Altro che “pace augustea”, che riconciliazione: la spartizione territoriale di tre revisori contabili al Cogesa, seppur deliberata all’unanimità e osannata dal sindaco Annamaria Casini come “volontà di superare le contrapposizioni”, non ha fatto sotterrare l’ascia di guerra, brandita dai sindaci del territorio contro Sulmona dopo la nomina dell’amministratore unico Vincenzo Margiotta.
Ancora una volta, dopo la vicenda della Cuc, sono i fatti a dimostrare che la ferita non è stata guarita e lo strappo non è stato ricucito: il Comune di Pratola Peligna, infatti, pubblicherà nei prossimi giorni la gara d’appalto per la gestione del servizio rifiuti, rinunciando dunque all’affidamento in house alla società di cui è proprietaria.
Dopo Prezza (che così aveva deciso in altri tempi e con altra governance alla guida del Cogesa), dunque, anche Pratola rinuncia a servirsi della società pubblica (servizio attualmente affidato alla Diodoro), creando non poco imbarazzo al neo amministratore unico del Cogesa Vincenzo Margiotta che, tra i primi (non) risultati, porta a casa l’amaro rifiuto della sua Pratola.
E questo nonostante i “Cara Antonella” e i “cari saluti”, nonostante l’offerta di prestare il servizio alle stesse tariffe in vigore e la disponibilità a migliorare l’offerta.
Due i punti per i quali la sindaca Antonella Di Nino dà il benservito al Cogesa: il primo di carattere giuridico e cioè sulla legittimità dell’affidamento in house su cui pesa l’attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato, il secondo di carattere apparentemente tecnico, ma in realtà molto politico: “Le vicende dell’ultima assemblea dei soci del Cogesa – scrive la Di Nino – sono state caratterizzate dall’eccezione mossa dal presidente del collegio dei Revisori sul possibile venir meno del cosiddetto controllo analogo, elemento che laddove riscontrato metterebbe in serio rischio la legittimità di tutte le scelte successive legate alla società partecipata”. In altre parole la Di Nino mette in dubbio, come appunto fatto dai Revisori il giorno della nomina, la legittimità e quindi l’autorità del nuovo amministratore unico.
Il Cogesa rischia di avvitarsi su se stesso, insomma, e di perdere terreno e clienti tra i suoi stessi soci, tanto più che dall’Aquila il sindaco Biondi sta cercando di riportare il versante aquilano sotto l’influenza della Asm (la società dei rifiuti del capoluogo) con la nomina del sindaco di Navelli Paolo Federico alla sua guida.
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