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Un patrimonio da tutelare e valorizzare: quasi “un’opera d’arte” che, come tale, avrà presto un museo. L’aglio rosso di Sulmona sceglie una vetrina prestigiosa come quella dell’Abbazia Celestiniana per far diventare questa eccellenza peligna una risorsa non solo economica. L’iniziativa è del Gal Abruzzo-Italico Alto Sangro che con un finanziamento di 80mila euro realizzerà al piano terra dell’Abbazia, con affaccio diretto sul cortile, un museo che non sarà solo uno spazio espositivo, ma luogo di sperimentazione e centro di ricerca per attività culturali legate all’ambito territoriale di riferimento. La convenzione è stata firmata con il Parco Maiella nei cui locali sarà realizzato lo spazio, per un progetto che ha visto l’adesione di una ventina di produttori, tra cui il Consorzio aglio rosso che, da solo, ne riunisce una settantina.
Un settore di eccellenza al quale si sono dedicati molti giovani che rappresentano la maggior parte dei produttori, molti di loro con competenze alte (molti laureati) e che guardano in alcuni casi anche alla sostenibilità, con 3 aziende che sono certificate come biologiche.
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La qualità dei semi è garantita dal Consorzio, anche se la coltivazione dell’aglio rosso resta sostanzialmente molto di nicchia: a parte un’azienda di Pratola, infatti, il resto dei produttori non ha una rete commerciale vera e propria e pochi vendono sul web. Una caratteristica dettata anche dalla capacità di offerta che è inferiore alla domanda: tutti i produttori riescono infatti a piazzare sul mercato il prodotto, senza ricorrere a particolari canali distributivi.
Le potenzialità di sviluppo, anche dal punto di vista delle imprese (che contano perlopiù un solo addetto e gli stagionali all’occorrenza) sono però enormi: ad esempio un processo di meccanizzazione (con l’acquisto di macchinari che al momento quasi nessuno ha) potrebbe accrescere la produzione ed estendere così un mercato su cui c’è grande richiesta, creando posti di lavoro e avviando una filiera molto promettente.
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