fare un centro regionale di recupero per motulesi. Al quale afferiranno tutti i poveri cristi allettati e bisognevoli di nursing, del centro Italia. Se questa è riqualificare come dice Paolucci, io sono Napoleone Bonaparte. Eppure erano ospedali di rispetto con professionisti all’avanguardia. D’Alfonso, in campagna elettorale proponeva nel suo programma nero su bianco SU DIECI PUNTI, L’ABRUZZO VALE: AL NONO PUNTO.”L’Abruzzo vale perché cura e protegge.Promuoverò un nuovo piano sanitario regionale,che metta nel centro l’appropriatezza(termine burocratico,lo Zingarelli non riporta questa parola) delle cure, la premura e la continuità assistenziale,la copertura dei costi e la libertà di scelta.La salute ed il benessere verranno garantiti a partire dal territorio,con strutture di prossimità territoriale efficienti,tramite un uso intensivo delle macchine di diagnostica ,ridurremo drasticamente le liste di attesa..omissis.. Sentite che bella chiosa: una efficiente organizzazione aiuterà a ridurre fortemente i costi ed a valorizzare le professionalità degli operatori. Questo lo dico io: poveri operatori, stanno facendo un mazzo… Dopo tutti quei propositi,passata la festa ,gabbato lo santo, quello che fu scritto solo un fumogeno aeriforme.