Altro che finestre chiuse, a Sulmona e nella Valle Peligna più in generale non bastano neanche le mascherine. L’aria è irrespirabile, pericolosa, piena di polveri ultrafini. Lo mettono nero su bianco i medici dell’Ordine, quelli della commissione Ambiente, quelli pediatrici e i medici di base: “I recenti dati dell’Arta suscitano preoccupazione nell’immediato a causa della presenza di monossido di carbonio e di particolato – scrivono – a lungo termine per il persistere di benzene, di polveri fini e ultrafini che, pur non essendo normate, risultano le più tossiche dai dati della letteratura internazionale”.
Gli effetti, a quanto pare, sono già visibili: “Rileviamo già casi di problematiche, non solo respiratorie, correlate alla presenza di inquinanti volatili, per cui vorremmo conoscere dettagliatamente – aggiungono i medici – gli indirizzi attuali e futuri della Asl e della sindaca, quale autorità sanitaria della città, per la tutela della salute pubblica a breve e lungo termine”.
I medici sono seriamente preoccupati e i crescenti casi di malori registrati in questi giorni specie tra i residenti delle Marane danno loro ragione: “Abbiamo notato in questi giorni gente che passeggia sotto l’incendio – aggiunge uno di loro – o seduta al bar che fuma una sigaretta. Senza voler fare allarmismi, forse non si è compresa la portata del pericolo”.
Le fasce più a rischio sono quelle deboli: anziani, cardiopatici, donne incinte e bambini. Meglio evitare l’esposizione diretta e ridurla allo stretto necessario, insomma.
L’avvertimento non manca di una nota polemica su come sia sparito dal calendario del Comune e della Regione (che pure si era impegnata a finanziare l’operazione) lo studio sulla qualità dell’aria: il finanziamento di 7mila euro per uno studio di fattibilità, non ha avuto nessun seguito operativo, denunciano i medici.
A chiedere conto della salute pubblica e dell’emergenza incendi al sindaco sono anche i consiglieri comunali di opposizione che oggi hanno depositato la richiesta di convocazione di un consiglio comunale straordinario e urgente.
La tensione è alta e il sindaco Annamaria Casini, dal canto suo, comincia a sentire la pressione e la stanchezza: oggi in un’intervista a Skytg24 si è detta pronta a dimettersi: “Lo Stato deve fare di più – ha detto – Se non c’è un intervento importante sono disposta anche a togliermi la fascia perché in questo momento le mie dimissioni possono essere l’unico grido di dolore in nome della mia gente per questa città”.
Questa sera è tornato a Sulmona anche il presidente della Regione Luciano D’Alfonso, era stato lui a rassicurare appena qualche giorno fa i sulmonesi e il sindaco su uno straordinario dispiegamento di forze che, a quanto si vede, non è quello annunciato e soprattutto non è sufficiente.
Chissà, viste anche le responsabilità di un piano antincendio di competenza regionale che non esiste, che anche D’Alfonso non sia disposto a consegnare la sua “fascia”, pur di farsi ascoltare dal governo.
ecco bravi a casa, tutti e due
Vattene a casa!
Un primo cittadino che,con un disastro del genere, mandava messaggi via Fb dalla Puglia è inconcepibile! !!