Gli “Affari di famiglia” come è stata denominata l’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia coinvolgevano anche l’Abruzzo e il Centro Abruzzo. Campo di Giove in particolare dove ieri mattina nella vasta operazione eseguita da duecento tra poliziotti e finanzieri, tra gli altri è stato arrestato Luca D’Alessandro, 38 anni originario di Napoli ma da due anni trasferitosi in pianta stabile nel centro montano, dove gestisce una cornetteria e una pizzeria. L’uomo, che ora si trova ai domiciliari nell’abitazione della sua compagna a Pratola Peligna, è una delle ventotto persone raggiunte ieri da ordinanza di custodia cautelare: sedici in carcere, sei ai domiciliari e sei con obbligo di dimora.
Le accuse a vario titolo sono pesantissime: estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, autoriciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, con l’aggravante di aver agito con metodo mafioso agevolando la galassia criminale della camorra campana. Gli inquirenti hanno anche operato sequestri preventivi per un valore di 15 milioni di euro, con perquisizioni eseguite nelle province di Roma, Napoli, Verona, Frosinone e, appunto, L’Aquila.
Il capo indiscusso del clan era Michele Senese, “O Pazz”, il “Re di Roma”, che dal carcere di Catanzaro nel quale è rinchiuso continuava a gestire, tramite pizzini nascosti nelle scarpe, gli affari, delegando al figlio Vincenzo e alla moglie Raffaella Gaglione (entrambi arrestati) l’esecuzione degli ordini. Gli affari erano perlopiù incentrati sul settore della ristorazione e dell’abbigliamento, dove venivano riciclate ingenti quantità di denaro sporco, in gran parte proveniente da attività di usura.
Un business che era cresciuto molto dopo la crisi dovuta al lockdown e alla pandemia, a seguito della quale i prestiti a strozzo erano aumentati, ma anche gli acquisti di immobili e attività sull’orlo del fallimento.
Tra gli arrestati anche un nome, anzi un cognome, eccellente: Claudio Cirinnà, fratello della senatrice del Pd che però è del tutto estranea alle attività del fratello con cui non ha rapporti da anni.
Quale fosse il ruolo di Luca D’Alessandro è ancora da chiarire: di lui si sa che aveva aperto due attività a Campo di Giove ed era interessato, tramite una società, all’acquisto di un noto albergo del centro montano. Ultimamente aveva intenzione di aprire anche un’attività a Sulmona.
Nella città dove, secondo qualcuno, “la mafia non esiste”.
Il germe…la mafia a sulmona non esiste ,mi dispiace per voi, ma per fortuna è così
Ja michelin da mafia capitale è arrivat in abruzz
occorre avere il pugno duro contro questi criminali parassiti e coloro i quali, seppur pusillanimi e castigati dalla natura, credono che con il sopruso si possano prevaricare i cittadini onesti. difendete sempre i più deboli e non vi curate dei giudizi altrui.
Norma..un consiglio..anzi due..prima di tutto fai pace con il cervello..sempre se lo usi..seconda cosa..fatti vedere da uno buono..ma veramente..buono..
Screanzato, come ti permetti!
Fatti vedere tu che non vedi il paradosso di un pericoloso maffioso che è tanto pericoloso che viene messo si domiciliari.Fatti misurare il quoziente intellettivo.