
Una società fuori controllo, tanto da avere partecipazioni societarie sconosciute finora al Comune di Sulmona e da spingere i Revisori dei conti ad invitare palazzo San Francesco “a monitorare con attenzione l’evoluzione dei dati contabili della società Cogesa anche tramite la richiesta di bilanci semestrali” e ancora a ritenere opportuno “che l’ente implementi, all’interno del sistema dei controlli interni, anche un controllo metodico sulle partecipate”. Su tutti c’è quel dato, quel buco in bilancio da oltre 1,4 milioni di euro, “che porta una notevole riduzione del patrimonio netto – scrivono i Revisori – che diminuisce di oltre il 67%”, con voci ancora “ballerine” come i 50mila euro versati alla Biofert (per il cosiddetto e contestato impianto per l’umido a Navelli) che non è chiaro se sia una partecipazione o una caparra confirmatoria.

Tra le tante sorprese emerse questa mattina durante la commissione Bilancio di Sulmona, c’è poi una proprietà ad insaputa del Comune: dopo sette anni dall’acquisto delle quote, infatti, il Comune, che dovrebbe esercitare un controllo analogo sulla sua partecipata Cogesa almeno dal 2016, ha scoperto che questa è proprietaria di quattro quote nella Dmc Terre d’Amore (per un totale di 1600 euro). Per fare cosa non è chiaro. “La società non integra le condizioni di legge per il mantenimento della partecipazione da parte di Cogesa – avverto i Revisori dei conti -. Si rappresenta pertanto la necessità che il Comune, nell’esercizio dei poteri di socio spettanti in Cogesa, ponga in essere le misure intese all’alienazione/cessione delle quote detenute nella società oggetto di disamina”.
Insomma quanto basta per evidenziare quello che per troppo tempo si è ignorato, ovvero che le partecipate sono parte integrante della struttura comunale e non possono agire come corpi ad essa estranei: che sia un amministratore unico o un consiglio di amministrazione poco cambia, il Comune di Sulmona, che è il maggior socio azionista di Cogesa, non può permettere che la società faccia quello che vuole.
Chiudete questo sperpero! Spero venga chiusa questa società!
Appunto ,ma perché non la vendono! ed il servizio lo appalti a pagamento ad una azienda solida che ti fa la migliore offerta e ti offre a garanzia una migliore cauzione, almeno se non rispetta i termini contrattuali già hai i soldi in cassa per i risarcimenti. Questo è un servizio economico e non politico, vale il libero valore di domanda e offerta senza se e senza ma.Se attorno ad una società ci aggrappi tutti questi poveracci che circolano in politica per accaparrarsi qualche elemosina di necessità è chiaro che te la mandano in rovina come sono rovinati loro.
Il COGESA è stata una società pubblica fiore all’occhiello di questo territorio quando si assicurava una gestione unitaria della stessa. Da quando qualcuno ha deciso che si dovesse governarla a colpi di maggioranze politiche, questi sono i risultati prodotti.
Danno collaterale di un civismo becero senza cultura politica, appunto, con cui bisognerà fare i conti fino in fondo.
La piattaforma di sulmona è ancora chiusa? Chiedo per mio zio dell’uzbekistan
In mano vostra anche l’oro diventa merda….