I primi quattro testimoni sono stati ascoltati questa mattina dai carabinieri-forestali: chi ha avvistato per prima l’incendio, chi ha dato l’allarme, chi può raccontare le prime ore dell’inferno. Le indagini cominciano a macinare indizi, ma è presto per dire che ci sia una pista per l’individuazione del piromane. Il procuratore capo Giuseppe Bellelli, rientrato ieri dalla ferie, ha voluto prendere in mano direttamente la pratica: sulla sua scrivania un faldone con già cinque fascicoli, uno per ognuno degli incendi che sono scoppiati negli ultimi giorni nel territorio. Tutti insieme, perché è evidente, e su questo la procura ha pochi dubbi, che la mano sia la stessa. Prima occorre tracciare un profilo del piromane, capire le cause del gesto. E per questo i forestali-carabinieri ormai da tre giorni stanno battendo il paesaggio ormai lunare del Morrone devastato: trovare l’innesco, ad esempio, potrebbe fornire notizie utili sulla identità di chi l’ha confezionato. Nei pressi del poligono sono state ritrovate alcune batterie e della carta stagnola, ma gli inquirenti assicurano che non si tratta nel modo più assoluto di un innesco, ma di semplice rifiuto.
Intanto il Morrone, nonostante le rassicurazioni del sindaco di Sulmona, continua a bruciare. Le fiamme devastano ancora a bassa quota sopra il Casino Pantano, ma soprattutto in alta quota dove hanno purtroppo superato il Vallone dell’Inferno e raggiunto un’altra grossa fetta di pineta in corrispondenza dell’eremo di Celestino V (che però si trova molto al di sotto della linea di fuoco).
L’incendio ha inoltre svalicato la cima e sta scendendo verso Sant’Eufemia a Majella. Il sindaco del paese del pescarese, Francesco Crivelli, è molto preoccupato: “Stiamo valutando se attivare il Coc in queste ore – spiega – il fumo sta scendendo rapidamente spinto dal vento e temiamo che le fiamme possano superare le praterie e raggiungere il bosco: ettari ed ettari di faggeta che sono a rischio. Il fumo ci impedisce di salire sul fronte per tagliare il fuoco, l’allerta è massima”.
Non va meglio neanche sul versante di Pacentro dove, consumato dalle fiamme il Monte Mileto, ora è il versante del Morrone a preoccupare. Il sindaco Guido Angelilli sta valutando l’ipotesi di aprire, con un investimento di qualche migliaio di euro, il sentiero che porta a Mantra Castrata, Valle Dentro e Capo Posto: “Così da raggiungere il fronte del fuoco e cercare di fermarlo prima che coinvolga il bosco su questo lato. Le fiamme non si riescono a domare, nonostante gli sforzi i mezzi sono insufficienti”.
All’opera ci sono due Canadair, ma lavorano su tre fronti, di fatto, rendendo poco efficace i lanci a distanza di tempo. Le turbolenze in alta quota, poi, rendono più difficile il tutto.
Le squadre di terra restano ferme al momento e d’altronde non si sono mosse quando, all’inizio, era ancora possibile tagliare il fuoco.
I ritardi degli interventi e la sottovalutazione del fenomeno, per un piano regionale antincendi inesistente, hanno trasformato questo folle gesto di un piromane in una catastrofe ambientale i cui danni sono ancora da calcolare. Secondo una prima stima si parla di almeno 300 ettari andati in fumo, ma le fiamme continuano a divorare vegetazione e nei prossimi giorni sono previste rialzamenti delle temperature.
Da questo inferno, al momento, insomma, non si esce: si continua a bruciare tra le fiamme.
Commenta per primo! "Incendi, ascoltati i primi testimoni. Le fiamme svalicano e divorano il Morrone"