Morrone in fiamme, dieci escursionisti in fuga

Dieci persone sono in questo momento in cammino* dalle Vicenne verso il rifugio delle Vacche di Pratola Peligna. In fuga dalle fiamme che dalle Marane stanno risalendo velocemente la cima del Monte Morrone e che stanno divorando ettari ed ettari di bosco.
L’ennesimo incendio di oggi, scoppiato nel pomeriggio sul versante sulmonese del Morrone preoccupa per estensione, per forza del vento e soprattutto per l’orario: i due Canadair messi a disposizione dai vigili del fuoco non potranno infatti più volare fino a domani e l’opera di contenimento dell’incendio questa volta sembra più difficile di quella fatta ieri su Monte Mileto.
I dieci escursionisti , tutti della zona, che si trovano sulle Vicenne (una delle cime del Morrone) erano saliti ieri mattina per trascorrere qualche giorno in montagna: “Siamo stati avvertiti da valle che c’era un incendio – racconta Costantino Cianfaglione, tra i dieci in fuga sulla montagna – abbiamo sentito la forestale-carabinieri che ci ha detto di lasciare lì i due mezzi con i quali eravamo saliti, li abbiamo messi in sicurezza, almeno si spera, e siamo ora in marcia verso il rifugio delle Vacche. Poco fa abbiamo visto il fumo, stiamo però tutti bene. Al Colle delle Vacche verranno a prenderci i soccorsi. In questo momento sta cominciando a piovere, speriamo che serva ad arginare il fuoco”.

Il Comune di Siulmona ha intanto attivato il Coc: “Chiediamo alla popolazione massima prudenza e collaborazione nel lasciare libere le vie e le strade di accesso per consentire il transito ai mezzi di soccorso sul posto”, dice la vice sindaco Mariella Iommi; mentre dopo aver annullato la Sagra della Zampanella, prevista per questa sera, alle Marane i residenti stanno scavando trincee introno alle case per evitare eventuali avanzamenti delle fiamme. La situazione è critica e lo stato di allerta è alto e lo resterà fino a domani.
La paura è tanta e non solo per gli escursionisti: le fiamme si stanno espandendo a vista d’occhio sia a monte che a valle e minacciano zone abitate e case rurali. Sul posto ci sono i presidi dei vigili del fuoco, della protezione civile e dei volontari, pronti a fare l’impossibile per salvare la montagna più cara ai sulmonesi, quella più vicina e “sacra”.