Scuola e edilizia scolastica. È stato questo l’argomento al centro dell’incontro (in remoto) organizzato dal Pd Abruzzo con ospite la vice ministra Anna Ascani. All’appuntamento ha preso parte anche il segretario della sezione sulmonese Franco Casciani tornato a sottolineare la necessità di interviene sulle scuole cittadine, liceo classico in primis che tra l’altro ha ricevuto ieri l’autorizzazione da parte della soprintendenza, ma con una decina di prescrizioni. L’intervento ipotizzato, insomma, sarebbe troppo invasivo e per questo, in sintesi, sono stati richiesti interventi localizzati.
Particolare che a Casciani, tra l’altro tecnico, appare strano perché il rischio è quello di non riuscire a raggiungere l’indice di sicurezza necessario per le strutture scolastiche. Una situazione di emergenza nell’emergenza quella delle scuole sulmonesi per la quale il Pd chiederà il commissariamento del “mondo scuola” nella relazione che presenterà a breve proprio alla Ascani.
“Con la vice ministra avevamo già avuto un incontro poco prima del lockdown in cui avevamo sottoposto i problemi delle scuole cittadine di ogni ordine e grado” dichiara Casciani che aggiunge: “In cinque anni l’amministrazione ha dormito, il nuovo plesso doveva già essere inaugurato da un anno. Con il nuovo decreto e la necessità di spazi raddoppiato, a settembre si rischia di tornare a scuola online. Siamo nell’emergenza dell’emergenza causata dall’emergenza, e scusate il giro di parole”.
Dal governo arriva forte l’esigenza di trovare una soluzione per il nuovo anno scolastico. “Adesso dobbiamo pensare alla ripresa a settembre, che non può prescindere dal ritorno sui banchi di scuola – ha dichiarato Ascani -. Per questo da giorni stiamo incontrando le Regioni per una ricognizione puntuale degli spazi e per definire la riapertura, intervenendo sulle eventuali criticità”. I confronti serviranno a creare “una banca dati condivisa con tutte le informazioni relative alle aule delle nostre scuole e programmare insieme i passi da fare. Le risorse ci sono e, comunque, non mancheranno: sono convinta che possiamo e dobbiamo attrarre una parte del Recovery Fund da destinare all’istruzione per intervenire strutturalmente sull’edilizia scolastica, per esempio, e sugli aspetti ancora da migliorare. Tornare tutti a scuola a settembre, in presenza e in sicurezza, è un imperativo che non possiamo disattendere”.
Anche se a Sulmona, in verità, il problema non sono tanto i fondi, visto che 25 milioni di euro giacciono in cassa da anni e anni, senza che si riesca a far partire i cantieri. Tra meno di tre mesi, però, bisognerà tornare dietro i banchi e per questo il governo prevede “poteri speciali” ai sindaci, anche con l’ipotesi di realizzare strutture leggere (ovvero tendoni) per superare le limitazioni dovute alle misure anti Covid che dovrebbero essere chiarite questa settimana e che, comunque, dovrebbero prevedere il distanziamento di almeno un metro tra un banco e l’altro. Quanto basta per lasciare fuori, a Sulmona, almeno la metà della popolazione studentesca.
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