La riapertura degli impianti natatori in Italia a partire da lunedì prossimo, non riguarderà per il momento Sulmona. La piscina comunale dell’Incoronata, infatti, non ha ancora i documenti in regola per aprire i battenti e il Covid, o meglio le misure anti Covid, c’entrano ben poco.
Di fatto il Comune ha ritardato, nonostante l’ampio lasso di tempo concesso dal lockdown, il passaggio di consegne tra la Centro Nuoto Sulmona e la Roma Nuoto, la società romana che si è aggiudicata l’appalto per un anno di gestione e che da quasi un mese ha avuto anche ragione nella causa che la Centro Nuoto Sulmona ha instaurato davanti al tribunale amministrativo regionale.
Solo lunedì scorso, infatti, l’ormai ex gestore è stato convocato dal Comune per decidere i tempi di riconsegna che, se tutto dovesse andare bene, inizieranno la prossima settimana. Un passaggio che non sarà così rapido, perché prima di consegnare le chiavi al Comune e dal Comune alla società romana, bisognerà fare un attento inventario che, dopo trenta anni di gestione continuata, non è cosa che si risolve in mezza giornata. C’è poi da decidere quali attrezzature di proprietà della Centro Nuoto dovranno e potranno essere lasciate in dotazione all’impianto, previo un riscatto da parte dei gestori entranti che si sono detti comunque pronti a risarcire i proprietari.
Poi ci sarà da definire il contratto del subentro, con il deposito di tutta la documentazione richieste dal bando (a partire dalla fideiussione) e la verifica dei requisiti.
Infine ci sarà da adeguare l’impianto alle normative anti Covid: cartelli informativi, segnature delle distanze, dispencer e sanificazioni, oltre alla organizzazione degli spogliatoi e delle docce che è forse la parte più delicata.
“Noi siamo pronti per entrare e per attivare tutta la normativa – spiega Nicolò Cristoforo, responsabile della Roma Nuoto – il ritardo nella partenza non è stato dovuto a nostre responsabilità”.
Ci sarà, ancora, da capire come muoversi non solo nella piscina coperta, ma anche nella vasca scoperta presente nel plesso natatorio: qui gli spazi sono molto ridotti e non sarà facile definire regole e metodi di ingresso, così come quante persone potranno usufruirne contemporaneamente, calcolando anche la presenza di lettini e ombrelloni.
Dal canto suo la Centro Nuoto Sulmona ha rinunciato per il momento a ricorrere al Consiglio di Stato contro l’annullamento della sospensiva (per la quale in un primo giudizio aveva avuto accoglienza), preferendo attendere il giudizio nel merito del ricorso davanti ai magistrati amministrativi. Sentenza che potrebbe arrivare entro il mese di giugno: se i sulmonesi dovessero avere ragione, allora, si presume che ci sarà un nuovo cambio di accappatoio in piscina.
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