“Si parte… il segreto inizia a svelarsi, tra erbe selvatiche, arte, storia e saperi femminili”.
È un invito coinvolgente quello che Daniela Di Bartolo, nota raccoglitrice di erbe e autoproduttrice, lancia dalle sue pagine social nel promuovere una serie di iniziative che si svolgeranno in estate a Castel di Ieri in collaborazione tra la locale pro loco e la nascente Officine Sperimentali di cui è promotrice.
Quello che si punta a fare è tornare alla Natura nel senso di vivere a contatto con essa nel rispetto più assoluto. Altro obiettivo è quello di tornare a scoprire il valore del “femminile” dimenticato dai più, donne comprese. Una sorta di rivoluzione culturale che muove i passi, quindi, da una serie di incontri.
Il primo, condotto da Di Bartolo, “Guarda, che vedi?” si svolgerà nella mattinata del 5 luglio. Una passeggiata alla ricerca e riconoscimento delle erbe spontanee. Dall’11 al 13 sarà di scena la manualità con la scultrice indipendente Karen Qader Lilla in cui si imparerà a creare una scultura. Il 19 luglio, invece, insieme all’antropologa Adriana Gandolfi, nell’eremo della Madonna di Pietrabona sempre a Castel di Ieri, si svolgerà un incontro alla scoperta delle divinità femminili, in particolare della Bona Dea. L’8 agosto è fissato “Alchimie esperienziali”, il laboratorio in cui le erbe selvatiche raccolte verranno lavorate per ottenere un oleolito.
Solo donne ad insegnare per “Ripristinare il passaggio di saperi tra madri e figlie” spiega Di Bartolo sottolineando come questa serie di incontri sono un anticipo di Officine Sperimentali la cui apertura è stata posticipata al 2021 a causa dell’emergenza Covid. Sarà in questa struttura che, attraverso l’insegnamento tutto al femminile, verranno trasmessi i “saperi” in una formula a più giorni che vuole anche promuovere il territorio circostante, il ritorno all’entroterra abruzzese. La Valle Subequana sarà il contesto.
“Il passaggio di saperi – prosegue Di Bartolo – in base alle mie sensazioni si è perso all’inizio del secolo scorso nonostante qualcuna abbia avuto la possibilità di riceverli attraverso le proprie nonne”. Con l’emancipazione, infatti, le madri hanno iniziato a dedicarsi al lavoro con tutti gli effetti positivi che ne sono conseguiti ma creando una lacuna nell’insegnamento della vita e nella trasmissione di esperienze.
Una trasmissione al femminile tutta da recuperare.
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