Ai 25mila euro già spesi se ne aggiungono ora altri 75mila circa, ed è andata anche bene con il ribasso della ditta appaltatrice, la CS costruzioni, del 23,20%, perché il preventivo stimato superava i 93mila euro. In tutto, insomma, circa 100mila euro di variazione post-gara per rimettere in vasca i sulmonesi: l’appalto riguarda l’adeguamento alle norme antincendio della piscina comunale dell’Incoronata, quella per la quale si è fatta lo scorso anno una gara ponte che solo a procedura conclusa ci si è accorti che non aveva le carte in regola: né dal punto di vista tecnico, né da quello urbanistico.
Tant’è che i nuovi gestori, la Roma Nuoto, non prendono ancora possesso del bene e hanno aperto a luglio scorso solo la piscina esterna (dopo mille peripezie).
L’obiettivo era quello di chiudere la partita burocratica entro la fine di agosto scorso con la firma dell’atteso contratto, ma a distanza di nove mesi dall’aggiudicazione (tra ritardi, lockdown, ricorsi e carte da sistemare), di fatto, la piscina non ha ancora un gestore. E resta chiusa ovviamente.
I lavori di adeguamento del sistema antincendio, affidati martedì scorso, dovrebbero partire lunedì e durare, si stima, circa tre settimane. Il tempo tecnico di sedersi al tavolo e trovare la penna, insomma, per firmare il contratto: le centinaia di utenti (tra cui atleti a livello agonistico e disabili) che ne usufruivano regolarmente, potranno tornare in vasca non prima della metà di ottobre.
Solo alla firma del contratto la Roma Nuoto farà decorrere i nove mesi più tre di gestione previsti dalla gara che, nel frattempo, avrebbe dovuto già essere stata rimpiazzata da un bando europeo della durata decennale. Qui si è ancora, invece, al trampolino.
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